Veglia di Pasqua

31 marzo 2018
31-03-2018

Carissimi fratelli e sorelle, siamo giunti, dopo il lungo periodo quaresimale, a vivere la Veglia di tutte le Veglie, quella della Risurrezione di Gesù. Il nostro cuore è nel giubilo, perché, nella fede, noi diciamo che la vera vittoria è della luce, della vita, non della morte. Colui che è l’autore della vita, non poteva essere dominato dalla morte. In Gesù, lo crediamo fermamente, noi pure siamo associati alla sua Risurrezione, nella fede, nella grazia, nel perdono, nell’attesa di quella finale, in Paradiso.
In questo tempo, risuoneranno parole di augurio e di pace, sulle labbra di tutti. Per noi e per ogni uomo di buona volontà, la vera pace non è armistizio, tregua, compromesso, bensì passare ad una vita nuova, risorta, splendente, raggiante di luce. Oh come vorrei che chi ci vede potesse dire di noi: “Voi cercate Gesù Nazareno” (Mc 16, 6). Che bello! Essere identificati come i cercatori di Dio! Sappiamo quant’è difficile oggi cercare il divino tra mille scorie dell’umana miseria. Come poter discernere ciò che è puro, santo, bello, fraterno, soprannaturale, tra atteggiamenti perversi, oscuri, delittuosi, carichi di sospetto, di indifferenza e di ostilità? Non dimentichiamo che “Dio si fa trovare da chi lo cerca” (Sal 145, 9).
In secondo luogo: non basta mettersi alla ricerca di Dio, anzi, non potremo mai trovare Dio, tra i morti e le cose che portano alla morte! Dio è vivo e vivificante. Dio lo troveremo oltre al di là della pietra tombale, anche se grande e ben sigillata. Non c’è pietra che tenga, per chi ha fiducia in Dio! Se abbiamo fede, vedremo che Dio stesso rimuoverà ogni ostacolo che ci impedisce di incontrarlo.
La fede in Gesù risorto ci spinge ad uscire dal camposanto, dal sepolcro, e a portare annunci di risurrezione per le strade del mondo, ovunque. “Andate e dite… che Gesù è risorto” (Mc 6, 4). L’incontro con il Risorto, più che un traguardo è un cammino, anche se in salita!
Una domanda perentoria, precisa, sarà posta dall’angelo alle donne che sono accorse prima di tutti al sepolcro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” (Lc 24, 5). Miei cari, se davvero crediamo nel Signore Gesù, Egli si farà trovare nel nostro cuore riconciliato, pacificato, conciliato coi fratelli; nei sentieri dell’accoglienza, del perdono e dell’aiuto fraterno! Dio non abita nelle pieghe di una società iniqua e corrotta!
Dobbiamo portare il segno della vita incorruttibile ovunque ci sono segni di morte e di malizia. Per fare questo, dobbiamo, senza indugio, aiutarci gli uni gli altri, a far rotolare via la pietra dal sepolcro del nostro cuore! Questo è lo stile nuovo da assumere: essere motivo di vita, di rinascita, di pace, gli uni con gli altri. Non ci basta sapere che non siamo oppressi da macigni immani, bisogna partire, cominciare dalla rimozione di quei piccoli ostacoli che comunque sono disseminati in ogni ambito della nostra vita. A volte è più difficile sopportare un piccolo sassolino, nella nostra scarpa, che una grossa pietra; troviamo più difficoltoso a liberarci da un piccolo difetto che da uno grande!
Pasqua vuol dire passaggio, da un punto all’altro, da un modo di vivere ad uno più nuovo e più bello. Mentre ci accingiamo a fare memoria del XXV anniversario della sua morte, Mons. Tonino Bello, questa sera, così ci ripeterebbe: “Pasqua sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e, se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la risurrezione di Cristo”.
Carissimi, attendiamo con fede la venuta del Papa Francesco nella nostra Diocesi, pregando e gareggiando nel volerci bene!
Auguri di Santa Pasqua a voi e ai vostri cari! Pregate per me!
+ don Mimmo Cornacchia, Vescovo