Luce e Vita - Attualità

Il tempo di “non scuola”/3. La Caritas di Terlizzi con i minori nel tempo del lockdown

L'esperienza del centro socio-educativo diurno “La Casa di Santa Luisa”

Il centro socio-educativo diurno “La Casa di Santa Luisa”, in Terlizzi, opera segno della Caritas Diocesana, è una struttura che si rivolge a bambini in età scolare che, afferenti a famiglie particolarmente fragili e vulnerabili, sono esposti a rischi  emarginazione e devianza; il centro offre diversi servizi volti a gestire l’emergenza educativa del nostro tempo,  offrire sani modelli di vita e di relazione, contrastare la dispersione scolastica, prevenendo quindi  l’allontanamento dei minori dal proprio nucleo familiare.

Le principali vittime della emergenza socio-sanitaria determinatasi in conseguenza della diffusione epidemica del Covid-19 sono proprio state i bambini e le loro famiglie, s-travolte sia dal punto di vista sociale che economico. Le fragilità ed i bisogni (educativi, affettivi, emotivi) dei bambini in carico sono state il motivo per cui abbiamo da subito deciso che il distanziamento impostoci non doveva e non poteva essere SOCIALE bensì FISICO.

Il centro quindi, coerentemente agli obiettivi ed alla proprio mission, ha fatto sì che rimanesse viva la relazione con i bambini e le loro famiglie, che il senso di appartenenza ad un contesto affettivo e significativo non venisse soppiantato da sentimenti di smarrimento e abbandono.

Così, dopo una ri-organizzazione rapida ed efficace, l’equipe educative decideva di assicurare la prosecuzione di gran parte dei servizi anche se in modalità “da remoto”.

È accaduto infatti che  durante la pandemia, il servizio di sostegno scolastico proseguisse con la metodologia della didattica a distanza mediante l’utilizzo di smartphone (offrendo anche gli strumenti quali computer, tablet, connessioni wi-fi, per permettere ai minori di accedere alle piattaforme digitali e mettersi in collegamento con i docenti); parimenti si è riusciti a mantenere il sostegno psicologico, sempre  in modalità “da remoto”, per i bambini e alle loro famiglie che così non si sono mai sentiti soli, nemmeno per un giorno;

Considerata inoltre la necessità di assicurare ai bambini una giusta alimentazione (in presenza infatti i bambini usufruiscono anche del servizio mensa) , si è optato anche per la distribuzione dei pasti a domicilio riuscendo fare condividere importanti frangenti di questi momenti sempre grazie alle video-chiamate ed alle chat da remoto.

La didattica a distanza, benché sia stato uno strumento nuovo sia per i bambini che per gli operatori,  ha dato origine a quello che abbiamo chiamato effetto-paradosso nel senso che, malgrado la distanza fisica, in diverse occasioni si è riusciti ad accorciare le lontananza ed a valorizzare al massimo la presa in carico educativa,  tirando fuori il meglio dalle relazioni  non solo tra genitori e figli, ma anche tra operatori e bambini.

È accaduto quindi che le volontarie, senza perdersi d’animo, siano  “entrate” nelle case delle famiglie gradualmente e con discrezione, suscitando gioia ed entusiasmo in bambini e genitori , rassicurati dalla incessante presenza della Caritas malgrado l’emergenza in corso.

Di fondamentale importanza è stata la rete di comunicazione e confronto  attivata dalla Caritas  tra scuole, famiglie e centro, dialogo che ha permesso di mettere a punto strategie specifiche per l’ affiancamento “a distanza”  i minori nella delicata fase dell’emergenza.

Le attività in videochiamata, sia pur con diversi limiti, hanno permesso di mantenere in attività i contenitori emotivi, nonché vive le relazioni anche grazie al fatto che si fossero svolte negli stessi orari e giorni di apertura del centro;  inoltre, essendo le videochiamate personalizzate, i bambini hanno addirittura potuto beneficiare di attenzioni che li  hanno aiutati in molti casi a concentrarsi  di più che nei momenti di vita in presenza dove, la dimensione del gruppo a volte impedisce, specie nei momenti di studio, di mantenere sempre degli adeguati  livelli attentivi.

Tutte le azioni educative sono state pensate e realizzate in modo da valorizzare e trasformare in risorse ed opportunità le criticità e le restrizioni di cui all’emergenza COVID19; approfittando quindi  della “convivenza forzata” genitori-figli, si è cercato, con successo, di far vivere alle famiglie momenti di condivisione, anche di piccoli attimi di quotidianità; ad esempio  molti genitori,  prima della pandemia,  non avevano mai affiancato il proprio figlio nelle attività scolastiche, letto insieme  un libro o preparato una torta: al tempo del Coronavirus  lo hanno fatto, si sono sperimentati in un nuovo stare insieme, in una nuova dimensione di cura e si sono anche resi conto del valore di tutto ciò.

Il Covid non ha fermato il sociale!! Il Covid non ci ha fermati, piuttosto ci ha messi alla prova e dato strumenti nuovi per garantire ai nostri bambini tutto il supporto di cui hanno bisogno.

Le operatrici del centro socio-educativo diurno “La Casa di Santa Luisa”