Al santuario di Czestochowa

di Andrea Teofrasto

23 luglio 2016
Accoglienza festosa, un grande via vai di persone, gruppi, sacerdoti, suore. Si canta, si parla, si scherza e gioca. Tra festa, preghiera e impegno sociale, le giornate sono scandite dalle catechesi previste per i giovani nelle diverse lingue. Dal polacco all’italiano, dall’italiano al polacco.
Intanto, però, nel Paese di Karol Wojtyla, l’esplosione di gioventù è appena cominciata. L’intero Paese si mobilita per un evento che oltre alla preghiera e all’ascolto delle parole del Papa, vuole riflettere sull’impegno sociale e civile dei giovani cattolici.
Dai luoghi della memoria di Auschwitz, e Wadowice a Czestochowa.
Ogni anno Czestochowa è meta di cinque milioni di pellegrini che arrivano da tutto il mondo per vedere e adorare la famosa Madonna nera. Alcuni vi arrivano a piedi, dopo aver percorso centinaia di chilometri per giorni. Non sono però i fedeli gli unici ad arrivare qui perché il monastero di Jasna Gora è il santuario nazionale, ma anche uno dei monumenti più belli della regione. Volevamo un’altra, ulteriore prova del sentimento religioso che anima il cuore dei polacchi? E siamo stati accontentati! Capitare al santuario di Jasna Gora è stata sorpresa travolgente. Immensa la folla.
E pellegrini e fedeli continuano a giungere. Canti, preghiere, per ore ed ore. L’interno della vasta, ricchissima chiesa barocca tradisce l’importanza che questo santuario riveste per la nazione polacca. A stento riusciamo a penetrare nella sala dove è conservata la famosa icona della Madonna Nera, l’icona per eccellenza, il simbolo religioso e spirituale attorno al quale la nazione polacca tutta si è stretta e si stringe nei momenti tragici, duri, difficili della sua tormentatissima storia. È là ad un quindici, venti metri da noi, protetta da una cancellata. Una folla di fedeli, molti in ginocchio, le fa da cinta. Pregano, piangono. Impossibile avvicinarsi di più. Ma non serve, non è vedere da un metro più vicino o più lontano che conta.
Risalgono al 1220 i documenti più antichi in cui si parla di Czestochowa. La Vergine Nera è un’icona di tradizione medioevale bizantina della Madonna col Bambino. La leggenda vuole che sia stata dipinta da San Luca che, essendo contemporaneo alla Madonna ne abbia dipinto il vero volto. Nel 1382 l’icona venne portata al Santuario di Czestochowa dal principe Ladislao di Opole. Nel 1430, durante le guerre degli Ussiti, l’icona venne profanata a colpi d’ascia, tanto che ancora oggi ne sono visibili gli sfregi. Nel XVII secolo la Madonna Nera per i polacchi rappresentava la resistenza dei polacchi alle dominazioni straniere.
È questo senso di fede, è questo pathos religioso, mai avvertito prima in una chiesa occidentale ad essere importante, unico.