Omelia per i funerali del giovane Antonio Summo

16-07-2016
FUNERALI DI ANTONIO SUMMO
RUVO, 16 Luglio 2016
Parrocchia San Giacomo Apostolo
 
         Carissimi fratelli e sorelle, gentilissime autorità, amici cari, stringiamoci alla famiglia di Antonio, al quale diamo oggi il saluto cristiano di addio, cioè: ad Deum, arrivederci presso Dio, dinanzi a Dio.
         Vorrei tacere, in questo momento, non dire nulla, perché è Antonio a prendere la parola, qui tra di noi. Egli è stato e sarà ancora e per sempre uno di noi. La fede non è la scorciatoia per eludere il dolore e la disperazione, ma la certezza che la vita non muore mai. La vera morte è essere dimenticati.
         Lo crediamo fermamente: Antonio, giovanissimo, attaccato alla vita, alla musica, oggi è stato convocato in Cielo per un concerto in onore della vita che mai si spegnerà. Antonio, suona per noi, e per sempre, l’inno alla vita, alla gioia, che nulla e niente potrà mai spegnere.
         Una delle scene struggenti che hanno fatto il giro del mondo, per me è stato quel campo verde, abitato da tantissimi alberi di ulivi, segno di pace, di festa, di risurrezione. Le fronde che si agitavano al vento caldo d’Estate, sembravano voler dare il benvenuto in cielo, alle care vittime che all’improvviso, senza alcun preavviso hanno lasciato un binario morto, sulla terra, per essere introdotti in quello per il Cielo! L’inclinarsi dei rami, mossi dal dolce alito di vento, è stato quasi un silenzioso applaudire alla vita, che semplicemente si è trasferita dalla terra al cielo.
         Una domanda ci martella e ci toglie il sonno e la pace: “Perché, proprio a lui, a loro, in un momento in cui a tutt’altro si poteva pensare o guardare?”. Quel perché detto in mille modi, tra lacrime e singhiozzi, non avrà alcuna risposta se non nella parola pronunziata dal Signore che dice: “Chi crede in me non morirà in eterno”.
         Signore, ti chiediamo di comprenderci, di ascoltarci, di esserci vicino, così come lo sei stato accanto a Marta e Maria, per la morte del fratello Lazzaro e, alla povera vedova di Nain (Lc 7, 11-17) affranta dal dolore per la morte del giovane figlio! Anche a noi tu ripeti: “Non piangere”.
         A quegli ulivi che hanno fatto da spettatori inermi al tragico impatto ferroviario, chiediamo di essere segno dell’olio della consolazione che solo il Signore può versare sulle piaghe del nostro cuore e del nostro dolore.
Le ferite si chiuderanno sì,  ma rimarranno le cicatrici, segno indelebile del dolore e del nostro distacco.
         Che non cada il sipario dell’indifferenza, dell’arrivismo e del profitto sulla povera gente, sugli innocenti ed inermi.
         La dura esperienza del dolore e della morte che abbiamo vissuto, sia l’inizio di un avvenire nuovo, rigenerato, portatore di speranza e di vita per la nostra terra, per i nostri giovani per tutte le nostre famiglie e per il mondo intero.
         Il sacrificio innocente di tanti fratelli e sorelle, prezzo impareggiabile di tanto dolore, faccia nascere un futuro più giusto, più equo per la nostra terra, che ha pagato per secoli lo scotto dell’arretratezza e del sopruso.
         Ai giovani sia assicurato un futuro più stabile e certo. Ci auguriamo di non dover piegare a nessuno la testa per ottenere ciò che ci è dovuto in termini di giustizia e di legalità.
         Il sangue che scorre nelle nostre terre, mescolandosi al sudore dei nostri cari, scuota le coscienze di coloro che sono chiamati a gestire il potere, in termini di servizio e di pacifica convivenza.
         A tutti coloro che in ogni modo si sono prodigati nei soccorsi, nella inestimabile gara di generosità per alleviare le sofferenze dei feriti, dei familiari, dell’Ordine pubblico e dei volontari, un doveroso ed infinito grazie! Grazie ai nostri sacerdoti e alle Parrocchie, grazie alla Conferenza Episcopale Italiana che si sono manifestati assai vicini alla nostra Comunità e alle nostre famiglie.
         Caro Antonio, facciamo nostre le parole dei tuoi cari amici, che ti ricordano così: “A scuola eri sempre vicino a chi aveva bisogno, sempre pronto a consolare qualcuno tra noi, con il tuo sorriso, con la tua sincera amicizia. In questo momento si affollano mille ricordi, frammenti di vita quotidiana che noi non perderemo per strada. Tu non lasciarci andare, tienici stretti, perché il nostro legame supera ogni distanza”.
         Preghiamo per te, perché possa richiamarci con il dolce suono della tromba, ai veri valori di gioia e di pace! Preghiamo per i tuoi cari genitori, per i tuoi amici e parenti tutti, affinché siano sempre sostenuti e guidati dal nostro affetto e dalla forza di Dio.
         La Vergine del Carmelo, che oggi festeggiamo, qui in terra, ti accompagni nella gioia del Paradiso!


+ Domenico Cornacchia
Vescovo di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo - Terlizzi

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