Consiglio pastorale e formazione

di Ignazio de Gioia

La nostra Chiesa locale è formata dal Vescovo, sacerdoti, religiosi, religiose, e laici che vivono la propria fede attorno alle 36 parrocchie, alle 47 rettorie, nelle confraternite, associazioni, uffici e ser-vizi pastorali. Questa realtà costituisce una grande potenzialità positiva nel dare alla nostra diocesi segni di speranza e di vita nuova.

Il Papa Giovanni Paolo II nella “Novo millennio ineunte” al n° 45 invitava a coltivare “spazi di comunione giorno per giorno, ad ogni livello, nel tessuto di ciascuna chiesa. La comunione deve qui rifulgere nei rapporti tra Vescovi, presbiteri e diaconi, tra pastori e intero Popolo di Dio, tra clero e religiosi, tra associazioni e movimenti ecclesiali. A tale scopo devono essere sempre meglio valorizzati gli organismi di partecipazione previsti dal Diritto canonico, come i Consigli presbiterali e pastorali.

La teologia e la spiritualità della comunione, infatti, ispirano un reciproco ed efficace ascolto tra pastori e fedeli. Significativo ciò che san Benedetto ricorda all’Abate del monastero, nell’invitarlo a consultare anche i più giovani: “Spesso ad uno più giovane il Signore ispira un parere migliore”. E san Paolino di Nola esorta: “Pendiamo dalla bocca di tutti i fedeli, perché in ogni fedele soffia lo Spirito Santo”.Questa breve citazione mi pone in grande spirito di raccoglimento nel domandarci se siamo in piena comunione con Cristo, con il Vescovo, i pastori e il popolo santo di Dio.Uno dei compiti dei pastori, perché i fedeli assumino in pieno il loro compito nel sentirsi parte attiva e operante nella Chiesa, è formare persone responsabili. Per cui vorrei citare alcuni pensieri del nostro Vescovo Mons. Martella traendoli dalla prefazione del progetto pastorale per il biennio 2009-2011 “Tra sogni e speranze per un progetto di vita”.

“Il cammino diocesano con i giovani giunge nella fase che riguarda la progettualità, avendo già percorso la tappa dell’interiorità e della relazionalità. Progettare la vita significa prepararsi a vivere in pienezza tutte le sue tappe e le sue stagioni, accettando preliminarmente la propria persona con tutto ciò che questo può comportare, elaborando contemporaneamente un piano di azioni, di attività personali e professionali da collocare nel tempo sia presente che futuro. La persona è una realtà di valore assoluto, ma è anche in continua crescita: non solo sul piano fisico, ma soprattutto sul piano affettivo, mentale, relazionale, sociale e religioso”.

Il Card. Francois-Xavier Van Thuan in un articolo “Spera in Dio!” su Città Nuova, Roma 2008, p.42 così dice: “Sarebbe troppo facile prendere con te solo persone che amano prendersela comoda, che vogliono solo andare a rimorchio”, essere aiutate o soccorse, o solo ricevere. Tu potrai così giocare a fare il fratello maggiore, a essere indispensabile. Il tuo compito è piuttosto quello di formare persone responsabili, che vogliono stare ritte sulle proprie gambe, uomini degni di questo nome. É molto difficile, ma devi prendere la decisione di aiutare gli altri a destarsi dal loro torpore, a pensare da sé, a combattere da sé e, se necessario, ad andare anche contro le tue idee. Sarai allora veramente felice di vederli crescere insieme a te”.

Il Decreto Conciliare sull’Apostolato dei laici al n° 26 raccomanda la mutua collaborazione nel lavoro apostolico dicendo: “Nelle diocesi, per quando è possibile, vi siano dei consigli che aiutino il lavoro apostolico della Chiesa, sia nel campo della evangelizzazione e della santificazione, sia in campo caritativo, sociale, ecc… nei quali devono convenientemente collaborare clero, religiosi e laici. Questi consigli potranno giovare alla mutua coordinazione delle varie associazioni e iniziative dei laici, nel rispetto dell’indole propria e dell’autonomia di ciascuna. Consigli di tal genere vi siano pure, per quanto è possibile, nell’ambito parrocchiale, interparrocchiale, interdiocesano, nonché a livello nazionale e internazionale.”

Il Codice di diritto canonico al n° 512 così precisa: “Il consiglio pastorale è composto:

1. Da fedeli che siano in piena comunione con la Chiesa cattolica, sia chierici, sia membri di istituti di vita consacrata, sia soprattutto laici; essi vengono designati nel modo determinato dal Vescovo diocesano.

2. I fedeli designati al consiglio pastorale siano scelti in modo che attraverso di loro sia veramente rappresentata tutta la porzione di popolo di Dio che costituisce la diocesi, tenendo presenti le diverse zone della diocesi stessa, le condizioni sociali, le professioni e inoltre il ruolo che essi hanno nell’apostolato, sia come singoli, sia in quanto associati.

3. Al consiglio pastorale non vengono designati se non sono fedeli che si distinguono per la fede sicura, buoni costumi e prudenza.”

Una ultima citazione voglio proporre ed è del Papa Paolo VI citando la Evangelii nuntiandi n° 21 il quale sottolinea la testimonianza del cristiano nel mondo: “Ecco: un cristiano o un gruppo di cristiani, in seno alla comunità d’uomini nella quale vivono, manifestano capacità di comprensione e di accoglimento, comunione di vita e di destino con gli altri, solidarietà negli sforzi di tutti per tutto ciò che è nobile e buono. Ecco: essi irradiano, inoltre, in maniera molto semplice e spontanea, la fede in alcuni valori che sono al di là dei valori correnti, e la speranza in qualche cosa che non si vede e che non si oserebbe immaginare.

Allora con tale testimonianza senza parole, questi cristiani fanno salire nel cuore di coloro che li vedono vivere, domande irresistibili: perché sono così? Perché vivono in tal modo? Che cosa o chi li ispira? Perché sono in mezzo a noi? Forse tali domande saranno le prime che si porranno molti non cristiani, siano essi persone a cui il Cristo non era mai stato annunziato, battezzati non praticanti, individui che vivono nella cristianità ma secondo principi per nulla cristiani, oppure persone che cercano, non senza sofferenza, qualcosa o Qualcuno che essi presagiscono senza poterlo nominare”.

Ho voluto fare queste citazioni per porre in evidenza l’importanza della formazione per comprendere il grande ruolo del consiglio pastorale parrocchiale e diocesano.