Auschwitz e Birkenau, i giovani della GMG fanno memoria e pregano per l’umanità ferita

di Andrea Teofrasto

Dopo circa 30 ore di viaggio e una nottata trascorsa nella palestra della scuola che li accoglie, i nostri 69 giovani partiti per la GMG vivono oggi una tappa determinante, proprio all’inizio delle due settimane polacche: ore 13,00 visita al campo di Auschwitz e Birkenau, simbolo della disumanità dell’uomo che si erge a giudice e a boia del fratello.
Facciamo memoria, anche se dopo molti decenni sembra che la storia ci insegni poco. Loro almeno, i giovani della GMG, sapranno farne tesoro. Ascolteremo le loro impressioni al ritorno, intanto vi proponiamo la nota del nostro corrispondente.

Non c’è bisogno di spendere parole in questa sede per descrivere Auschwitz e Birkenau.
Negli ultimi anni sembra essere cresciuta la necessità di portare i ragazzi a contatto con la memoria di uno dei drammi più scuri della storia dell’umanità. La scuola li istruisce, certo, ma la visita ai campi di concentramento coinvolge tutto il loro mondo emotivo e li aiuta nella formazione di una coscienza civile più capace di essere rispettosa dell’altro.
Da non dimenticare è il ricordo di due luminosissime figure di santi: padre Massimiliano Kolbe e santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) che ad Auschwitz trovarono la morte l’uno nel bunker della fame al blocco 11, l’altra nella camera a gas. A loro si aggiunge il ricordo dei martiri polacchi.
Auschwitz non è soltanto un luogo: visitare luoghi che hanno raccolto così tanto dolore in pochi anni richiede una forza d’animo notevole, per poter stare sopra le cose, per come sono state, non per come vorremmo incasellarle noi, per non interrogarsi soltanto su come è potuto accadere, ma per prendere atto che tutto ciò è accaduto per volere dell’uomo.