Omelia per l’ordinazione diaconale di fra’ Massimo ofm, e Vincenzo Sparapano

24-09-2016

ORDINAZIONE DIACONALE DI FRA’ MARCO (ofm) E VINCENZO SPARAPANO
Basilica Madonna dei Martiri, Molfetta,  24 settembre 2016
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         Carissimi confratelli nel Sacerdozio, Padre Alessandro, Ministro Provinciale dei Frati Minori, Padri di questa Comunità Parrocchiale e Provinciale dei Frati Minori, Diaconi, Religiosi/e, consacrati secolari, genitori, parenti ed amici, fratelli e sorelle, con gioia immensa celebriamo il Rito di Ordinazione Diaconale, di due giovani: Fra’ Marco e Vincenzo, rispettivamente per l’Ordine Francescano dei Frati Minori e per la Diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo - Terlizzi.
         Sotto lo sguardo materno di Maria, affidiamo al Signore questi due giovani, i quali, da quest’oggi entrano a far parte del dell’Ordine Sacro. Essi si incardinano rispettivamente nella famiglia religiosa e della Diocesi.
         Miei cari, Marco e Vincenzo, vi siete preparati a lungo e con diligenza a questo momento. D’ora in poi, sapete  che la vostra vita appartiene definitivamente ed in modo speciale alla Chiesa e al popolo santo di Dio.
         Diciamo grazie a quanti vi hanno accompagnati nella formazione umana, intellettuale e spirituale. Grazie ai vostri genitori ed educatori, parroci, sacerdoti e laici, che in vario modo hanno orientato la vostra vita secondo la Volontà divina.
         Per amore e non per forza voi mettete la vostra esistenza, indirettamente  nelle mani di Dio e, direttamente, dei fratelli più bisognosi, tramite la Chiesa, sull’esempio di Gesù il quale è venuto per servire e non per essere servito (Mc 10, 45).
         Anche voi siete stati scelti dalla Provvidenza Divina, non perché siete  i migliori, ma per diventarlo. Cristo sia il modello vostro e di ciascuno. Egli, “Maestro e Signore” si abbassa a lavare i piedi ai suoi discepoli, per lasciare a noi un esempio da imitare (Cf Gv 13)!
         Il simbolo distintivo del Diacono è, direbbe Mons. Bello: il grembiule! Ascolteremo, nella preghiera di consacrazione, quanto è richiesto al diacono: “Sia pieno di ogni virtù: sincero nella carità, premuroso verso i poveri e i deboli, umile nel suo servizio, retto e puro di cuore.
         Il Diacono non è un prete mancato, bensì uno che coadiuva il sacerdote ed il Vescovo nel servizio alla mensa eucaristica e ai poveri!
         Noi tutti vi auguriamo di essere sempre, con la vostra testimonianza, luce che arde senza consumarsi, modelli da imitare e stile di vita, tanto da… trascinare altri.
         In definitiva, possiamo dire che cinque sono i pilastri su cui deve poggiare il vostro ministero diaconale: l’appartenenza ad una Chiesa particolare o Incardinazione (in Diocesi o in una Famiglia Religiosa); il Celibato con cui rinunciando ad avere una famiglia tutta per voi, vi impegnate ad amare con cuore indiviso, sponsale la Chiesa e tutti i suoi figli; il Servizio ai più poveri e bisognosi. Diceva Don Lorenzo Milani: “Fai la strada ai poveri, senza farti strada”; l’annuncio della Parola del Vangelo scritto e vissuto; la recita quotidiana dell’Ufficio delle Ore, che è la preghiera della Chiesa universale!
         Inoltre: fate professione di obbedienza a Dio e alla Chiesa! Sia, però, un’obbedienza adulta, sincera, consapevole e gioiosa. Un tale uomo di spirito diceva: Dio obbedisce a chi sa obbedire a Lui!
Non dimentichiamo che siamo chiamati ad essere, servi e non padroni. Siamo grandi e primi nel servizio, non nell’amore per noi stessi, nella ricerca di consensi e di approvazioni! Rifuggiamo da qualsiasi forma di potere e di ruolo della cui ricerca siamo un po’ tutti ammalati.
         Ogni giorno sforziamoci di ritrovare la ragion d’essere della  nostra vita cristiana, che – diceva don Tonino Bello – ricordando la Gaudium et Spes (GS 1), «non è quella di estraniarsi dal mondo, ma di entrare nel suo tessuto connettivo, assumendone la storia e la geografia, le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce». Ispiriamoci a  Cristo, che è il vero diacono! Il diacono di tutti, secondo la celebre espressione di Policarpo: «omnium diaconus factus est» (Ad Phil., 5, 2, in Funk 1, 300, citato in LG 29).
         La Parola di Dio che abbiamo ascoltata sembra essere adatta proprio per voi, carissimi Marco e Vincenzo. San Paolo scriverebbe anche per voi, per noi, quello che ha detto al suo discepolo Timoteo: “Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. […] Ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile […] questo comando” (1Tm 6, 14).
         Insomma, vivete in modo da suscitare in chi vi guarda o vi ascolta domande, come questa: perché spendi la tua vita per noi? Anche se siamo poca cosa, vasi d’argilla, auguriamoci di essere vasi dalle pareti trasparenti, in modo da sembrare ad extra, ciò che siamo ad intra!
         Maria, la donna del sì gioioso, totale ed irreversibile vi accompagni e vi incoraggi a ripetere ogni giorno il vostro eccomi al Signore, alla Chiesa e ai fratelli!
 

+Domenico Cornacchia
Vescovo di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo - Terlizzi””