Programmazione diocesana 2012/2013

Prospettive

        «La liturgia è scuola permanente di formazione attorno al Signore risorto, ‘luogo educativo e Rivelativo’  in cui la fede prende forma e viene trasmessa. Nella celebrazione liturgica il cristiano impara a «gustare com’è buono il Signore» (Sal 34,9; cfr 1Pt 2,3), passando dal nutrimento del latte al cibo solido (cfr Eb 5,12-14), ‘fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo’ (Ef 4,13).
Tra le numerose azioni svolte dalla parrocchia, ‘nessuna è tanto vitale o formativa della comunità
quanto la celebrazione domenicale del giorno del Signore e della sua Eucaristia’» (EVBV, 39).
        «Opera di Cristo, la Liturgia è anche un’azione della sua Chiesa. Essa realizza e manifesta la Chiesa come segno visibile della Comunione di Dio e degli uomini per mezzo di Cristo. Impegna i fedeli nella Vita nuova della comunità. Esige ‘che i fedeli vi prendano parte consapevolmente, attivamente e fruttuosamente’ (S.C.,7) (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1692).
        «Nel banchetto eucaristico il Signore continua ad insegnarci con la Parola le vie della vita e si dona a noi nel Pane spezzato, facendo crescere la comunione, introducendoci sempre più nella vita trinitaria. Attraverso la ricerca dell”aggiornamento del linguaggio’ della comunicazione della fede e della celebrazione della stessa si esprime la preoccupazione e la cura per la bellezza delle liturgie, che utilizzino nuovi mezzi di comunicazione, ma con approccio critico alle modalità di attuazione e alle sue implicazioni» (Progetto Pastorale, 2.2).
       «Lo stesso annuncio non rappresenta l’unico strumento di evangelizzazione. Esso va coniugato insieme al dono dello Spirito ricevuto nella liturgia e nei sacramenti e accompagnato dall’inserimento vivo in una comunità concreta, ospitale, nella quale oltre alla grammatica della fede si possano apprendere abitudini di vita cristiana. Nel far ciò bisognerà rivalorizzare la Domenica come giorno del Signore Risorto» (Progetto Pastorale, 3.1).
        Sollecitati dal motu proprio Porta fidei, con cui papa Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II e a 20 anni dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, il nuovo cammino pastorale che ci apprestiamo a vivere può costituire «l’occasione propizia per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia, che è ‘il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua energia’» (Porta fidei, 9). (‘) «Senza la liturgia e i Sacramenti, – prosegue il Santo Padre – la professione di fede non avrebbe efficacia, perché mancherebbe della grazia che sostiene la testimonianza dei cristiani» (Porta fidei, 11).
       Nell’Anno della Fede, prima di mettere in atto qualsiasi forma di ‘strategia pastorale’ che punti sull’impegno, l’attività e il protagonismo della comunità cristiana, l’attenzione alla dimensione liturgica è necessaria per lasciarsi educare dal Signore che agisce nella storia e si rende presente in modo particolare nella celebrazione dei divini misteri.