Con i fratelli e sorelle dell’Argentina

Editoriale n. 31 del 7 ottobre 2018

Un oceano, migliaia di chilometri separano Molfetta dall’Argentina. Eppure, le distanze geografiche non hanno reciso il cordone ombelicale che lega i molfettesi di Buenos Aires, di Mar del Plata, di Bahia Blanca alle loro radici, alla città natale da cui partirono tanti anni fa. Anzi, per l’Argentina e l’America latina in genere, sono i figli, sono i nipoti e i pronipoti a mantenere il legame con Molfetta, la terra di origine dei loro avi. Una terra, il più delle volte, idealizzata, conosciuta solo attraverso i racconti e i ricordi dei genitori e dei nonni, immagini, non di rado, distorte dal tempo e dalla nostalgia.
Come per molte comunità molfettesi all’estero, il culto appassionato per la Madonna dei Martiri, è il collante, il segno identitario di donne e di uomini che, pur mostrando attaccamento e gratitudine alla nuova patria, al paese che li ha accolti e ha dato loro nuove opportunità, restano visceralmente molfettesi, nei valori, nelle tradizioni, negli stili di vita, nella cultura.
Quest’anno, la festa della Madonna dei Martiri che si svolge ad ottobre, nel quartiere de La Boca, a Buenos Aires, raggiunge la sua 65esima edizione. Una festa gemella anche lì, nella capitale argentina, con la celebrazione della messa nella chiesa di San Giovanni Evangelista, la processione, l’imbarco e l’uscita a mare del sacro simulacro.
Già lo scorso anno, una delegazione dell’Unión Molfettese Argentina, portò al Vescovo della diocesi, Mons. Cornacchia, una lettera della presidente, Maria Adriana Favorito, con l’accorato invito a condividere, nel 2018, questo importante traguardo: la 65ª festa della comunità in onore della Santa Patrona. E il Vescovo don Mimmo, sempre molto vicino ai nostri emigrati, ha acconsentito, non tirandosi indietro difronte alle difficoltà di un lungo viaggio, per raggiungere, in visita pastorale, le nostre sorelle e i nostri fratelli d’Argentina.
Per loro, la visita del Pastore rappresenta molto di più di una cortese adesione ad un invito: è il segno inequivocabile della vicinanza, della condivisione, dell’essere parte del gregge. Non scordati, non esclusi, non tagliati fuori ma figli persino prediletti.
E sicuramente la presenza del Vescovo saprà dare nuova energia all’associazione dei molfettesi, incoraggerà la loro tenacia e proporrà nuove motivazioni ai più giovani che, come ci confessano preoccupati i più anziani, rischiano di disperdersi e di non più riconoscersi.
Caro don Mimmo, l’Associazione Molfettesi nel Mondo non può che esserti grata. Porta in Argentina il nostro affetto e, quando abbraccerai i tanti molfettesi che ti stanno aspettando, racconta loro che questa città non li ha dimenticati e che, anzi, desidera riallacciare i fili e fare delle distanze, occasioni di crescita e delle loro esperienze, risorse per l’intera comunità.

di Angela Amato – Presidente Ass. Molfettesi nel Mondo