A conclusione della processione nella festa della Madonna di Corsignano

Giovinazzo, Saluto in Piazza, 20 Agosto 2017
20-08-2017

Carissimi sacerdoti, diaconi, autorità civili e militari, comitato Festa Patronale, portatori, confraternite, emigrati e forestieri, graditissimi ospiti e villeggianti, con fede ed emozione abbiamo percorso alcune strade della nostra Città in compagnia della Mamma Celeste, la Madonna di Corsignano.

A Lei abbiamo aperto il nostro cuore, le nostre case, perché ne ascoltasse i gemiti, i dolori, le aspirazioni, i sogni di tanti che sono nell’oscurità della desolazione e della disperazione!
La Festa Patronale è l’occasione propizia per rivedere volti di parenti, di amici, ma anche di persone senza identità ed in cerca di affetto, accoglienza e comprensione. Sono vivi ancora nei nostri occhi gli scenari di inaudita violenza che ha versato sangue e terrore nel cuore della Città di Barcellona e in molti altri paesi del mondo. Il brano del Vangelo di questa Domenica, (XX del T.O., Mt 15, 21-28) ci ha mostrato un Gesù che ascolta la supplica di una mamma disperata, perché aveva a casa una figlia gravemente malata. Quella mamma cananea non faceva parte della cerchia degli invitati, né dei simpatizzanti; era una forestiera, di una regione pagana
(Tiro e Sidone), ma dotata di una fede straordinaria!
Mentre quella donna con tutte le sue forze gridava verso Gesù: “Figlio di Davide, abbi misericordia di me, esaudiscimi”, proprio alcuni dei discepoli le intimavano di tacere!
Dopo inutili tentativi di zittire quella donna, quegli stessi discepoli supplicarono il Signore di esaudirla, proprio per la sua insistenza!
In questa scena ci sembra di vedere Maria che a Cana di Galilea, senza essere stata interpellata, intercede presso il suo Figlio, a favore di quegli sposi in difficoltà, per la mancanza di vino.
Maria, come Gesù, ci insegna a farci carico dei bisogni del prossimo, ad avere compassione di coloro che sono nel bisogno, nella sofferenza e nella solitudine. Soprattutto dobbiamo noi intercedere per i lontani, gli sfortunati, gli oppressi, i rifugiati ed emarginati!
Quante volte, noi stessi, anziché avvicinare, abbiamo allontanato altri dal Signore, con il nostro modo di fare e di agire, schiavo dell’ipocrisia o della legge!
Oggi siamo in festa! Giusto che sia così! Ma dobbiamo ricordare che:
“ESSERE FELICI È FARE FELICI, RENDERE FELICI”!
Proprio perché nessuno ha il diritto di essere felice da solo, dobbiamo prodigarci per suscitare, creare o custodire la serenità nel cuore e nella vita di qualcun altro!
Miei cari, a Maria dobbiamo chiedere di essere come Lei, pronti e solleciti in favore di chi non ce la fa, di chi viene schiacciato dalla forza, piuttosto che attirato dall’amore e dalla carità!
Torniamo a casa, questa sera, dopo esserci accorti che accanto a noi c’è qualcuno che ha bisogno di noi, del nostro tempo, della nostra delicatezza, della nostra misericordia! Diciamo basta ad un modo di vivere la festa solo in modo pagano ed egoistico, che si consuma intorno ad una mensa ricca, ma senza sapore e senza armonia! Abbattiamo i muri dell’indifferenza e della presunzione.
Rivestiamoci di sentimenti di umiltà e di carità. Rendiamo la nostra Città più vivi- bile, accogliente, attraente non solo per le sue bellezze naturali ed artistiche, ma soprattutto per lo spessore della nostra solidarietà e della nostra serena fiducia nel prossimo.

Auguro che la nostra Città di Giovinazzo e il mondo intero si sveglino final- mente e comincino ad interessarsi degli oppressi, dei bisognosi e dei cercatori di pace!
Sconfiggiamo l’ambiguità, lo sfruttamento, l’indifferenza e soprattutto liberiamoci di una fede che non costa nulla!
“La società adorante del nulla dimentica che c’è l’eterno e questo rende la vita povera e manipolabile”! (Susanna Tamaro).
Concludo con un auspicio, che troviamo nel passaggio bellissimo di una canzone italiana:
“Non c’è figlio che non sia mio figlio, né ferita di cui non senta il dolore. Non c’è terra che non sia la mia terra e non c’è vita che non meriti amore”! (Fiorella Mannoia).
Carichiamoci del fardello del nostro fratello! Comprendiamo che “essere felici è far felice qualcun altro”!
Questo è sicuramente quello che vogliono la nostra Mamma celeste Maria e il suo Figlio Gesù!
Tra un’ora, con una trentina di giovani preti e seminaristi di Teologia, partiamo per un viaggio pastorale in Albania, sui passi dei 40 martiri dell’ateismo, uccisi durante il regime comunista. Chiedo una preghiera!
Auguri a tutti!

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo