Nominato il nuovo Direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali

Dal 7 aprile 2011, ad quinquennium

In data 7 aprile 2001 il Vescovo Mons. Luigi Martella ha nominato Luigi Sparapano Direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali:

«Al fine di offrire un valido contributo all’animazione cristiana nel settore delle comunicazioni sociali, volendo sensibilizzare e coadiuvare le comunità ecclesiali nel delicato e ineludibile compito della evangelizzazione, conoscendo la tua competenza specifica e lo spirito di servizio che ti ha sempre contraddistinto, ho pensato di affidare a te la direzione dell’ufficio diocesano di riferimento, sollevando nel contempo da tale compito mons. Domenico Amato, chiamato ad altre responsabilità.

Pertanto, con il presente atto ti nomino, ad quinquennium, direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali..

Con l’augurio di buon lavoro, ti benedico di cuore».

Luigi Sparapano, sposato e padre di tre figli, è docente di Religione Cattolica e si occupa di Processi di Formazione e Valutazione; è stato presidente diocesano dell’Azione Cattolica (1998-2005) e attualmente è vicedirettore del settimanale diocesano “Luce e Vita” e web master del sito diocesano; subentra nell’incarico ricoperto da don Mimmo Amato e Onofrio Losito ai quali va il ringraziamento di tutta la Comunità diocesana.

Quali sono i compiti dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali?

Da: CEI, Comunicazione e Missione. Direttorio sulle Comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, 2004, nn. 190-199.

«É opportuno che l’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali sia formalmente ed effettivamente costituito in ogni diocesi al pari degli altri uffici diocesani, con un direttore ed eventuali collaboratori, un proprio statuto e un regolamento che ne definisca compiti, responsabilità e modalità di funzionamento. L’ufficio si configura soprattutto come luogo di coordinamento, comunicazione e dialogo.

La sua azione coinvolge tutta la comunità ecclesiale. È suo compito ispirare e proporre un piano di comunicazione sociale organico e integrato, a partire dalle reali potenzialità della diocesi. Le iniziative dell’ufficio devono essere in piena armonia con il progetto pastorale della Chiesa particolare, in sintonia con il cammino della Chiesa in Italia e con gli orientamenti pastorali decennali. Sarà innanzi tutto al servizio dell’evangelizzazione come soggetto attivo sul territorio nella realizzazione del progetto culturale orientato in senso cristiano.

All’ufficio compete il coordinamento e l’animazione attraverso un’attenta progettazione, la formazione degli  operatori e la promozione di sinergie. È inoltre importante che nelle sue iniziative l’ufficio tenga conto degli  orientamenti dell’ufficio nazionale e della commissione regionale, per una più ordinata e organica pianificazione.

Si debbono, inoltre, individuare alcune aeree fondamentali di competenza e di operatività relative alle peculiari esigenze della Chiesa locale e del territorio.

L’ufficio si configura come servizio alla comunità ecclesiale, e in particolare al vescovo e agli uffici pastorali mettendoli a conoscenza degli orientamenti dell’opinione pubblica sulle questioni che interessano l’azione pastorale. Il vescovo deve trovare nell’ufficio un utile supporto; per conoscere la realtà rappresentata e commentata quotidianamente dai media; per avere rassegne stampa tematiche, informazioni e pareri; per esaminare situazioni particolari e individuare l’atteggiamento da tenere e gli eventuali interventi da fare nei confronti dei media. Importanti sono, inoltre, gli incontri periodici con i direttori degli altri uffici di curia per scambi d’informazioni, possibili forme di collaborazione e iniziative comuni.

La dimensione comunicativa è parte integrante dell’azione pastorale in quanto tale, quindi interessa e coinvolge l’attività di tutti gli uffici pastorali. In questo quadro si inserisce la funzione di ufficio stampa, ormai necessaria in ogni diocesi per gestire con competenza i rapporti con i giornalisti, l’informazione religiosa nel territorio e affrontare nel modo più idoneo le eventuali situazioni problematiche che dovessero presentarsi nel contesto diocesano. È compito dell’ufficio preparare e condurre le conferenze stampa del vescovo; predisporre una rassegna quotidiana   dell’informazione (stampa, televisione, radio, internet’) da mettere a disposizione dei responsabili pastorali.

In linea di massima, salvo diversa disposizione, il direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali può svolgere anche il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa e di portavoce del vescovo.

Altro compito fondamentale dell’ufficio è la sensibilizzazione delle strutture ecclesiali circa i problemi della comunicazione: dalla diocesi nel suo insieme alle zone pastorali fino a coinvolgere le singole comunità parrocchiali. La diffusione della figura dell’animatore per la comunicazione e la cultura, la formazione di tutti gli operatori, l’attuazione del piano pastorale diocesano sono suoi ambiti primari di lavoro pastorale. L’ufficio inoltre promuove e sostiene in ogni parrocchia o a livello interparrocchiale la creazione di un gruppo di esperti, di una piccola équipe, o almeno d’un incaricato, che, d’intesa con il parroco, si occupi di questi aspetti all’interno della comunità, in collegamento permanente con l’ufficio diocesano.

L’ufficio cura e promuove la formazione, rivolgendosi agli operatori pastorali e a quanti sono inseriti nei circuiti professionali della comunicazione. Una particolare attenzione formativa sarà rivolta agli ambiti specifici della pastorale: dalla catechesi alla liturgia, dalla pastorale giovanile a quella sociale e caritativa. Di ciascuno di questi ambiti va predisposta una rilettura in chiave comunicativa, per un’evangelizzazione che tenga in adeguata considerazione i nuovi scenari culturali. La formazione riguarda anche l’uso intelligente e responsabile dei media: la cosiddetta media education ha come suo luogo privilegiato la scuola, specie quella cattolica, ed è rivolta in modo particolare alle famiglie che stanno crescendo i figli in questa cultura mediale.

Spetta all’ufficio coordinare in un piano comune i media ecclesiali presenti in diocesi (settimanale diocesano, televisione, radio, sale della comunità, editrici, periodici, sito web’), promovendo ogni sinergia possibile con gli strumenti ecclesiali nazionali. L’ufficio si pone come punto di riferimento e luogo di confronto per gli operatori dei vari media ecclesiali. Unità d’intenti e stretta collaborazione renderanno più efficace la presenza della Chiesa nel campo delle comunicazioni. Tutti gli strumenti della comunicazione vanno sostenuti: oltre a stampa, radio e televisione, anche cinema, teatro, new media, musica. Particolare attenzione meritano la comunicazione informatica e le nuove tecnologie. I rapporti con i giornalisti e gli organi di informazione non ecclesiali presenti nel territorio della diocesi vanno curati con attenzione. È un impegno delicato e importante, sia per garantire una doverosa informazione sulla vita della Chiesa locale, sia per una possibile azione di sensibilizzazione ai problemi e agli eventi di carattere ecclesiale. Al riguardo, è importante che, con gli operatori dei mezzi di comunicazione locali, l’ufficio programmi incontri periodici attorno ai problemi di comune interesse.

L’ufficio può avvalersi della collaborazione di una consulta o di una commissione diocesana per le comunicazioni sociali, di cui faranno parte responsabili di curia, rappresentanti dei parroci, operatori della comunicazione e della cultura, responsabili dei media, delle associazioni cattoliche del settore e delle sale della comunità ed esperti nominati dal vescovo. La consulta o commissione, quale organismo dell’ufficio, collabora con il medesimo nello studio, nell’elaborazione e nell’attuazione di programmi e progetti, fornendo un contributo di idee e, nei limiti del possibile, anche operativo. È inoltre espressione della comunione e della responsabilità ecclesiale in ordine alla pastorale nel vasto campo dei media e della cultura.

Particolarmente utile, infine, sarebbe la creazione di un gruppo di studio, quasi un osservatorio permanente a cui fare riferimento per la comprensione del fenomeno comunicativo e per fornire ai responsabili della Chiesa locale, in vista dell’azione pastorale, indicazioni utili alla conoscenza degli orientamenti dell’opinione pubblica.

Si potranno utilizzare anche le ricerche elaborate da università e centri culturali su temi attinenti al vivere sociale e alle scelte etiche fondamentali. In questo contesto risulta quanto mai utile lo sviluppo, o la creazione qualora già non esistesse, di un adeguato centro di documentazione o biblioteca multimediale per la consultazione e per il servizio formativo.»