Omelia per l’inizio del ministero pastorale di don Silvio Bruno

Molfetta, Parrocchia San Dmenico, 12 Settembre2017
12-09-2017

Carissimi sacerdoti, diaconi, fedeli tutti, porgiamo insieme uno speciale saluto, ricco di affetto e di riconoscenza al carissimo don Franco Sancilio, pastore zelante e solerte di questa comunità di San Domenico, da oltre 44 anni. Don Franco, un mio personale ringraziamento per ciò che hai realizzato, hai seminato e coltivato, anche in stagioni non facili e promettenti, durante questi lunghi decenni di parrocato.
Pubblicamente e coralmente, esprimiamo a te e alla tua famiglia, ancora una volta, la nostra vicinanza spirituale ed affettiva per la recente mancanza della tua amatissima mamma. Certamente sentirai sempre nei tuoi orecchi quanto lei ti ha raccomandato fino all’ultimo giorno: ritirati subito! I nostri cari sono gli angeli che vegliano sul nostro cammino. Li ringraziamo e preghiamo per loro.
Carissimi, la liturgia di oggi ci fa celebrare il Nome Santissimo di Maria. Gli studiosi dicono che il nome Maria significa anche “amare, luce, stella del mare…”. A Maria noi affidiamo il nuovo ministero di parroco al carissimo don Silvio,
il quale, dopo un periodo di tirocinio pastorale (6 anni) presso la Comunità di Sant’Agostino in Giovinazzo, da questa sera si mette al timone di questa Parrocchia in Molfetta. A Maria chiediamo per il nuovo pastore e per tutti i sacerdoti di essere espressione di amore e di luce!
Noi sacerdoti siamo, “a tempo pieno”, più che “a posto fisso, a servizio dell’intera comunità ecclesiale. Per vocazione, dichiariamo la disponibilità a servire il Signore, dovunque ci chiami. Il Vescovo dopo lungo discernimento propone ad ognuno, per il bene dei fedeli, innanzitutto, l’itinerario da percorrere.
Io personalmente dico grazie al Signore per la pronta e spontanea docilità sia di don Franco che di don Silvio. Dico grazie anche alle comunità che essi lasciano. Lo so, esse soffrono a causa del distacco e della lontananza. Chiedo comprensione e docilità alla volontà di Dio. Io stesso sono stato chiamato ad ammainare le tende, non una ma molte volte, nella mia vita. Ho sofferto molto, ma ho obbedito sempre in laetitia!
Il versetto dell’Alleluia ci ha ricordato una grande verità evangelica di San Giovanni: “Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16).
È il Signore che ci chiama e ci invia nel mondo, nella sua Vigna che è la Chiesa, dove meglio ritiene necessario ed urgente, al fine di essere molto fruttiferi. Il campo di Dio siamo noi, carissimi, il frutto che il padrone attende dalla sua vigna dipende da tanti fattori, soprattutto dalla nostra diligenza, perizia, pazienza e fiducia in Lui.

Siamo servi non indispensabili, ma utili al Signore. Egli deve poter contare a occhi chiusi su di noi!
Carissimo don Silvio, ti affido a questa Comunità, vivace, ben articolata e con tanta voglia di lavorare per il Regno del Signore!
Sappi essere un vero e continuo punto di riferimento per quelle pecorelle che sono sia all’interno che all’esterno del recinto. Anzi, direi: proprio quest’ultime si sentano chiamate per nome, da te. Attirale non per forza, ma con legami di benevolenza.
Infine, voglio ricordare anche a te, una bellissima esortazione che ho ascoltato di recente: “Non può avere la stoffa del pastore, chi non ha la lana dell’agnello”. Il senso di ciò, mi sembra essere questo: nella misura in cui noi vivremo la docilità, potremo esigerla dagli altri; se manifesteremo l’innocenza, la semplicità e la mansuetudine dell’agnello, sapremo stupirci della purezza dei piccoli, degli umili e degli indifesi.
A voi, fedeli, ripeto quanto ha detto l’Apostolo Paolo ai Colossesi: voi che avete ascoltato Cristo Gesù, in Lui camminate e […] nessuno faccia di voi sua preda” (Col 2, 8).
Vale a dire: cercate di praticare quanto ascoltate, senza vendere a nessuno la vostra identità, il vostro pensiero e la vostra fantasia. Davvero c’è posto per tutti. Ognuno faccia la sua parte! Anche voi siete a servizio, come noi. Nessuno indossi i panni del padrone! La comunione tra fedeli e pastore sarà la credenziale più accattivante per coloro che ci guardano!
La Parrocchia sia “la Fontana del villaggio”, come osava definirla Papa Giovanni XXIII. Ci sarà sempre qualcuno ad attendervi.
Maria, Madre della tenerezza, vi assista e vi proteggano con San Domenico e Santa Rita. Così sia!

+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo