Una famiglia che cresce. II collettiva dell’associazione “I colori dell’anima”

Sala dei Templari (Molfetta) 14 - 30 ottobre 2017

Da sempre le botteghe costituiscono non semplicemente un luogo in cui si apprendono antichi mestieri, ma scambi di idee, valori, esperienze. Non ci deve sorprendere che in un Occidente contrassegnato dal nichilismo stiano crescendo di numero esponenzialmente. In particolare, la presenza ormai stabile a Molfetta dell’associazione “I colori dell’anima”, costituisce un un punto di riferimento per coloro che amano l’arte e la bellezza. È soprattutto una famiglia che cresce.

Questa condivisione si concretizzerà nella II collettiva presso la Sala dei Templari di Molfetta che sarà inaugurata sabato 14 ottobre 2017 alle ore 19,00e che come titolo “Ritorno al mestiere. Dedicato a Giorgio De Chirico”. Occasione nella quale lo scrivente avrà modo di fare una breve introduzione al tema dell’anno associativo e a cui si aggiungeranno esibizioni dei vari artisti, soprattutto del maestro Filippo Cacace, Presidente dell’associazione. Poi rimarrà aperta fino al 30 ottobre.

La decisione di ispirarsi a De Chirico sembra più un atto dovuto: uno dei modelli ideali nella lotta alle avanguardie, le quali se in un primo tempo hanno segnato una rottura dai modelli accademici della pittura, dall’altro hanno segnato buona parte della crisi dell’arte contemporanea.  Dice nel Piccolo Trattato di Tecnica Pittorica, pubblicato nel 1928, apice della sua riflessione sul tema della tecnica: “In fatto di materia e di mestiere, il futurismo ha dato alla pittura italiana il colpo di grazia (…). Col tramonto degli isterici, più di un pittore tornerà al mestiere, e quelli che ci sono già arrivati potranno lavorare con le mani più libere (…). Per conto mio sono tranquillo, e mi fregio di tre parole che voglio siano il suggello d’ogni mia opera: Pictor classicus sum”, dice De Chirico. Il “ritorno al mestiere” è un mezzo di riavvicinamento alla tradizione, con un valore quasi etico di recupero di quello spirito artigianale che nell’arte del presente si è perso.

Un antico sapere che grazie a De Chirico e altri tornò ad essere oggetto di riflessione nel clima di ricostruzione dei valori dell’arte che caratterizzò l’orizzonte culturale del Ritorno all’ordine, rifluendo nei testi di artisti e critici e generando un fenomeno di recupero di tecniche del passato, riscontrabile nella produzione artistica degli anni Venti e Trenta.

Giovanni Capurso