Appunti, pensieri e riflessioni del gruppo famiglia

Parrocchia Madonna della Pace - Molfetta

L’esperienza formativa del nostro weekend, quest’anno presso l’Oasi Tabor di Nardò (LE) dall’11 al 13 luglio, ci ha dato l’opportunità di verificarci nel nostro cammino alla luce di temi molto significativi e profondi.

Quest’anno siamo stati accompagnati alla riflessione personale e di coppia dal Cantico dei Cantici:

 

“Mi baci con i baci della tua bocca” Ct 1,2.

Le immagini della tenerezza e dell’amore.

 

“Il mio diletto è per me” Ct 1,13.

La tenerezza sponsale come amabilità.

 

“Lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia” Ct 3,1.

Tenerezza tra eros e agape.

 

“Ponimi come sigillo sul tuo cuore” Ct 8,6.

Tenerezza e gioia di amarsi nel Signore.

 

Il nostro Parroco, Don Angelo Mazzone, ha dettagliatamente spiegato i succitati brani approfondendo il tema dell’amore sponsale sotto vari aspetti e facendoci considerare l’Amore di coppia come un sentimento che mira all’eternità.

Amore come estasi, ma estasi non nel senso di un momento di ebbrezza, ma estasi come cammino, come esodo permanente, dell’Io chiuso in se stesso verso la liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, verso la scoperta di Dio, che apre la finestra all’umanità.

Quello che ci ha lasciato il gusto di riprendere il nostro quotidiano vivere con maggiore slancio, sono state le tante riflessioni e considerazioni.

Eccone qualcuna:

“Per amare sii amabile”, scrive Ovidio.

E infatti non si può essere amati senza essere amabili e, viceversa, non si è amabili se non si ama. L’amabilità è come la raffinatezza dell’amore, la sua visibilizzazione e il suo stile.

Il Cantico dei Cantici, non fa altro che rappresentare una coppia gradevole, amabile, capace di attirare l’attenzione dell’uno verso l’altro, proprio come quel vino dolce di cui si parla, che si lascia bere: “Mi baci con i baci della tua bocca! Le tue tenerezze sono più dolci del vino…..”.

Una coppia è amabile quando  l’uno sa scoprire le qualità dell’altro, si mette in relazione con l’altro, al servizio dell’altro, riceve le attenzioni dell’altro, senza rifiutare l’aiuto dell’altro. La parola, “non ho bisogno di te”, in una relazione di coppia, non dovrebbe esistere.

Alle volte la si ritiene una debolezza, una sottomissione. Invece no! Le attenzioni, le cure, quel ripetersi: “ho bisogno di te”, fa si che l’amore dia un senso alle propria vita e si rafforzi sempre più.

Affinché l’amore duri a vita, la coppia deve scoprirsi complice, non come un amore possessivo, ma “Agape”: amore che dà, l’amore tra lui e lei che non trattiene nulla per sé. Amore come amicizia, come scambio di tenerezze, di coccole e di opinioni che vanno messe in comune per la crescita degli altri. L’amore ci fa felici di amare.

“Philia”: sentimento di benevolenza nei confronti dell’altro, della natura, del mondo che ci circonda. Un amore che porta a stringersi l’uno con l’altro fortemente e non desidera altro che condividere e sentirsi coppia di un progetto di vita che Dio ha preparato per ognuno. Un amore che porta a renderci amabili curando la propria persona senza trascurare affinità, anche a livello culturale, che porta dall’andarsi incontro per conoscere il mondo dell’altro che protende via via a diventare oblazione totale per la propria famiglia e i propri figli. Così con il dono disinteressato della carità e dell’Amore di Dio, proprio come faceva Lui: “li amò fino alla fine”  (Gv. 13,1). 

Ed infine “Eros”, non come sessualità fine a se stessa, ma come intimità tesa all’unificazione di corpo e anima di origine divina: la lontananza, il cercarsi, il rincorrersi, il ritrovarsi ed infine l’intimo abbraccio.

Dio di infinita tenerezza ci affidiamo a Te per divenire fidanzati e sposi consacrati a Te.

Capaci di tenerezze l’uno per l’altro, Ti ringraziamo, Ti lodiamo e Ti benediciamo.

Infondi sempre nei nostri animi la dolcezza del Tuo amore, perché sappiamo amare come Tu ci ami, con generosità e benevolenza riconciliandoci e perdonandoci ogni giorno.

Tu ci precedi, ci accompagni e ci segui con amore di padre e di madre.

La Tua grazia supera infinitamente le nostre paure e le nostre insufficienze.

Noi vogliamo fondare su di Te la nostra casa e le nostre famiglie, divenendo scuola di tenerezza per i nostri figli e per quanti ci circondano, sicuri che con Te amare è ricominciare sempre una nuova stagione.

 

A cura di Annalisa Antonacci e Pasqua Chiarella