Luce e Vita - Attualità

L’antisemitismo, il dialogo interreligioso, la vita delle comunità ebraiche oggi…

Intervista all'ebreo Daniele Coppin

La giornata della memoria, l’antisemitismo, il dialogo interreligioso… alcuni argomenti che emergono nell’intervista a Daniele Coppin, Consigliere e Assessore alla Comunicazione e al Culto della Comunità Ebraica di Napoli da cui dipende la sinagoga Scolanova di Trani; di professione geologo impiegato in una società della Regione Campania.

Come si prepara la comunità ebraica alla prossima giornata della memoria? Ritiene che ci sia il rischio di una giornata “ormai da fare” o che andrebbe ulteriormente potenziata nella sua carica educativa?

L’Italia, con la Legge 211 del 2000, ha istituito il Giorno della Memoria in anticipo rispetto all’ONU, che ha istituito questa giornata per la commemorazione della Shoah nel 2005. A tal proposito va detto che il Giorno della Memoria, come fissato nell’art. 1 della Legge 211/2000, ricorda “la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.” Da alcuni anni è in corso un dibattito sul significato di questa ricorrenza per i rischi che lei evidenzia nella sua domanda. Purtroppo, sempre più di frequente, il Giorno della Memoria sta diventando un “contenitore” per parlare non solo della Shoah ma anche di altri genocidi e tragedie – dal genocidio armeno ai migranti – con il rischio di banalizzare tanto questi ultimi quanto la Shoah stessa, per poi ignorare il tutto durante il resto dell’anno.

Come giudica gli ultimi eventi antisemiti (esigenza della scorta alla signora Segre, tombe ebraiche oltraggiate…)? Cosa determina ancora oggi un astio antiebraico?

L’antisemitismo è un fenomeno che ha attraversato i secoli e che sarebbe troppo riduttivo ricondurre alla sola ignoranza. In realtà, esso si è sempre annidato in ogni settore della società, indipendentemente dalle correnti culturali, politiche e religiose. Ciò che è cambiato nel corso della Storia sono le motivazioni, ma sarebbe più corretto definire i pretesti, addotti per giustificare il pregiudizio, le discriminazioni e le persecuzioni degli Ebrei. Si è passati dalle accuse medievali di deicidio e del “sangue” (il caso più famoso è quello di Simonino di Trento) a quella di praticare l’usura, da quella di controllare la finanza ed i destini dei popoli a quella più recente, dalla nascita dello Stato di Israele, di praticare il “genocidio dei Palestinesi”. Queste e altre accuse che pure sono state mosse agli Ebrei, pur se molto diverse tra loro, hanno una caratteristica che le accomuna, vale a dire quella di risultare verosimili (seppur false) ai contemporanei delle varie epoche. Oggi, la crisi economica degli ultimi anni e l’impatto sulle società occidentali e, in particolar modo, su quelle europee, dell’immigrazione dall’Africa e dal Medio Oriente, hanno favorito la diffusione di un sentimento di fastidio e diffidenza verso tutto ciò che è diverso o che, in qualche modo, può turbare l’ordinarietà quotidiano, questo stato d’animo di sostanziale insicurezza induce molti a cercare un colpevole al quale poter attribuire la responsabilità di tutto ciò e quale capro espiatorio “migliore” dell’Ebreo, presente all’interno della società ma, nel contempo, distinto da essa per le sue tradizioni, il suo modo di pregare in una lingua diversa, addirittura un “suo” Stato al quale, secondo alcuni, noi saremmo più fedeli che a quello in cui viviamo.

Il dialogo fra cristiani ed ebrei è ormai un impegno irreversibile, cosa manca ancora, cosa si potrebbe fare a livello di realtà territoriali?

Il 16 Gennaio scorso si è celebrato il 31° anniversario del dialogo ebraico cristiano, a testimonianza di un cammino avviato da diversi anni per favorire l’incontro di quelle che, con l’Islam, sono le religioni abramitiche. Il cammino finora fatto è stato positivo e va avanti. Tuttavia ritengo che ancora molto si possa e si debba fare a livello territoriale, estendendo le occasioni di incontro anche a quelle realtà più distanti dai grandi centri urbani e dove potrebbero essere diffusi ancora stereotipi e pregiudizi che possono essere abbattuti più facilmente favorendo la conoscenza dell’Ebraismo.

Superata da parte cristiana l’accusa di deicidio e ripristinata la considerazione degli Ebrei quali “Fratelli Maggiori”, qual è la considerazione che oggi gli Ebrei hanno di Gesù di Nazareth e dei Cristiani?

Per quanto riguarda Gesù di Nazaret, per noi Ebrei è l’ebreo Yeoshua Ben Yossef, senza alcuna valenza religiosa. Per quanto riguarda i Cristiani, sono credenti in un’altra religione che condividono con noi molte scritture che fanno parte del nostro canone, anche se con interpretazioni diverse dalle nostre.

Il suo parere sul pontificato di Papa Francesco.

Premesso che, in quanto Ebreo, non sta a me esprimere un giudizio sul pontificato di Papa Bergoglio. In ogni caso ritengo molto positivo l’accento posto sull’importanza del dialogo interreligioso e multiculturale che prosegue nella strada già intrapresa dai suoi predecessori.

Quali sono le attività ordinarie della sua comunità ebraica?

La Comunità Ebraica di Napoli è una delle 21 Comunità Ebraiche Italiane che compongono l’UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. In particolare, la Comunità Ebraica di Napoli è, per territorio di competenza, la più estesa essendo comprese nella sua circoscrizione le Regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. I compiti della Comunità consistono nell’assicurare il culto, nel promuovere e divulgare il pensiero e la cultura ebraica, nel curare la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, storici ed artistici ebraici, provvedere in genere alla tutela e alla rappresentanza degli interessi morali degli ebrei e intrattenere rapporti con enti e istituzioni pubbliche e private. A tal fine, la Comunità organizza conferenze, concerti e corsi volti alla conoscenza dell’Ebraismo. Inoltre, collabora, in occasione del Giorno della Memoria, con gli enti e le istituzioni che organizzano manifestazioni per ricordare la Shoah.

Un auspicio per la prossima Giornata della memoria.

L’auspicio è che, a fronte dei rigurgiti di un antisemitismo che si mostra anche sotto nuovi aspetti, si comprenda l’importanza della conoscenza come antidoto al pregiudizio e si comprenda che ricordare la Shoah perde di significato se non si ha la capacità di riconoscere quei segnali che già in passato sono stati i precursori della discriminazione e delle persecuzioni.

a cura di Luigi Sparapano
Luce e Vita n.4 del 26 gennaio 2020

 

 

 

 

 

 

 

(Guarda la fotogallery di M.C. Sparapano del 26 gennaio 2020)

Memoria della Shoah