«Per amore del mio popolo non tacerò»

Editoriale n. 12 del 24 marzo 2019

Leggendo la frase tratta dal libro del profeta Isaia (Is 62,1) che dà il titolo a questa XXVII Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, mi sono venute in mente le parole che David Maria Turoldo scriveva a don Tonino durante la loro corrispondenza epistolare: «Mi dicono che sei stato richiamato per le tue scelte, per i tuoi interventi… non solo ti sono vicino, ma oso perfino darti un consiglio: a maggior ragione intervieni, intervieni sempre di più e insieme di’ che sei stato richiamato, dillo pubblicamente; perché di questo hanno paura».
Ma “Per amore del mio popolo” fu anche il titolo del documento scritto da don Peppe Diana ed inviato a tutte le chiese di Casal di Principe nel Natale del 1991. In un suo passaggio don Peppe scriveva: “le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio”. Poco meno di due anni e mezzo dopo veniva assassinato dalla camorra.
Tre meravigliosi esempi di uomini santi che a parole e con i fatti hanno dimostrato che è possibile parlare ed intervenire usando parole e modalità giuste, sicuramente forti e rischiose, ma coraggiose e piene di senso!
E potremmo annoverare tutti e tre fra i “martiri” della fede! è vero, infatti, che per definizione questo vocabolo indica chi in nome della propria fede o dei propri ideali accetta il sacrificio di sé stesso fino alla morte; ma è altrettanto vero che ha anche sempre indicato i testimoni autentici della vita e della risurrezione di Cristo, coloro che attestano la verità del Cristianesimo dando prova di fede incrollabile anche e soprattutto nelle difficoltà.
Così fece anche Sant’Oscar Romero nel cui anniversario della morte (il 24 Marzo 1980) fu istituita nel 1993 questa giornata particolare. Ed è la prima Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri celebrata dopo la sua santificazione celebrata lo scorso 14 Ottobre 2018 da Papa Francesco. Dalla data del martirio del vescovo di San Salvador sono più di mille i missionari che hanno perso la loro vita in terra di missione, al servizio del Signore e dei poveri.
E se spesso, ci capita di sentire questi esempi distanti, lontani non solo geograficamente ma difficili da imitare e raggiungere, è altrettanto vero che mai come nel nostro tempo sono tante le forme di “martirio” cui purtroppo ormai i nostri occhi si sono abituati: lo sfruttamento minorile, il lavoro nero, i bambini soldato, la violenza sui più deboli, la privazione della libertà, l’ingiustizia sociale… Qualche giorno fa, parlando telefonicamente con una splendida donna di 96 anni, mi è capitato di sentirmi ripetere: “Ribellatevi, ribellatevi!”. E non intendeva la ribellione fisica, la “rivolta” delle storia antica e recente, bensì una sorta di moderna “obiezione di coscienza” da declinare in modalità ed ambiti diversi e a cui tutti, soprattutto i giovani, sono chiamati!
A tutti quindi l’augurio di non cadere nella tentazione dell’indifferenza e dell’inerzia (la famosa “cultura del divano” di cui parla Papa Francesco) ma di informarsi e domandare e soprattutto osare e non tacere, per amore di tutti e di se stessi!

Cosmo Coppolecchia
vicedirettore Ufficio missionario