Omelia a conclusione della festa della Madonna di Corsignano 2016

21-08-2016
CONCATTEDRALE DI GIOVINAZZO 21 AGOSTO 2016
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         Carissimi sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, autorità civili e militari, confraternite, Presidente e componenti del Comitato Feste Patronali, fratelli e sorelle, siamo qui per onorare, venerare e contemplare la Bella Vergine Maria di Corsignano. Ieri mattina, numerosi, siamo andati in pellegrinaggio nel luogo in cui la tradizione vuole sia giunta tra di noi la Venerata immagine di Maria. Oggi siamo dinanzi alla venerata Icona, come figli in visita alla propria mamma, nel giorno del suo onomastico!
         In ogni casa, festeggiare la mamma è motivo di giubilo per tutti i presenti:  piccoli e grandi, sani ed ammalati, vicini e lontani.
         Vivo con voi, per la prima volta, l’emozionante atmosfera della Festa, quest’anno. Sono confuso, grato al Signore ed emozionato come un bambino! Vorrei che la medesima sensazione la viveste voi, carissimi.
         “Lodate il Signore, popoli tutti, voi tutte nazioni, dategli gloria. Forte è il suo amore per noi e, la fedeltà del Signore dura per sempre” (Sal 116, 1-2).
         A me pare che queste parole, assai toccanti del Salmista, le  pronunci la nostra Mamma Celeste, per ognuno di noi, per la collettività giovinazzese!
Festeggiando, celebrando Maria, la Mamma, celebriamo e glorifichiamo nello stesso tempo il Figlio, il nostro unico Redentore.
         E, ancora, l’autore della Lettera agli Ebrei, ci esorta così:“Rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e, fate passi diritti con i vostri piedi” (Eb 12, 12-13).
         Come dunque, possiamo riprendere forza e coraggio, in chi dobbiamo riporre fiducia e speranza?
         Il Signore Gesù, nel brano del Vangelo, credo dia a noi tutti la risposta più chiara possibile: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché, molti vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno” (Lc 13, 24).
         Queste parole non sono una minaccia, ma una esortazione; non sono un rimprovero, ma uno sprone ad incamminarci decisamente dietro il Signore, sulla strada che porta a Gerusalemme cioè, al luogo della manifestazione suprema dell’amore: il dono totale di sé sulla croce!
         Lasciamoci dunque esortare, incoraggiare, riprendere dal Signore, al quale sta a cuore la nostra salvezza!
Non disprezzare la correzione del Signore e, non ti perdere d’animo quando sei ripreso da Lui, perché il Signore corregge colui che ama e sferza chiunque riconosce come suo figlio” (Eb 12, 5-6).
         Bisogna oggi più che mai, essere essenziali, cercare “il bene in sé, più che il bene per me”! Lasciamoci potare dalla Parola di Dio, affinché diventiamo più fruttiferi!
         La porta stretta che il Signore Gesù ci indica, non è l’uscita di sicurezza, la scorciatoia della vita spirituale. Essa è da prendere in senso affettivo, morale e spirituale; cioè in modo serio ed individuale!
         Alle Olimpiadi abbiamo assistito a veri e propri miracoli, per noi, ma non per quegli atleti che con immani sacrifici hanno sottoposto il corpo e l’animo ad estenuanti esercizi, pur di raggiungere un premio! Le cose più belle costano di più! Tante volte, l’essenziale è scomodo, pesante, ma necessario! 
Non siamo tanto stolti, da trascurare ciò che vale, preferendo invece il secondario, il futile e l’ illusorio!
         Gesù si sta dirigendo verso Gerusalemme! Questa meta è la misura del suo amore per noi. Non è una passeggiata, ma un’offerta totale e generosa di sé per tutti i popoli.
         Sarebbe una sciagura se noi, che ci diciamo  amici da sempre, assidui ed irreprensibili nell’osservanza dei precetti del Signore, fossimo superati da quelli che noi  consideriamo ultimi, lontani o addirittura nemici di Dio.
         Che tristezza sarebbe per noi, sentirsi dire, quando busseremo alla sua porta: non vi conosco e non so di dove veniate!
         Piuttosto, immaginiamo che realmente, fuori della porta, non poche volte, si trova proprio il Signore, che bussa aspettando che gli apriamo (Cf Ap 3, 20). Siamo noi, miserabili, a dirgli: non so chi sia, non ti conosco, non ho bisogno di te!
         Miei cari, la Madonna, a Cana di Galilea, esortò il suo Figlio a compiere il miracolo di cambiare l’acqua in vino buono. Chiediamo a Gesù che cambi la nostra freddezza interiore in audacia, in coraggio, affinché, uscendo da questa Chiesa, altri, si possano meravigliare e stupire per il nostro cambiamento interiore! Maria ci renda partecipi della sua fede, della sua fiducia e della sua umiltà!
Noi, vogliamo essere quegli ultimi che precedono molti altri, nella via della sequela di Gesù e della perfezione!
         Auguri a voi tutti e così sia!

+ DOMENICO CORNACCHIA
VESCOVO DI Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi

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