Comunicazioni sociali

Altri due settimanali diocesani chiudono. È proprio questa la strada?

Editoriale di Luce e Vita del 19 luglio 2020

“A pochi giorni dalla sospensione delle pubblicazioni del settimanale della diocesi di Trieste, Vita Nuova assistiamo ora con sorpresa alla preannunciata cessazione dal prossimo 1 gennaio 2021 della pubblicazione del settimanale La Cittadella, una testata con una lunga storia alle spalle ed edita da tre anni come supplemento domenicale di Avvenire”.

Così scrive Mauro Ungaro, presidente nazionale Fisc in una comunicazione girata a tutte le testate. Non manca la solidarietà di tutta la Federazione: “Non possiamo come Federazione italiana dei settimanale cattolici (di cui La Cittadella è storica componente) non guardare con grande preoccupazione a questa decisione: con sempre maggiore frequenza la vita delle testate diocesane viene decisa sulla base di mere valutazioni di carattere economico, dimenticando che esse rappresentano un’espressione di carità culturale a servizio di tutta la comunità ecclesiale ed un elemento fondamentale per preservare la democrazia nel nostro Paese”.

Non c’è dubbio degli alti costi di gestione che si hanno per un giornale stampato, a fronte della comunicazione on line. Laddove poi ci siano dipendenti assunti i conti davvero rischiano di non tornare. C’è poi il capitolo della raccolta pubblicitaria che, dove perseguita, vede lo spostamento degli investimenti più sul digitale, onnipresente e onniraggiungibile, che sul giornale di carta.
Allora, che facciamo? Chiudiamo i giornali di carta? Interrompiamo questo spazio fisico di incontro, fissato su carta, stimolo alla lettura attenta e al pensiero critico? E’ proprio assimilabile la comunicazione digitale a quella cartacea o comprendiamo la reale differenza tra i media?
Chiudere è la cosa più facile. Integrare i media è la cosa più intrigante. Ne facciamo esperienza anche noi di Luce e Vita. Se fosse rimasto solo il giornale, in questi ultimi dieci anni, saremmo rimasti ancorati ad un’epoca ormai superata; se avessimo chiuso il giornale ci saremmo ancorati ad una comunicazione volatile, sfuggevole, direi quasi un’anima senza corpo. La grande sfida è appunto integrare i media. E ci stiamo provando.
Ne abbiamo parlato nell’ultima redazione di verifica fatta. C’è spazio per la carta, se riesce a qualificare gli articoli, ad essere sempre più prossima alla gente, alle esperienze, se un minimo di motivazione spinge a fermarsi e leggere oltre un titolo o un’immagine. Anzi a partire da un titolo e dall’immagine.
Ma c’è spazio anche per il digitale, con i suoi linguaggi multimediali, per raggiungere più persone, per arrivare dove esse sono (digitalmente), per incontrarle su quelli che sono stati chiamati “sagrati digitali” dove si sta per un po’, per poi venire o andare.

“Quando un settimanale diocesano è costretto a chiudere – scrive ancora Ungaro – viene spezzato per sempre quel filo di storie che come ha ricordato Papa Francesco costituisce la fondamentale memoria della comunità civile ed ecclesiale.”

Anche noi di Luce e Vita ci associamo alla solidarietà. Ai direttori e ai collaboratori delle due testate ribadiamo il sostegno e la vicinanza di tutta la Redazione.

Luigi Sparapano