Omelia per la Celebrazione per la Pace

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presso la Madonna della Pace, Molfetta
23-01-2021

Carissimi tutti, grazie ai vari responsabili dell’Ufficio diocesano della Consulta delle Aggregazioni Laicali, che hanno organizzato anche quest’anno, un bel momento di preghiera per la Pace, che ha come tema, quest’anno, voluto da Papa Francesco: “La cultura della cura come percorso di pace”. “Prendersi cura, aver cura, curarsi di…”, sono modi differenti di dire la medesima cosa. Siamo frutto dell’amore di Dio Creatore e Padre, il quale ci invita a prolungare nella storia e nella vita questo profondo sentimento di amore e di prossimità.

Avere cura di sé, delle cose create e del prossimo è l’arma con cui possiamo e dobbiamo debellare, dice il Papa, quella che è la “cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro” (n.1). Cultura sicuramente ha la radice nella parola coltivare = prestare attenzione, avere benevolenza, cattivarsi l’attenzione di qualcuno…, ecc. Nostro Signore, creandoci si è presa cura di noi, circondandoci di quanto è a noi necessario, non solo al corpo. Siamo chiamati per vocazione a prenderci cura, dice il Papa. Nell’Eden, il Creatore affida all’uomo il creato con l’incarico di “coltivarlo e custodirlo” (Gn 2, 15).

Purtroppo, spesso, dimentichiamo che dobbiamo prenderci cura non solo delle creature inanimate (cose ed animali); soprattutto dobbiamo relazionarci con amorevolezza coi nostri fratelli e sorelle. Quanta pena avrà suscitato nel Signore la risposta del malefico Caino, che si schernisce dicendo: son forse io il custode di mio fratello?!

Papa Francesco in modo perentorio ci ripete che nella misura in cui promuoviamo la cultura della cura, tracciamo percorsi di pace, di serenità e di benevolenza. Mi piace richiamare al nostro cuore e alla nostra mente, quanto il Pontefice ci dice in conclusione del suo messaggio: “Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno, concretamente, per <formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri> (n.9).

Curare, non necessariamente vuol dire guarire. A noi il Signore chiede innanzitutto di prenderci cura, di avere cura e di prenderci a cuore gli uni gli altri. Un esempio che Papa Francesco ci addita è il Buon Samaritano, il quale, solo dopo aver soccorso il malcapitato dice all’albergatore: prenditi cura di lui! (Lc 10, 30-37).

Gli altri imparano più dal nostro esempio che dalle nostre parole!

Abbiamo ascoltato che il tempo si è fatto breve, anzi: è compiuto (Cf Mc 11, 14). Viviamo in modo kairologico, profetico e sapienziale il tempo che il Signore mette a nostra disposizione, in modo da non avere rimpianti per ciò che potevamo fare e non abbiamo fatto.

A Maria, stella del Mare e Regina della Pace, affidiamo il cammino della Chiesa e degli uomini di buona volontà, perché venga disseminato da iniziative e gesti di amore, di perdono e di squisita carità. Così sia!

Ancora grazie a voi tutti!