Il Museo diocesano, memoria di fede e di cultura

Presentazione a cura del direttore don Pietro Rubini

nuovo sito web: www.museodiocesanomolfetta.it/

Nella serata di giovedì 18 giugno, il nostro Vescovo, Mons. Luigi Martella, presenzierà alla cerimonia di inaugurazione del Museo Diocesano, allestito in una vasta area del suggestivo complesso architettonico del Seminario Vescovile. Le sale espositive costituiscono una vera e propria via dell’arte, lungo la quale il visitatore, con l’ausilio di supporti didattici, potrà conoscere l’ingegno degli artisti e cogliere in ogni opera d’arte qualche tratto del volto di Dio.

Concepito da Mons. Filippo Giudice Caracciolo, nel lontano 1881, come una sorta di contenitore esclusivamente “patrimoniale” e istituito da Mons. Aldo Garzia nel 1976, oggi il Museo, «testimonianza del vissuto ecclesiale diocesano ‘ come afferma il nostro Vescovo ‘ documenta visibilmente il percorso fatto lungo i secoli dalla Chiesa nella liturgia, nella catechesi, nella cultura e nella carità».

Da subito il visitatore si troverà immerso in un “laboratorio della storia”, ossia in un luogo di informazione e di studio, ma soprattutto in uno “spazio di dialogo” tra un passato sopravvissuto nella memoria e un presente che ‘ segnato da incertezze e da mutamenti ideologici ‘ è alla ricerca di punti di riferimento certi per riappropriarsi della propria identità culturale.

Tra le opere presenti nella sezione della Pinacoteca si segnalano: la tavola della Dormitio Virginis (sec. XVI) attribuita a Marco Cardisco; la Pietà (sec. XVII) di Bernardo Cavallino; il San Nicola Pellegrino (sec. XVIII) di Corrado Giaquinto e numerose altre tele di scuola giaquintesca.

Nella sezione della Statuaria lignea sono da ammirare oltre alle antiche statue della Settimana Santa molfettese (secc. XVII-XX), anche opere di elevato pregio artistico quali: San Liborio, San Antonio da Padova, Santa Caterina d’Alessandria, San Pasquale Baylon, San Luigi Gonzaga (secc. XVII-XVIII), e alcuni busti reliquiari seicenteschi.

Nella sezione dei Paramenti liturgici sono presenti le pianete dei Vescovi di Molfetta, disposte in successione cronologica da Mons Giacinto Petronio (1622 – 1647) a Mons. Pasquale Picone (1895 ‘ 1917).

Nell’area archeologica, invece, figurano manufatti litoidi provenienti dalla stazione neolitica del Pulo di Molfetta, corredi funerari costituiti prevalentemente da vasi peuceti (VIII ‘ III sec. a.C.) e ceramica ellenistica delle zone archeologiche più note della Puglia, oltre a piccole sculture, terrecotte, monete, armi e bronzi.

In mostra anche apparati e vasi sacri per la liturgia, manufatti, corali, libri miniati, una selezione degli oggetti del Tesoro appartenenti al Capitolo Cattedrale di Molfetta e 39 opere dell’artista molfettese Vito Zaza.

Per l’occasione saranno temporaneamente esposte, fino al 31 luglio, il dipinto ad olio su tela raffigurante la Madonna del Carmine con l’arcangelo Raffaele e Tobiolo di Corrado Giaquinto, proveniente dalla chiesa di S. Stefano di Molfetta e la statua argentea raffigurante San Rocco (1793), su disegno dello scultore napoletano Giuseppe Sanmartino, custodita nella Concattedrale di Ruvo, nonché la Cassetta eburnea (fine sec. X ‘ inizio sec. XI) del Capitolo Concattedrale di Giovinazzo.

Inoltre, attraverso la formula del deposito ‘ prestito, il Museo Diocesano preserva altre opere di pregevole valore, provenienti da alcune Parrocchie, Rettorie e Confraternite, che altrimenti sarebbero a rischio oppure sottratte all’ammirazione del visitatore.

Nel percorso museale si inserisce anche la visita alla Biblioteca del Seminario, che ha sede all’interno di una monumentale sala affrescata dal pittore molfettese Michele Romano e arredata da una artistica scaffalatura lignea realizzata nel 1844 dall’ebanista terlizzese Filippo Giacomantonio. È una Biblioteca ad indirizzo teologico-umanistico, con una sezione specializzata nella storia della Diocesi, costituita inizialmente dai fondi librari dell’ex Collegio dei Gesuiti e dell’ex Studio dei Domenicani e arricchita ulteriormente con i vari fondi di biblioteche private, in particolare quello dell’arciprete Giuseppe Maria Giovene (1753 ‘ 1837).

Ad oggi il patrimonio librario è costituito da circa quarantasettemila volumi che si arricchisce di frequenti donazioni – specialmente le biblioteche private dei Vescovi e dei sacerdoti – tanto da assumere una notevole testimonianza storica della cultura, delle tendenze e della mentalità della società molfettese.

Considerevole è il fondo manoscritti e il fondo antico composto da incunaboli e oltre 200 cinquecentine, accanto ad edizioni del Seicento e del Settecento. Particolarmente pregiati per il valore artistico e storico sono l’Officium Beatae Mariae Virginis, manoscritto membranaceo del sec. XVI finemente miniato e il Libro Rosso, manoscritto cartaceo, documento essenziale per la conoscenza delle vicende molfettesi, le cui trascrizioni ebbero inizio nel 1478.

Dopo diversi anni di lavoro e di studio le porte del Museo Diocesano saranno finalmente aperte a quanti vorranno visitare non solo un’elegante galleria d’arte ma anche un luogo vivo che racconta la fede e la cultura del nostro territorio e della nostra gente.

don Pietro Rubini