Omelia per la festa del Beato Nicola Paglia

Giovinazzo, Concattedrale, 16 febbraio 2017
16-02-2017

Nato a Giovinazzo (Bari), nel 1197, Niccolò Paglia ricevette a Bologna, dove si era recato per gli studi universitari, l’Abito Domenicano dalle mani del Patriarca Domenico, che successivamente lo ebbe fedele compagno nei suoi viaggi apostolici. Di nobili genitori, fu allevato con molta cura. Quando era ancor fanciullo gli apparve un angelo che gli ordinò di astenersi per sempre dalla carne, perché un giorno sarebbe entrato in un Ordine dove l’astinenza era legge perpetua.
Predicò in molte città d’Italia con immenso frutto e la sua ardente parola spesso era confermata da grandi miracoli.
Fondò i Conventi di Trani e di Perugia, dove si conserva il suo corpo con molta venerazione. Fu terzo Provinciale della Provincia Romana, che allora si estendeva dalla Toscana alla Sicilia e che resse con forza e soavità per ben due mandati, per la sua autorevolezza.
Esortando un giorno i suoi religiosi alla vicendevole carità, confidò loro che gli era apparso, per chiedergli perdono, un religioso morto da poco, il quale gli era stato causa di non lievi dispiaceri. Avendolo esortato a chiedere perdono a Dio e non a lui, il colpevole gli aveva risposto che il Signore esigeva da lui questa sod disfazione per usargli misericordia:
“Vedi Fra Niccolò quanto sia grave e pericoloso offendere il prossimo, e quanto più il non placarlo dopo averlo offeso”.
Da Papa Gregorio IX ebbe l’incarico di visitare alcuni monasteri e di predicare la Crociata contro i Saraceni.

Dopo lunghi anni di apostoliche fatiche si ritirò nel convento di Perugia. Qui gli apparve Fra Raone Romano, caro amico dei bei giorni di vita religiosa, il quale gli annunziò, da parte della Madonna, la sua vicina morte, che avvenne nel 1256, e che fu santa come tutta la sua vita. Papa Leone XII il 26 marzo 1828 lo iscrisse nel catalogo dei Beati.
Anche il nostro Beato ha fatto sue le parole del Profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, mi ha mandato a recare il lieto annunzio ai poveri, a curare le piaghe dei cuori affranti» (Is 61, 1).
Con Domenico, il Beato Nicola ha sentito forte il bisogno di farsi portavoce del Vangelo.
Erano tempi difficili, in cui si diffondevano gravi errori circa la Dottrina del Vangelo e della morale.
Si preparavano grandi evangelizzatori come Domenico, Nicola, Caterina da Siena, Francesco e Chiara d’Assisi…
L’esortazione di Paolo al discepolo Timoteo sembra quanto mai attuale: “Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qual- cosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del Vangelo, adempi al tuo ministero” (2Tm 4, 1-5).
Carissimi, uniamo alla parola che proclamiamo, la forza della nostra testimonianza. Non facciamoci prendere dal falso pudore, predichiamo con la parola e, soprattutto, con la testimonianza, ovunque e in ogni momento.
Le prove della vita, le tentazioni, gli attacchi del demonio, non potranno spegnere il fuoco della nostra fede, ma solo divamparlo sempre più.
Il Beato Nicola Paglia, perché seguace del grande apostolo Domenico, è stato anch’egli diffusore della bella pratica spirituale del Santo Rosario. Affidiamo a Maria le nostre famiglie, la nostra Diocesi e il mondo intero, affinché si radichi sempre più la fede, la speranza e la carità.
Concludo con una bella invocazione:
«Semina, semina, l’importante è seminare – poco, molto, tutto – il grano della speranza. Semina il tuo sorriso, perché risplenda intorno a te. Semina le tue energie, per affrontare le battaglie della vita. Semina il tuo coraggio per risollevare quello altrui. Semina il tuo entusiasmo, la tua fede, il tuo amore. Semina le più piccole cose, i nonnulla. Semina e abbi fiducia. Ogni chicco arricchirà un piccolo angolo della terra» (Anonimo).
Auguri. Così sia!

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo