Luce e Vita

Catechesi e diversabilità: in Diocesi si comincia

Editoriale n.33 del 13 ottobre 2019

Prima pagina

Al Convegno su “Catechesi e disabilità” (ottobre 2017), promosso dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, Papa Francesco ebbe a dire che «La catechesi è chiamata a scoprire e sperimentare forme coerenti perché ogni persona, con i suoi doni, i suoi limiti e le sue disabilità, anche gravi, possa incontrare nel suo cammino Gesù e abbandonarsi a Lui con fede. Nessun limite fisico e psichico potrà mai essere un impedimento a questo incontro, perché il volto di Cristo risplende nell’intimo di ogni persona».
Ogni incontro – lo sappiamo – è sempre un incontro mediato dalla comunità cristiana che sempre più non delega la dimensione dell’annuncio al gruppo catechistico, ma si scopre come comunità che genera. Tutta insieme, non soltanto una parte. Una comunità che sa integrare le varie dimensioni della vita pastorale e permette di accompagnare alla fede. Per questo il Papa, nel suo discorso, sottolinea che «La risposta è l’amore: non quello falso, sdolcinato e pietistico, ma quello vero, concreto e rispettoso. Nella misura in cui si è accolti e amati, inclusi nella comunità e accompagnati a guardare al futuro con fiducia, si sviluppa il vero percorso della vita e si fa esperienza della felicità duratura. Questo – lo sappiamo – vale per tutti, ma le persone più fragili ne sono come la prova».
I pochi tentavi in Diocesi di dare corpo a una catechesi inclusiva, che nasca sempre più dal bisogno delle parrocchie di essere accompagnate, ci hanno spinto a invitare il prossimo 14 ottobre suor Veronica Donatello, Francescana Alcantarina, responsabile nazionale del settore per la catechesi delle persone disabili dell’Ufficio Nazionale. Suor Veronica ci aiuterà a muovere i primi passi in questo settore della catechesi perché «tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno» (EG 14) e «ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire» (EG 20) senza escludere nessuno (EG 23).
Uomini e donne, soprattutto bambini che nella loro vita vivono il “silenzio” della parola o dell’udito, l’incompiutezza del ragionamento cognitivo o la paralisi motoria, ci aiutano certamente a recuperare ciò che noi – forse anche involontariamente – abbiamo scartato o pensiamo scontato, anche nel rapporto con Dio.
Il binomio catechesi e disabilità può aiutare le nostre comunità – in sintonia con la lettera pastorale del nostro Vescovo – a recuperare la gestualità che chiede un annuncio corpo a corpo, direbbe il Papa, rendendoci più umani e diventa il metro di misura della nostra accoglienza. Accogliere è il primo passo di un cammino di Iniziazione, se cristiana, lo è ancor di più.
Da poco più di un mese, è uscito nelle sale italiane il film Mio fratello rincorre i dinosauri tratto dal romanzo omonimo di Giacomo Mazzariol. Jack, il protagonista del film e del romanzo, dirà del fratello con una sindrome di Down: «Giò è uno che ogni mattina si sveglia e ti chiede se fuori c’è il sole, ogni mattina porta dei fiori alle sorelle…e quando mi chiedono cos’ha Giò, io rispondo sempre: mio fratello rincorre i dinosauri».
Dentro questo orizzonte di umanità, recupereremo, forse, nella catechesi la gioia del Vangelo che rincorre le cose semplici della vita, recupereremo il corretto rapporto con il mondo fatto di relazioni belle e concrete come l’abbraccio di un bambino portatore di handicap. Catechesi e disabilità ci farà recuperare la relazione con un Dio che ha scelto di farsi uomo come noi in una relazione corpo a corpo.
Di domenica in domenica nella frazione del pane.

don Nicolò Tempesta
direttore Ufficio Catechistico