Omelia al Sacrario dei Caduti di oltremare di Bari

04-11-2016
BARI 4 NOVEMBRE 2016
SACRARIO DEI CADUTI D’OLTREMARE
 
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         Signor Presidente del Senato, Signor Governatore della Puglia, gentilissime autorità civili e militari, ex combattenti e reduci, Reverendissimi Sacerdoti e Cappellani Militari, fratelli e sorelle, sono lieto di essere tra voi, quest’oggi, per commemorare tutti i defunti, caduti in guerra, in ogni parte del mondo, per la difesa dei diritti umani e civili. Nel medesimo tempo voglio ricordare e pregare anche per i vostri cari ed amati defunti.
         Altresì, stamani, ricordiamo le vittime del disastroso terremoto del centro Italia e di ogni tipo di violenza!
         Ci inchiniamo dinanzi a chi ha dato la vita per la difesa della Patria, e dei deboli; per la pace e la fratellanza tra i popoli.
         Siamo qui, tutti radunati, nella certezza che non tutto muore della nostra vita. Ascoltiamo i nostri defunti. Gli antichi dicevano: Mortui vivos docent (= lascia che i morti insegnino ai vivi) e, ancor più, la Lettera agli Ebrei (Eb 11, 4), parlando della fede di Abele, dice: “Mortuus adhuc loquitur (= il morto,  ancora ci parla).
1.      È un bisogno, più che un dovere, da parte nostra, ringraziare i tantissimi militari che sul campo di battaglia hanno versato il loro sangue per la pace tra i popoli. Molti soldati, non hanno mai fatto ritorno nelle loro famiglie e, genitori e figli li piangono ancora, senza consolazione. Essi sono immortali, perché hanno dato la vita per i valori che mai tramontano. Il silenzio che sale dalle loro tombe parla alle nostre coscienze e ci dice che vive invano solo chi non è utile a nessuno (= Frustra vivit qui nemini prodest)! Tertulliano (autore cristiano del 2° secolo) diceva: Sanguis martyrum semen christianorum(= Il sangue dei martiri è il seme del Cristianesimo). Noi aggiungiamo che la morte dei nostri soldati e, di quanti hanno lasciato una traccia indelebile della loro testimonianza, deve scuotere le nostre coscienze e dare impulso alla nostra società! Vita, infatti non è tanto vivere, quanto valère”!
2.      Inoltre, in questo luogo santo, sforziamoci di comprendere che, molte volte, non basta evitare il male, occorre fare il bene. Oggi, le vere guerre sono incruenti: si combattono nei palazzi, a tavolino, con leggi ingiuste ed oppressive. Non è sufficiente limitarsi a non odiare, bisogna amare! Non basta non essere ingiusti, è necessario essere misericordiosi! La fede in Dio ci dice che siamo fatti per la vita e non per la morte. Dobbiamo combattere la terribile guerra dell’indifferenza e dello scarto, dice Papa Francesco, partendo dall’ambiente in cui viviamo e, contagiando positivamente chi ci sta accanto!
3.      Infine, oggi, i nostri cari defunti ci dicono che non conta tanto vivere a lungo, ma vivere bene, dando un senso profondo a ciò che facciamo e diciamo! Viviamo in modo da essere imitati, non dimenticati! Chiediamo a Dio, Padre dell’intera umanità, il dono della pace tra i popoli, cominciando noi stessi ad essere più tolleranti, accoglienti, fiduciosi ed ottimisti.
         La nostra Nazione celebra la Festa delle Forze Armate e la Giornata di Unità Nazionale. Carissimi, chiediamo al Buon Dio di essere capaci, di esercitarci più che nell’amore della forza, nella forza dell’amore!
         Concludo con un bellissimo brano del Concilio Vaticano II, riguardante la Chiesa e il mondo contemporaneo:
L'edificazione della pace esige prima di tutto che, a cominciare dalle ingiustizie, si eliminino le cause di discordia che fomentano le guerre. Molte occasioni provengono dalle eccessive disparità economiche e dal ritardo con cui vi si porta il necessario rimedio. Altre nascono dallo spirito di dominio, dal disprezzo delle persone e, per accennare ai motivi più reconditi, dall'invidia, dalla diffidenza, dall'orgoglio e da altre passioni egoistiche. Poiché gli uomini non possono tollerare tanti disordini, avviene che il mondo, anche quando non conosce le atrocità della guerra, resta tuttavia continuamente in balia di lotte e di violenze. I medesimi mali si riscontrano inoltre nei rapporti tra le nazioni. Quindi per vincere e per prevenire questi mali, per reprimere lo scatenamento della violenza, è assolutamente necessario che le istituzioni internazionali sviluppino e consolidino la loro cooperazione e la loro coordinazione e che, senza stancarsi, si stimoli la creazione di organismi idonei a promuovere la pace
(Gaudium et Spes, Le cause di discordia e i loro rimedi 83).
        Ogni giorno, facciamo memoria di questo monito e, il sangue di tanti nostri fratelli non sarà stato versato invano. Così sia!


+ DOMENICO CORNACCHIA 
VESCOVO DI MOLFETTA – RUVO – GIOVINAZZO – TERLIZZI
 

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