Omelia in occasione dell’apertura della Porta Santa presso la Basilica Madonna dei Martiri

11-05-2016
BASILICA MADONNA DEI MARTIRI
Molfetta, 11 Maggio 2016
Apertura della Porta Santa.
 
«Carissimi sacerdoti diocesani e religiosi, esprimiamo un doveroso augurio di buona salute al padre guardiano della Basilica, padre Pio.
Con gioia grande abbiamo aperto la Porta della Misericordia, a circa metà percorso dell’Anno giubilare, voluto da Papa Francesco.
Ho desiderato che anche la Basilica della Madonna dei Martiri, seppure per pochi mesi, fosse meta giubilare di fedeli e pellegrini che nei prossimi mesi visiteranno la nostra Città e diocesi.
Mi sembra un’occasione assai favorevole per vivere, con Maria, un vero e proprio ritorno alle sorgenti del perdono e della Misericordia divina.
Qui sono le radici della fede mariana di molte generazioni di fedeli che con Maria, più facilmente, hanno trovato pace, perdono e amore. Maria, la Tutta Santa, come a Cana di Galilea, stasera esorta anche noi a fare tutto ciò che il  Signore ci dirà (Cf Gv 2, 5).
Con Maria, innanzitutto, mettiamoci in ascolto di quanto il Signore suggerisce al nostro cuore. Guardiamo ed imitiamo Maria. Lei che è la porta santa del Cielo, ci accompagni e ci orienti verso le cose celesti e durature.
Siamo attorno alla Madre celeste, in comunione coi tanti fratelli e sorelle, originari della Città di Molfetta, sparsi nel mondo e che, in nome di Maria, trovano la forza di perseverare nella fede e nell’amore.
Li attendiamo e, sin d’ora, vogliamo pregare per le loro famiglie, specie le più provate e bisognose!
Qui, Maria è invocata come Madonna  dei Martiri. Sono da considerarsi martiri, coloro che, nei secoli, hanno dato testimonianza eroica della fede in Dio e di amore verso il prossimo.
Vogliamo vivere anche noi, eroicamente e quotidianamente la fede in Dio, che si deve tradurre e manifestare in un amore incondizionato per il prossimo. Noi pure vogliamo vivere in modo eroico il nostro impegno quotidiano!
L’Apostolo Paolo ci ha esortati a vegliare su noi stessi, perché la fede in Dio è come un fuoco che, se piccolo, facilmente si spegne; invece, se è grande, si alimenta sempre più, con il vento forte!
Dunque, la nostra fede deve dare prova della sua intensità, proprio quando è sottoposta a tribolazioni, prove e tentazioni.
Osserviamo brevemente Maria, nella risposta che ha dato all’Arcangelo Gabriele, allorquando le comunicò il disegno di Dio su di lei. Maria, potremmo definirla come:
a) la donna dell’ascolto,
b) della decisione e,
c) dell’azione.
Anche noi vogliamo confrontarci con questa trilogia, nel senso cioè, di verificare se anche la nostra fede si esprime nell’ascolto, se si traduce in una decisione senza rimpianti e, se si consolida nell’azione!
1.Per San Luca, Maria è la donna dell’ascolto fecondo: lei meditava nel suo cuore le parole di Dio (Cf Lc 2, 51), corredandole di virtù umane e soprannaturali, che hanno fatto di lei, la più bella delle creature terrene.
Poche sono state le parole pronunciate da Maria, ma lunghi i tempi della meditazione e del fecondo silenzio!
Quando il cuore ama, non sono necessarie molte parole. Sono tante le parole che sentiamo con le orecchie, ma poche quelle che ascoltiamo con il cuore!
2.Altra caratteristica di Maria è la sua decisione immediata, irreversibile e gioiosa, dinanzi alla proposta divina. Lei ha sfidato, così, ogni giudizio umano, perché abbandonata totalmente alla volontà di Dio.
A Maria, credo, dobbiamo chiedere la forza di una fede monolitica, rocciosa, tutta orientata alla volontà di Dio.
Dio ci chiama a compiere ciò che sembra impossibile a noi uomini, ma non a Lui. Dio ama chi mette mano all’aratro e non si volta indietro (Lc 9, 62); che per il regno dei cieli, vende con gioia  tutti i suoi averi, in cambio di una eredità incalcolabile (Cf Mt 13, 44)!
3.Infine, Maria è maestra di una fede che si fa servizio a favore del prossimo. Come una mamma amorevole, Maria non ha atteso di vedere o di ascoltare il lamento di quegli sposi la cui festa si sarebbe trasformata in grave disagio, perché non c’era più il  vino della letizia sulla mensa. Lei, semplicemente, vede, intuisce e, con estrema decisione, dice ai servi di fare quanto Gesù avrebbe loro comandato (Cf Gv 2, 5).
L’amore autentico dunque, si fa avanti, previene, anticipa la richiesta di aiuto, senza mettere a disagio chi ha bisogno!
Frequentando e varcando la Porta Santa di questa Basilica Minore, fatta di pietre, mai dobbiamo violare, profanare e, lasciare nell’oblio, quella Basilica Maggiore, come diceva Mons. Bello, che è il nostro prossimo, racchiuso nei panni della povertà, dell’indigenza e della indifferenza.
A Maria chiediamo la forza della fede, dell’ascolto e dell’azione che si fa servizio, sollecitudine per gli indigenti e accompagnamento di che non ce la fa.
In questo tempo che ci rimane dell’Anno Santo della Misericordia, a Maria, chiediamo con insistenza di saper perdonare, comprendere ed aiutare chi è  stanco, sfinito, solo, emarginato ed incompreso.
Esercitiamoci nel praticare le:
Le Opere di misericordia corporale:
dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti.
 Le Opere di misericordia spirituale:
consigliare i dubbiosi; insegnare a chi non sa;  
ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e i defunti.
Soprattutto diamo una decisiva sterzata alla nostra vita di cristiani, di uomini e donne che, vivono in questo mondo, senza essere succubi della logica mondana, arrivista, edonistica, trasgressiva e ripiegati su noi stessi!
Con le parole suadenti di Mons. Bello, a Maria, ci rivolgiamo:
<Santa Maria, donna del silenzio, riportaci alle sorgenti della pace. Liberaci dall’assedio delle parole. Da quelle nostre prima di tutto. Ma anche da quelle degli altri. Figli del rumore…, facci comprendere che, solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare>.
Così sia!»

+ don Mimmo Cornacchia, vescovo
          
 

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