Omelia per la festa maggiore della Madonna di Sovereto – agosto 2016

07-08-2016
FESTA DELLA MADONNA DI SOVERETO 
Terlizzi 7 AGOSTO 2016
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         Carissima Eccellenza Mons. Felice Di Molfetta, fratelli e sorelle, sacerdoti, diaconi, seminaristi, autorità civili e militari, Comitato Feste Patronali, siamo riuniti, per la prima volta insieme, per celebrare la Festa della Madonna di Sovereto.
         Ho nel cuore una gioia grande, perché sono qui per pregare con voi, ma anche per voi, per le vostre famiglie, per gli ammalati, i bisognosi, i vicini e quelli che ci seguono da lontano.
         Un pensiero di vicinanza spirituale va alle famiglie coinvolte nel disastro ferroviario dello scorso 12 Luglio, avvenuto proprio nel territorio vicino alle nostre Città di Ruvo e di Terlizzi. Certamente non possiamo far finta di non sapere, né lasciarci prendere dall’euforia esteriore, mentre, famiglie a noi vicine sono nel pianto e nella sofferenza!
 
         Immaginiamo che il Signore, stamani, si rivolga a noi tutti e a ciascuno: “Non temete, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno” (Lc 12, 32).
         Poteva, nostro Signore, offrire a noi, qualcosa di più grande del suo Regno? Cioè: il tesoro del suo cuore, i suoi insegnamenti, la sua sapienza e la sua Misericordia senza misura?
Il Signore ci invita a non temere e, a prendere soltanto coscienza che siamo piccola cosa ai suoi occhi! Ciononostante, siamo così importanti per Lui!    Ringraziamo tanto il buon Dio, per la sua fiducia e la sua benevolenza!
         Quest’anno,  celebriamo la Festa della Madonna di Sovereto, durante l’Anno Giubilare della Misericordia. Anche a Maria, l’umile ancella di Nazareth Dio ha dato il grande privilegio di essere madre di Colui per mezzo del quale, nei nostri cuori sarebbe entrata la Misericordia e la grazia del perdono.
         Per tale ragione, Maria, nella casa di Santa Elisabetta sciolse il suo canto di Lode: “Di generazione in generazione la sua Misericordia si stende su quelli che lo temono” (Lc 1, 50)! Sì, è proprio così: attraverso tutte le generazioni, è passato l’amore misericordioso di Dio, fino a noi!
         Maria ha generato il Figlio di Dio, Gesù. Lei non è la Misericordia, ma ne è la Madre, il tramite e il ponte! Per mezzo di Maria giunge a noi il Salvatore!
         Oggi vogliamo dire il nostro grazie a Maria, la quale, ha superato il timore, con l’amore e la fede in Dio! Anche a Lei, l’Arcangelo Gabriele ha detto: “Non temere, Maria” (Lc 1, 30). A Lei il Signore ha dato il deposito della grazia divina.  Lei è la com-passionevole per eccellenza, la mediatrice di ogni grazia. Esempio clamoroso è l’evento di Cana di Galilea (Gv 2, 1-12). Maria, non fa il miracolo, ma lo ottiene dal suo Figlio Gesù. A noi, come ai servi del banchetto nuziale, Maria dice semplicemente: “Fate tutto ciò che Egli vi dirà”.
         Cosa vuol dire a noi il Signore, quest’oggi, per mezzo di Maria?
Nel brano di Luca, appena ascoltato, il Signore dice di: non aver paura di farci espropriare dal Signore, di fidarci totalmente di Lui; di non riporre la nostra sicurezza nelle cose del mondo, nel potere e nelle cose che passano e che lasceremo dopo la nostra morte, anche senza il  nostro consenso! Il Signore ci esorta, ancora, a non  rinviare la nostra decisione di fare spazio alla grazia di Dio, nel nostro cuore. Soprattutto, poi, il Signore ci invita a rispondere al suo invito, alla sua voce, non quando pensiamo di essere pronti, ma quando siamo chiamati! (Maria non ebbe alcun preavviso prima dell’Annunciazione).
         Cioè: ogni momento dev’essere quello buono per ricominciare, per fare del bene, per perdonare e dare con gioia qualcosa che possiamo dare a chi ne ha bisogno.
         “Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma…Siate pronti, con le cinture ai fianchi e le lucerne accese… ”! (Lc 12, 33-35).
         Miei cari, come vorrei che somigliassimo tanto al tipo di chi attende un amico, una persona cara che non vede da tanto tempo! Immaginiamo se fossimo proprio noi a dover essere attesi dalla nostra mamma, da una persona cara!
         Noi siamo coloro che devono attendere Qualcuno (con la lettera grande, cioè Gesù, il Figlio di Dio)!
         Nostro Signore vuole semplicemente sentire nel suo cuore, quella gioia che ogni padre ed ogni madre sentono nel loro animo, quando un loro figlio/a è in arrivo a casa loro!
         Imitiamo il Signore, nei panni del padre della Parabola del Figliol prodigo! Noi pure mettiamoci sull’uscio di casa, per andare incontro e soccorrere chi non ce la fa, chi bussa al nostro cuore elemosinando perdono, amore, accoglienza!
         Celebrare la Festa Patronale per noi dev’essere l’opportunità di ricominciare a tessere la tela dell’amore, del perdono, della fiducia reciproca e del con-dono del debito altrui verso di noi!
         Riaccendiamo la speranza, illuminiamo il cammino di chi si è smarrito, apriamo il nostro cuore a coloro che sono disperati, emarginati, incompresi! Non dimentichiamo che: avere un cuore misericordioso, non vuol dire avere un cuore debole, al contrario!
San Tommaso D’Aquino diceva:<La giustizia senza la misericordia è crudeltà. La misericordia senza la giustizia è madre di dissoluzione>.
         La nostra Festa, quest’anno, si colloca nel cuore del Giubileo sulla Misericordia, apertosi il giorno dell’Immacolata dello scorso 2015.
         Oh, come dovremmo fare credito a chi ci ha offeso, a chi ha malignato o ha gettato fango sulla nostra persona! Come negare agli altri, ciò che invece desideriamo per noi?! Ciò che desideriamo venga fatto a noi, è proprio quello che dobbiamo fare, dire e pensare degli altri!
         Nostro Signore così si esprime circa i l servo, al quale vorrei tanto somigliare io e, spero anche ciascuno di voi: “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro” (Lc 12, 43).  Sì, saremo beati, sin da questa terra, se metteremo in pratica quanto il Signore ci comanda. Questo vuol dire ricevere sin da questa terra il Regno di Dio. Mettiamoci al lavoro! Aver fede significa: osare, rischiare, vendere, camminare, vegliare e servire!
         Insomma: il futuro comincia da oggi; l’aldilà comincia dall’aldiquà!
A Maria chiediamo l’aiuto necessario non solo per cominciare, ma anche per perseverare nel cammino della perfezione e della testimonianza!
Così sia!
 
+ Domenico Cornacchia
Vescovo di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi

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