Bene essenziale. ‘La libertà religiosa ‘ fa notare Benedetto XVI ‘ non è patrimonio esclusivo dei credenti, ma dell’intera famiglia dei popoli della terra’. ‘Essa ‘ spiega ‘ è un bene essenziale: ogni persona deve poter esercitare liberamente il diritto di professare e di manifestare, individualmente o comunitariamente, la propria religione o la propria fede, sia in pubblico che in privato, nell’insegnamento, nelle pratiche, nelle pubblicazioni, nel culto e nell’osservanza dei riti. Non dovrebbe incontrare ostacoli se volesse, eventualmente, aderire ad un’altra religione o non professarne alcuna’. Inoltre, prosegue il Santo Padre, ‘è innegabile il contributo che le comunità religiose apportano alla società. Sono numerose le istituzioni caritative e culturali che attestano il ruolo costruttivo dei credenti per la vita sociale. Più importante ancora è il contributo etico della religione nell’ambito politico. Esso non dovrebbe essere marginalizzato o vietato, ma compreso come valido apporto alla promozione del bene comune’. A questo riguardo il Papa evidenzia che nel 2011 ricorre il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace. ‘Il ricordo di quell’esperienza ‘ scrive il Papa ‘ è motivo di speranza per un futuro in cui tutti i credenti si sentano e si rendano autenticamente operatori di giustizia e di pace’.
Forte denuncia. ‘Fondamentalismo religioso e laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità’. È una delle denunce più forti presenti nel messaggio per la Giornata della pace. ‘Entrambe, infatti ‘ osserva il Pontefice ‘, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana, favorendo, nel primo caso, forme di integralismo religioso e, nel secondo, di razionalismo’. E aggiunge: ‘La società che vuole imporre o, al contrario, negare la religione con la violenza, è ingiusta nei confronti della persona e di Dio, ma anche di se stessa’. E se ‘nel mondo ancora oggi si registrano persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e di intolleranza basati sulla religione’, vi sono ‘ afferma papa Benedetto’ ‘forme più sofisticate di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini’. Queste forme ‘fomentano spesso l’odio e il pregiudizio’. Da qui un appello ai ‘leader delle grandi religioni del mondo’ e ai responsabili delle Nazioni perché rinnovino l’impegno per ‘la difesa delle minoranze religiose, le quali non costituiscono una minaccia contro l’identità della maggioranza, ma sono al contrario un’opportunità per il dialogo e per il reciproco arricchimento culturale’.
Bisogno di Dio. ‘Il mondo ha bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale giusto e pacifico, a livello nazionale e internazionale’. Si conclude con quest’appello il messaggio del Papa. Per le comunità cristiane che ‘soffrono persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e intolleranza’, il Pontefice chiede ai responsabili ‘di agire prontamente per porre fine ad ogni sopruso contro i cristiani, che abitano in quelle regioni. Possano i discepoli di Cristo, dinanzi alle presenti avversità, non perdersi d’animo, perché la testimonianza del Vangelo è e sarà sempre segno di contraddizione’. ‘La violenza ‘ continua ‘ non si supera con la violenza’. C’è anche un parola forte per l’Occidente, ‘specie in Europa’: ‘Cessino l’ostilità e i pregiudizi contro i cristiani per il fatto che essi intendono orientare la propria vita in modo coerente ai valori e ai principi espressi nel Vangelo. L’Europa, piuttosto, sappia riconciliarsi con le proprie radici cristiane, che sono fondamentali per comprendere il ruolo che ha avuto, che ha e che intende avere nella storia; saprà, così, sperimentare giustizia, concordia e pace, coltivando un sincero dialogo con tutti i popoli’.