Approdare o salpare?

di Annalisa Stallone*



Nei giorni 7-8-9 luglio 2017 la nostra associazione, guidata dalla cara presidente Nunzia e da tutta la nuova pesidenza diocesana, “approda” a San Giovanni Rotondo presso il centro di accoglienza “Approdo”, vivendo uno dei momenti più belli di condivisione intergenerazionale così come è stata anche la festa dei 150 anni.

Dopo un periodo che ha visto tutti impegnati per l’organizzazione dei nuovi consigli, le programmazioni nonché, in tre delle nostre città, le elezioni amministrative, il campo ha rappresentato sicuramente un’oasi di pace, di amicizia e formazione che ha rinfrancato il cuore e la mente.

Per quanto mi riguarda, ha dato voce a ciò che da un po’ meditavo: l’importanza della qualità delle relazioni come segno di Carità, il prendersi cura dell’altro e l’attenzione all’altro partendo dalle nostre parrocchie. E noi laici di AC siamo sollecitati a vivere bene queste relazioni mettendo al centro le “persone” e costruendo rapporti vivi, ricchi, empatici e di qualità. La sinodalità di cui ci parlava don Michele nella sua Lectio si deve anteporre a una cultura individualistica.

Quale luogo migliore della parrocchia, piccola cellula della Chiesa che ci aiuta a essere vicini alle persone e con le persone e che, con un orecchio al popolo e l’altro a Dio e con la docilità e creatività missionaria dell’Evangelii Gaudium, ci fa essere “fontana del villaggio”?

La parrocchia è la concretezza della Chiesa e l’AC è un’esperienza da fare insieme dal più piccolo al più grande. La parrocchia è luogo dell’Annuncio, è luogo dove la Parola si fa carne attraverso la nostra missionarietà, è il luogo dove il tempo è superiore allo spazio, è il luogo delle relazioni sincere e della comunione.

Il nostro assistente don Michele Bernardi, Chiara Sancin (vice presidente diocesana settore adulti Roma) e don Francesco Zaccaria hanno provato a farci osare: “Osiamo un po’ di più nel prendere l’iniziativa!”.

“Il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore e per questo la comunità sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani…” (Evangelii Gaudium 24).

Grazie anche ai laboratori che ci hanno visti impegnati per due mezze giornate guidati dall’Evangelii Gaudium, da materiali di approfondimento di don Tonino Bello e dal progetto formativo dell’AC, nonché le semplici parole del nostro Vescovo che ci ha ricordato che “essere è già il primo passo per agire”, ci hanno permesso di farci sperimentare una Chiesa in uscita partendo dall’abitare la nostra parrocchia per poi abitare il territorio.

Affinché tale ricchezza acquisita durante il campo non venga tenuta solo per noi partecipanti, sarebbe bello se nelle singole parrocchie il nostro lavoro fosse subito condiviso prima in consiglio e poi con gli aderenti; siamo la voce di ciò che il campo ha dato non solo a noi ma, attraverso noi, alle nostre associazioni.

E allora questi tre giorni sono stati un “salpare” più che un approdare…

E come amava dire papa Giovanni Paolo II, “Duc in altum”, alziamo lo sguardo verso il largo, sul mare vasto del mondo, gettiamo le reti affinché ogni uomo incontri la persona di Gesù che tutto rinnova. Buon cammino a tutti!

 

*Presidente Parrocchia S. Domenico, Giovinazzo