Comunicazioni sociali

Vademecum diocesano per attività in streaming: messe, riti, incontri…

Dalla comunicazione alla comunione

Vademecum a cura dell’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali

Messa, Catechesi, Rosario, Via Crucis, Benedizioni… tutto rigorosamente in diretta streaming (Streaming: “un flusso di dati audio/video trasmessi da una sorgente a una o più destinazioni tramite una rete telematica. Questi dati vengono riprodotti man mano che arrivano a destinazione”). Tra i pochi pregi del COVID-19 c’è quello di aver portato improvvisamente in luce l’esigenza e la preziosità pastorale dell’Animatore della Comunicazione. Quando tutto, o quasi, si è fermato nelle nostre parrocchie, l’animatore della comunicazione (già istituito o improvvisato) ha sviluppato la sua azione, uscendo di casa e prestandosi a dare voce ai nostri pastori perché giungesse alla comunità la loro voce e presenza. E questo dovrebbe rendere più chiara questa figura centrale nella pastorale e non solo ai tempi del coronavirus. Non chiamiamoli operatori o tecnici, ma riconosciamo il ruolo decisivo dell’Animatore, anzi, dell’ECO parrocchiale (Èquipe COmunicatori) di cui già da anni in Diocesi parliamo..

Tante le iniziative pubblicate sui social in questo periodo. Alcune pensate e di qualità, altre improvvisate, pur se in buona fede. Se queste possibilità di annuncio sono state rese possibili in tempo di pandemia, perché non valorizzarle (in misura diversa) in tempo ordinario?

In attesa di poter tornare a riflettere in maniera più sistematica per valorizzare pastoralmente i new media, e non solo in tempo di emergenza, l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi ha voluto stilare questo vademecum a cui è opportuno attenersi. Ogni media digitale, quando è usato in modo istituzionale (es. nome parrocchia) coinvolge la parrocchia in molteplici aspetti. Non va pertanto pensato in modo personale arbitrario, ma va inserito all’interno della pianificazione pensata, per evitare sovrapposizioni, dispendio di energie, e improvvisazioni.

Ecco alcune brevi indicazioni:

  1. Cosa facciamo?
    • Il parroco con i suoi collaboratori e l’animatore della comunicazione possono pianificare le iniziative pastorali che, in questo periodo, possono essere messe in atto per non interrompere l’azione pastorale: Messa in diretta streaming, altri momenti di preghiera (Rosario, Liturgia delle ore…), brevi incontri con i gruppi in videochat, videomessaggi da inviare ai parrocchiani… Non c’è da esibirsi o esaltarsi narcisisticamente, quindi anche in questa tipologia di azione ci sia massima sobrietà e discrezione. Sottolineiamo che la Messa ha un valore spirituale se partecipata in diretta, non in differita.

 

  1. A chi ci rivolgiamo?
    • Deve essere chiaro chi sono i destinatari della nostra attività comunicativa. Se la Messa è per tutti, altri momenti possono essere differenziati e calibrati per destinatari diversi; in particolare non si lascino esclusi coloro che non accedono alla rete (anziani, ammalati…) ai quali resta lo strumento televisivo con la ricca programmazione che le emittenti cattoliche (TV2000, Tele Dehon, Tele radio Padre Pio…) non fanno mancare. A questo si potrebbe aggiungere una telefonata di tanto in tanto, da parte del parroco o altro animatore, soprattutto a chi sappiamo meno circondato da parenti. Lodevole iniziativa è stata, da parte di alcuni parroci, quella di utilizzare sistemi di diffusione audio (come i processionali) nei quartieri.

 

  1. Quali piattaforme utilizziamo?

I diversi canali comunicativi non sono equivalenti per tipologia e per destinatari:

  • Messa, Rosario, Liturgie…: diretta streaming sulla pagina Facebook o sul canale Youtube della parrocchia, non sul profilo del parroco o di altri enti terzi, evitando pubblicità; importante, per chi lo ha attivato, condividere le dirette sul sito ufficiale della parrocchia.
  • Brevi incontri con i gruppi: è possibile farli (come in tanti già fanno) su piattaforme gratuite quali Zoom, Skype, GSuite… Consentono di “incontrarsi” e poter dialogare pur vedendosi attraverso lo schermo.
  • Messaggi testuali o video: è possibile utilizzare la messaggistica di Whatsapp (che richiede i numeri di telefono dei destinatari) oppure attivare un canale Telegram (a cui ci si può iscrivere autonomamente, senza dover dare il proprio numero) oppure post e dirette su Instagram.

 

  1. Innanzitutto: la connessione!
    • È il requisito prioritario prima di ogni altra esigenza. Occorre verificare se nel luogo della celebrazione esista una rete wifi (evidentemente di cui è già dotata la parrocchia) e se nella posizione in cui si intende collocare il telefono ci sia ottima connessione, altrimenti meglio non farla. A tale proposito ricordiamo di attivare la modalità aereo sullo smartphone e di abilitare solo il WIFI. Esistono strumenti che possono “amplificare” la connessione dall’ufficio parrocchiale (o dove è posizionato il modem) all’aula liturgica: es. Powerline a costi accessibili.
    • Se questo non è possibile si dovrà utilizzare la rete dati del telefono, verificando (nei giorni prima delle celebrazioni) che il telefono abbia un’adeguata ricezione col proprio gestore telefonico, oppure sostituire la scheda utilizzando un gestore con maggiore campo. È sempre necessario fare alcune prove in tempi adeguati.
  2. Come fare una diretta?

Ci sono due modi per fare una diretta sui social.

  • La più semplice, con uno smartphone o con un tablet con fotocamera di discreta qualità, utilizzato in posizione orizzontale. Ad oggi il social più immediato è Facebook, sulla pagina della parrocchia (eventualmente da attivare; l’UCS può fornire un tutorial per come attivare la pagina Facebook istituzionale).
    Differentemente su Instagram il telefono deve essere posizionato in verticale.
  • Più articolato è l’utilizzo di software esterni per lo streaming, per esempio Open Broadcaster Software | OBS (obsproject.com) che permettono anche di usufruire di una regia e di poter utilizzare una reflex o una videocamera per la diretta. Tale soluzione richiede alcune competenze che non è possibile descrivere in questo vademecum. Esistono video tutorial su Youtube, ma non è indispensabile per offrire un servizio semplice ed efficace.

 

  1. L’inquadratura
    • Occorre posizionarsi di fronte all’altare (se si tratta della Messa) o al tavolo (se si tratta di conferenza o altro) facendo in modo di non mettersi contro la luce e che l’obiettivo da inquadrare sia ben illuminato. È necessario dotarsi di un cavalletto da terra o un treppiedi da tavolo per mantenere fisso il telefono, ma avere anche la possibilità di ruotarlo per seguire alcuni movimenti del celebrante e di chi partecipa. Importante poter inquadrare tutto lo spazio liturgico (altare, ambone…). Conviene collegare il telefono all’alimentazione o comunque garantirsi di avere la batteria carica che duri per il tempo necessario (facendo i video, la batteria si esaurisce più velocemente). Con lente e leggere rotazioni laterali potrà essere inquadrata la cerimonia e coloro che parlano, oppure un segno o un quadro o una statua. Non effettuare zoomate per evitare di sgranare l’immagine e perdere qualità nella ripresa. Meglio posizionarsi più vicino all’area di interesse.

 

  1. L’audio
    • L’audio degli smartphone o del tablet è di solito sensibile, ma in un ambiente vuoto si rischia di sentire l’eco o un fastidioso rumore di fondo; in tal caso si può ovviare in due modi:
      • Collocandosi con lo smartphone o tablet quanto più vicino all’altoparlante da cui “esce” la voce di chi parla, preferendo una inquadratura in diagonale rispetto all’altare;
      • Utilizzando un microfono aggiuntivo al telefono (anche gli auricolari possono andare bene), con jack (spinotto) da “tre e mezzo”. Ovviamente va prima provato perché non tutti i microfoni funzionano su tutti gli smartphone o tablet. In tal caso è bene acquistare anche una prolunga così si ha più libertà di movimento nello spazio di azione.

 

  1. La privacy e norme di sicurezza
    • Che sia la Messa o altra attività, è doveroso precisare a chi viene ripreso in diretta (sacerdote, ministrante, animatore, cantore, relatore…) che si tratta di una trasmissione e che quindi sarà pubblicata in rete e visibile a tutti. Quindi che sia dato il consenso. In ogni attività siano assolutamente osservate le norme di comportamento governative (numero di persone presenti, distanza, dispositivi individuali…)

 

  1. L’annuncio
    • Sia data ampia comunicazione della diretta in tutti i modi possibili, quale appuntamento della Comunità al quale prepararsi adeguatamente. Anche con tam tam fatti a mezzo servizi di messaggistica (Whtapp, SMS, Telegram…)

 

  1. Preparazione e Partecipazione
    • Se per chi trasmette è doveroso prepararsi per tempo facendo ogni prova, anche chi assiste da casa dovrà adeguatamente prepararsi, sospendendo ogni attività domestica e ponendosi in modo composto con la famiglia dinanzi allo strumento di ricezione in casa (smartphone o tablet o PC), magari anche attraverso segno che richiami la nostra fede, quale una candela… La diretta sia avviata almeno 5 minuti prima dell’inizio in modo che si possa trasmettere il link ai destinatari e prima di iniziare l’animatore o il parroco, dica alcune parole semplici di saluto e di predisposizione alla Messa, anche raccogliendo intenzioni di preghiera. Nel caso della Messa è veramente inopportuno “commentare” sul social o pubblicare emoticon, quasi come forma di protagonismo. Queste disturbano il clima di concentrazione degli altri. Magari a fine Messa sarebbe più opportuno, ma non durante.

L’Ufficio Comunicazioni Sociali assicura, come sempre e nei limiti di movimento consentiti, un supporto in termini di consigli.

Di seguito un ulteriore decalogo elaborato più in generale dall’Ufficio Comunicazioni sociali nazionale:
Messa_Tv_streaming