Luce e Vita - Spiritualità

Chi si salverà? Chi raggiungerà la meta eterna del Paradiso?

Domenica 25 agosto 2019

Grigoletti M. (1846), Gesù Cristo predica alle folle

Chi si salverà? Chi raggiungerà la meta eterna del Paradiso? A prima vista, i testi della Messa di questa domenica, in particolare Isaia e Luca, sembrano dare risposte contraddittorie.

Il brano di Isaia (il cosiddetto “Terzo Isaia”) dà un messaggio consolante, pieno di promesse e di grandi speranze: Dio vuole salvare “tutte le genti e tutte le lingue”, perché è il Dio di tutti senza distinzione. Al grande raduno dei salvati giungeranno uomini e donne da tutte le genti. Tutti i popoli saranno “offerta al Signore”. Dio sceglierà i suoi sacerdoti tra tutte le genti, nessuna esclusa.

Di tutt’altro tenore appare il Vangelo di Luca, nel quale, a chi gli chiede quanti sono quelli che si salvano, Gesù risponde in maniera piuttosto scoraggiante: la porta per entrare in Paradiso è “stretta”; molti non riusciranno ad entrarci.

Chi sono quelli che ne saranno esclusi? La risposta è severa: non basta conoscere l’insegnamento di Gesù; non basta avere mangiato alla sua presenza. Tutto questo è fondamentale, ma non basta, se non ci si converte; se si resta “operatori di ingiustizia” non si entra nel regno di Dio.

A chiarificare il messaggio, apparentemente contradditorio, dei due brani biblici, ecco la lettera agli Ebrei, che chiarifica qual è la via della salvezza: occorre lasciarsi correggere dal Signore; la sua correzione a volte è severa, ma sempre destinata alla salvezza. La correzione del Signore è quella di un padre che, per amore, vuole portare al bene i suoi figli, per portarli alla conversione. La conclusione è un forte invito a non spaventarsi di fronte alla correzione, anche severa, del Signore, che è sempre segno di amore  del Padre che vuole portare i suoi figli alla salvezza. Le prove della vita non sono castighi finalizzati alla punizione, ma alla conversione e alla salvezza.
Il messaggio che la Parola di Dio ci offre in questa messa domenicale, nella sua apparente contradditotrietà, dona in realtà parole di speranza e di appello alla conversione.
Dio vuole davvero la salvezza di tutti gli uomini, nella comunione eterna con sé. La salvezza però non è automatica. Dio chiama per amore, la salvezza però ha bisogno di una risposta fatta di altrettanto amore. Dio guarda con amore i suoi figli e questi devono volgersi a Lui con amore. È nell’incontro tra Dio che ama l’uomo e l’uomo che risponde all’amore di Dio con altrettanto amore, fatto di conversione, che avviene la salvezza.

di Vincenzo Rini