Giornata Comunicazioni sociali - Luce e Vita

Cornacchia: Per continuare a narrare. (Sfoglia il giornale)

Editoriale di Domenica 24 maggio 2020

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Carissimi,
la 54^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, che celebriamo nella domenica dell’Ascensione, si riveste quest’anno di molteplici significati.
Il primo è, appunto, la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica istituita profeticamente dal Concilio Vaticano II, con la relativa disposizione contenuta nel paragrafo 18 del decreto Inter Mirifica: “Al fine poi di rendere più efficace il multiforme apostolato della Chiesa con l’impiego degli strumenti di comunicazione sociale, ogni anno in tutte le diocesi del mondo, a giudizio dei vescovi, venga celebrata una «giornata» nella quale i fedeli siano istruiti sui loro doveri in questo settore, invitati a speciali preghiere per questo scopo e a contribuirvi con le loro offerte. Queste saranno debitamente destinate a sostenere le iniziative e le opere promosse dalla Chiesa in questo campo, secondo le necessità dell’orbe cattolico”.
Informazione ai fedeli, preghiera, raccolta di fondi, tre obiettivi che coinvolgono ogni anno anche la nostra Diocesi. Infatti in questa giornata l’Ufficio Comunicazioni sociali offre spunti perchè nelle parrocchie si dia spazio a questa componente della pastorale che proprio negli ultimi mesi, spinti dall’emergenza, abbiamo tutti dovuto fare più nostra nei modi che ci sono stati possibili.
Il messaggio del Papa “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia, ci sollecita sul tema della narrazione, “perché credo che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”.
E’ qui che si radica il secondo significato di questa giornata: il nostro, quasi centenario, settimanale Luce e Vita costituisce proprio quel filo rosso di narrazione della nostra vita e della nostra storia, che puntualmente ci restituisce i vissuti personali e comunitari. Ci sollecita a guardare dentro gli avvenimenti, a non fermarci in superficie, ma – come detto in un recente incontro di verifica – a grattare sotto la scorza degli avvenimenti, per leggere con la luce di Dio la nostra vita, e con la nostra vita, radicata in Dio, far luce sulle strade del mondo. Incoraggio quindi a promuovere il nostro giornale, non per dovere, ma per desiderio di comunione. Quanto vorrei che in ogni famiglia giungesse ogni settimana il giornale diocesano e che tutti sentissero l’esigenza di sostenerlo anche con il proprio contributo! Esso è il motore della comunicazione in Diocesi, insieme agli altri mezzi della comunicazione attivati negli ultimi anni con grande entusiasmo.
Terzo significato di questa giornata è la conclusione del Festival della Comunicazione realizzato dal 4 al 24 maggio grazie anche alla collaborazione delle Paoline e dei Paolini, alla sua 15^ edizione. Appuntamenti in diretta streaming, in cui sono stati affrontati tanti argomenti con diversi linguaggi e per diversi destinatari, anche esterni all’ambito strettamente ecclesiale, perchè il messaggio del Papa fosse calato nella realtà della nostra vita e del nostro modo di comunicare. Dovremo far tesoro degli spunti offerti (che possono essere ripresi e rivisti sul canale youtube della diocesi e sulla sezione dedicata del sito diocesano, ndr).
Ringrazio quindi la Commissione che ha lavorato per oltre un anno a questo appuntamento, dedicando tempo, energie, competenze, interazioni… e che ha saputo riadattare il tutto a causa della pandemia, manifestando responsabilità e creatività, come anche il Papa ha chiesto nelle settimane scorse. Siamo ancor più convinti, quindi, che l’ambito della comunicazione dovrà trovare un spazio organico nella pastorale, oltre l’emergenza, non riducendosi a un fatto tecnico, ma dandogli sempre più il valore di evangelizzazione che gli spetta. Con questi sentimenti viviamo la giornata, ringraziando il Buon Dio dei doni che ci fa.

+Domenico Cornacchia, Vescovo