La società civile alza la voce: giù le mani dalla famiglia!

Documento del Forum Famiglie e lettera ai Parlamentari

Mentre il dibattito politico e parlamentare sembra rappresentare sempre meno i reali bisogni delle famiglie, come non prendere atto delle molteplici iniziative che la società civile sta mettendo in campo per la famiglia? come non vedere la grande reazione del sociale alla proposta di legge Cirinnà sulle unioni civili, e più in generale per fermare le infiltrazioni della strategia Lbgt nel tessuto sociale e culturale del Paese?
Ultima, ma solo in ordine di tempo, è la convocazione della manifestazione del 20 giugno, promossa dal Comitato Difendiamo i nostri figli.
A questa manifestazione, spiega il presidente Belletti “abbiamo scelto di non aderire direttamente come Forum. E' un evento di famiglie, a favore della famiglia, e la presenza di sigle sembrerebbe voler condizionare ciò che appare una diretta espressione di cittadinanza attiva.  Anche i membri del Comitato promotore sono in effetti presenti a titolo personale. Come Forum” prosegue Belletti “guardiamo comunque con grande attenzione e simpatia a questa iniziativa, perché dà ulteriore voce ad un sentire di popolo”.
A nostra volta, da diversi mesi “come Forum sosteniamo e attuiamo una modalità di intervento diversa, orientata al dialogo, al rapporto diretto con interlocutori della politica e della cultura sensibili alle nostre proposte”. 
In questo quadro si inserisce l’invio a tutti i parlamentari, venerdì 5 giugno, di una lettera aperta (allegata) elaborata dalle associazioni del Forum sul tema delle unioni civili e “per esprimere il forte dissenso sul testo base adottato dalla Commissione Giustizia del Senato su proposta della sen. Cirinnà” e su cui il Parlamento sarà occupato nelle prossime settimane.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato anche un appello sottoscritto da personalità del mondo accademico, giuridico, scientifico e sociale indirizzato ai parlamentari affinché la disciplina sulle unioni civili sia sostanzialmente diversa da quella del matrimonio, così come hanno più volte ripetuto le più alte Corti italiane, in linea con la giurisprudenza europea.
“Queste iniziative si vanno a sommare alle decine e centinaia di eventi in corso localmente, che testimoniano una presa di coscienza della gente comune, cattolica, ma non solo.
“In tutte queste iniziative, nazionali o locali che siano, c’è un elemento comune: non sono mosse da alcun intento discriminatorio verso le persone omosessuali che vivono una relazione affettiva diversa da quella che molte coppie suggellano nel matrimonio. Riteniamo anzi che i diritti individuali di ciascuna persona non debbano dipendere dalle forme in cui si sviluppa la personalità umana.
“Ma non si può neppure trascurare il preminente interesse pubblico riservato alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, che deriva dal suo essere cellula fondamentale della società e culla delle future generazioni. Questa sua unicità” conclude Belletti “non può essere confusa con altre forme di relazione affettiva né può essere oggetto di logiche politiche. Sblocchi piuttosto, il Parlamento, la scandalosa iniquità fiscale tuttora presente ai danni delle famiglie con i carichi familiari più pesanti: vedrà che su questa priorità troverà ben altri consensi e ben altra generatività di bene comune”.