Omelia per la Festa della Madonna di Corsignano 2016 (al santuario)

02-08-2016
         «Cari fratelli e sorelle, siamo arrivati qui, in questo luogo appartato e solitario, dove si pensa, con la tradizione, che sia giunto il miracoloso quadro della Madonna di Corsignano, da secoli venerato dalla Comunità di Giovinazzo.
         Ascoltando la Parola di Dio, mi viene da pensare che davvero il Signore, Colui che né i cieli, né gli Oceani possono contenere voglia scegliersi proprio il nostro cuore, quale luogo ideale per sua dimora.
Un tale teologo protestante, Dietricht Bonhoeffer afferma che “Dio entra solo dove lo si lascia entrare”.
Siamo invitati a fare posto a Dio, nel nostro cuore, nei nostri sentimenti, pensieri, gesti, opere, ecc. , così come Maria nostra Madre ha fatto nel momento dell’Annunciazione, come hanno fatto i santi, nella loro vita terrena.
         In questo Anno santo della Misericordia dobbiamo in modo particolare, fare spazio a Dio in noi, rimuovendo i macigni del nostro egoismo, ma anche le pagliuzze dall’occhio dei nostri fratelli.  Il Profeta Ezechiele ha detto che la gloria di Dio riempiva il tempio. Ricordiamo che il tempio per eccellenza è proprio il cuore dell’uomo! Siamo chiamati a vivere una sempre maggiore purificazione del nostro io, della nostra mente e del nostro cuore.
         Non saremo giudicati dal risultato che avremo raggiunto, ma dallo sforzo che avremo espresso per riuscire a scalare la vetta della perfezione.
         All’Apostolo Pietro, il Signore impose solo di ricominciare, di buttare nuovamente le reti in quel mare, dal quale , per tutta la notte non era riuscito a prendere un solo pesciolino.
         Il Signore non ci giudicherà se saremo stati capaci di osservare tutti i suoi precetti, ma se ad ogni nostra caduta, abbiamo manifestato pentimento e, voglia di ricominciare.
         Nostro Signore, apertamente dice anche a noi di prendere le distanze da coloro che cercano di osservare, farisaicamente le sue leggi, a scapito però di una condotta molto libera ed elastica.
         A noi il compito di mettere in pratica le buone norme, ma nel medesimo tempo, di non imitare i cattivi esempi, fossero anche da parte di coloro che dovrebbero incarnare la massima coerenza di vita.
         Gesù ai suoi discepoli comanda di essere umili, di stare dalla parte della verità e della carità. Se vogliamo che noi veniamo giudicati con misericordia, lo stesso dobbiamo fare col prossimo. Avere comprensione per chi sbaglia, non è diventare suo complice. Usare misericordia non vuol dire chiamare bene il male e viceversa. No! Tuttavia, dobbiamo sempre di distinguere il bene dal male, la paglia dal buon grano, la bugia dalla verità, ecc.
         Più che pretendere dagli altri, sforziamoci di parlare noi per primi, il linguaggio del buon esempio e dell’umiltà.
         L’Anno santo della Misericordia, ci sproni a largheggiare nella comprensione e nel perdono col prossimo, così come farebbe piacere a noi.
         La spiegazione più bella della Parola di Dio è la vita dei buoni! (San Gregorio Magno).
A Maria affidiamo questo desiderio di cominciare subito uno stile di vita nuova, senza sconfortarci per le nostre cadute, ma con la fiducia in Dio, che guarda più al cuore che alle nostre mani.
         Viviamo in modo da essere più esempi da imitare che da evitare! Predichiamo, praticando, come diceva San Francesco d’Assisi ai suoi Fratti: “Predicate, predicate, ma solo in caso di necessità, usate le parole”.
         Auguro a tutti di essere più coltivatori che mietitori; più fedeli nella perseveranza, che figli dello scoraggiamento.
Maria ci sostenga nel nostro cammino.
Così sia!


+Domenico, Vescovo

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