50° di sacerdozio di mons. Giuseppe Milillo

Domenica 1 luglio, ore 19,30, la concelebrazione presieduta dal Vescovo nella parrocchia Immacolata di Giovinazzo

Si prepara un giorno di festa, il 1° luglio, nella comunità parrocchiale Maria Santissima Immacolata di Giovinazzo, raccolta tutta intorno al Parroco Mons. Giuseppe Milillo per il suo Giubileo Sacerdotale. Si giungerà alla festa attraverso un percorso di preghiere e riflessioni vocazionali.
Cinquant’anni di sacerdozio non sono pochi. Cinquant’anni vissuti nel segno del pane e del vino portato all’altare tutti i giorni: è la rappresentazione viva di Gesù Buon Pastore che si manifesta nell’essenzialità delle parole e del gesto dello spezzare il pane ogni giorno, nell’umile servizio del sacerdote consacrato per tutta la vita al Vangelo di Gesù Cristo e ai fratelli come atto di Amore.
Un surplus di dono, di gratuità appassionante e di abbandono nelle mani di Cristo che ne è il fondamento.
è la funzione più sacra, più sublime e soprattutto il bisogno più profondo per ogni sacerdote. Giovanni Paolo II parlava di Dono e Mistero nel 50° del suo sacerdozio. E questo ministero sacerdotale abbiamo visto vivere e manifestarsi in don Giuseppe, nostro Parroco! Egli ha posto ogni fiducia e speranza in Dio e nella Chiesa; è stato toccato da tanta grazia e tanta luce misteriosa, onorata con fedeltà pastorale, disponibilità e affetto, consolazione e riconoscenza donati ma anche ricevuti e ancora restituiti alla comunità parrocchiale, piccola porzione di famiglia di Dio. Una famiglia che don Giuseppe ha accompagnato con la trepidazione perché nascesse in essa il desiderio di scoprire tutte le possibilità evangeliche nascoste nella realtà del mondo, nella fatica e nell’impegno quotidiano. Attenzione e trepidazione ha profuso per i giovani delle diverse generazioni che si sono succedute, per le famiglie, per i tanti laici uomini e donne; esigente, talvolta, perché tutti potessero essere cristiani saldi nella fede e decisi ad incidere nella Chiesa e nella società.
Benedetto XVI a conclusione dell’anno sacerdotale nel giugno 2010, ricordando il sacerdozio del Santo Curato d’Ars spiegava: Egli (il sacerdote) fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la situazione della nostra vita. Pronuncia sulle offerte del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo che sono parole di transustanziazione ‘ parole che rendono presente Lui stesso, il Risorto, il suo Corpo e Sangue, e trasformano così gli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e lo congiungono a lui. Il sacerdozio è sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore. Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso, è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola “sacerdozio”: Dio è in attesa del nostro “sì”. Questa vocazione la dobbiamo chiedere a Dio, e questa richiesta a Dio, è, al tempo stesso, un bussare di Dio al cuore dei giovani che si ritengono capaci di ciò di cui Dio li ritiene capaci.
E qui don Giuseppe, al di là di tanti eventi esteriori, ha bussato davvero con insistenza al cuore di Dio affinchè spuntassero vocazioni. Con la sua lunga esperienza di preghiera intima, di abbandono e insistente a Dio, ha reso grazie al Signore per il proprio servizio sacerdotale e Dio non si è chiuso: lo ha fatto “padre” di operai nella messe del Signore componendo così una bella armonia con tre note: don Gianni Fiorentino ora Coadiutore ad Omnia al servizio di questa parrocchia, don Luigi Caravella, don Gianluca De Candia. E ora si stanno armonizzando in formazione e ascolto alla vocazione divina due belle note per una nuova composizione: fra Giuseppe Lanzellotti che ha già fatto promessa dei voti di obbedienza, povertà, castità e ora continua il suo percorso di formazione in teologia presso l’Istituto Teologico Regionale di Santa Fara in Bari e Dario Vacca studente al primo anno del Seminario Teologico Regionale di Molfetta. Sì, l’umiltà di bussare al cuore di Dio con la preghiera fiduciosa e convincente è stata la priorità per don Giuseppe che così ha spiegato il senso dell’evento: “Rivivo gli stessi sentimenti provati nell’attesa dell’Ordinazione Sacerdotale cinquant’anni fa. Ancora oggi trepidazione e gioia dei momenti più importanti dell’ordinazione nella Cattedrale alla presenza del Vescovo, non come memoria di un passato trascorso, né come nostalgia, ma come rinnovamento della Consacrazione. Per questo evento che si sta preparando ciò che mi procura consolazione e gioia è la bella scelta dell’avvicendarsi giorno per giorno dei sacerdoti delle cinque parrocchie di Giovinazzo per i momenti di celebrazione e riflessione nella settimana (25 giugno ‘ 1° luglio) che precede l’anniversario. E per questo sono molto grato a don Gianni Fiorentino che con tanta accuratezza e delicatezza spirituale ha programmato i momenti della settimana”.
Nello scenario di questo fermento di preparazione al prossimo Giubileo la comunità cittadina e parrocchiale in particolare viene chiamata ad esprimere gratitudine a Dio per il dono del ministero sacerdotale di don Giuseppe ricevuto in tutta la sua sublime grandezza e bellezza divina.
Nell’attesa dell’evento a don Giuseppe rivolgiamo gli auguri con la preghiera (solo uno stralcio) di affidamento e consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che i sacerdoti, insieme a Benedetto XVI, hanno fatto a Fatima durante la veglia di conclusione dell’anno internazionale sacerdotale:
 
Madre Immacolata,
in questo luogo di grazia,
convocati dall’amore del Figlio tuo Gesù,
Sommo ed Eterno Sacerdote,
noi, figli nel Figlio
e suoi sacerdoti,
ci consacriamo al tuo Cuore materno,
per compiere
con fedeltà
la volontà del Padre:
siamo consapevoli che senza Gesù,
non possiamo fare nulla di buono
e che,
solo per Lui,
con Lui
ed in Lui,
saremo per il mondo
strumenti
di salvezza.
 
di Anna Vacca