Programmazione diocesana 2012/2013

In collaborazione con il Servizio per la Pastorale giovanile

Prospettive

 

«Ai giovani vogliamo dedicare un’attenzione particolare. Molti di loro manifestano un profondo disagio di fronte a una vita priva di valori e di ideali. Tutto diventa provvisorio e sempre revocabile. Ciò causa sofferenza interiore, solitudine, chiusura narcisistica oppure omologazione al gruppo, paura del futuro e può condurre a un esercizio sfrenato della libertà. A fronte di tali situazioni, è presente nei giovani una grande sete di significato, di verità e di amore. Da questa domanda, che talvolta rimane inespressa, può muovere il processo educativo. Nei modi e nei tempi opportuni, diversi e misteriosi per ciascuno, essi possono scoprire che solo Dio placa fino in fondo questa sete.”
Benedetto XVI, dopo aver riconosciuto quanto nell’odierno contesto culturale sia difficile per un giovane vivere da cristiano, aggiunge: «Mi sembra che questo sia il punto fondamentale nella nostra cura pastorale per i giovani: attirare l’attenzione sulla scelta di Dio, che è la vita. Sul fatto che Dio c’è. E c’è in modo molto concreto. E insegnare l’amicizia con Gesù Cristo». Questo cammino, con le sue esigenze radicali, deve tendere all’incontro con Gesù mediante il riconoscimento della sua identità di Figlio di Dio e Salvatore; l’appartenenza consapevole alla Chiesa; la conoscenza amorevole e orante della Sacra Scrittura; la partecipazione attiva all’Eucaristia; l’accoglienza delle esigenze morali della sequela; l’impegno di fraternità verso tutti gli uomini; la testimonianza della fede sino al dono sincero di sé (‘) I giovani sono una risorsa preziosa per il rinnovamento della Chiesa e della società. Resi protagonisti del proprio cammino, orientati e guidati a un esercizio corresponsabile della libertà, possono davvero sospingere la storia verso un futuro di speranza». (EVBV, 32)

 

«L’educazione alla fede avviene nel contesto di un’esperienza concreta e condivisa’. Oggi il processo tradizionale di evangelizzazione ed educazione alla fede si trova a fare i conti con una reale crisi culturale, che ha modificato la percezione della vita e il rapporto dell’uomo contemporaneo nei confronti del Cristianesimo. In una società che a poco a poco si è scristianizzata, la fede è una realtà che non può più essere data per scontata. ‘Per questo anche oggi è necessario un più convinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede’, come ci ricorda Benedetto XVI nella Lettera Apostolica Porta fidei». (Progetto Pastorale, 2.1)
 
«Vorrei deporre nel cuore e nella mente di ciascuno, innanzitutto una convinzione: Occorre educar   si per educare! Il che significa che ognuno deve avere l’umiltà e la disponibilità a rivisitare se stesso in quanto credente e cristiano. Non dobbiamo dimenticare che in questi primi anni del decennio, l’attenzione dovrà essere rivolta più ad intra. Il che non significa che bisogna estraniarsi dalla realtà e dai problemi che continuamente ci interpellano, ma significa piuttosto sforzarsi di qualificare la nostra testimonianza per essere più credibili. I testimoni sono il futuro del cristianesimo (non tanto i maestri). Essi trasmettono e non comunicano soltanto. Che i testimoni siano il futuro del cristianesimo lo affermava già Tertulliano, con la nota espressione che il sangue dei cristiani è come un seme: quanto più è sparso, tanto più esso produce una messe rigogliosa» (mons. Martella, Ritornare ad educare, p. 23).
 
Il Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile è al servizio del Vescovo della Diocesi per quanto concerne la pastorale dei preadolescenti (scuola secondaria di primo grado), degli adolescenti (scuola secondaria di secondo grado) e dei giovani. Il Servizio diocesano si preoccupa di tradurre e diffondere le indicazioni pastorali del vescovo nel mondo giovanile, ed è da stimolo affinché tutta la comunità cristiana sia attenta alla trasmissione della Fede ai giovani. Il Servizio non è un’associazione né un movimento, quindi ordinariamente non svolge in modo continuativo attività con i giovani. Il Servizio coordina, promuove e organizza alcune iniziative diocesane.
Tutti sono convinti dell’importanza dell’educazione e quasi tutti ne riconoscono la forza trasformatrice e, di conseguenza, la sua capacità di incidere efficacemente sulla radice di molti dei problemi denunciati. La pastorale giovanile assomiglia molto alla educazione, ne assume compiti e prospettive. Ma non è solo educazione. Stando alle prospettive del presente anno pastorale e, in particolare al binomio educazione-fede, essa vuole annunciare che Gesù è il Signore e solo in lui possiamo essere pienamente nella vita e fondati nella speranza. Per questo non può accontentarsi mai di fare anche un ottimo servizio educativo, ma si interroga continuamente sul significato, l’urgenza e le ragioni dell’evangelizzazione aiutando le comunità parrocchiali, le associazioni e i movimenti a centrare l’annuncio su Gesù risorto e a riannodare la relazione d’amicizia con Lui. Se la pastorale giovanile fosse solo un buon metodo educativo, non ci sarebbero tanti dubbi sulla sua importanza. Se però si mette di mezzo anche l’evangelizzazione, spunta subito la domanda che mette in crisi: perché mettersi ad annunciare che Gesù è il Signore’ con tutti i problemi seri che abbiamo? Il Servizio diocesano di pg vuole aiutare a guardare i nostri percorsi nell’unica prospettiva della fede e della vita insieme.