Lettera di don Paolo Malerba da Marsabit: Buon viaggio and share the love

Paolo Malerba

Le ultime settimane ed in modo particolare gli ultimi giorni, prima di partire alla volta del Kenya, ogni incontro, ogni saluto a me diretto era accompagnato dall’augurio “Buon viaggio”; tutti, poi, rivolgendosi al caro amico fr. Racho, confratello kenyota nella diocesi di Marsabit, aggiungevano “Mi raccomando a don Paolo”. 
Proprio queste sono state le parole che don Mimmo, nostro compianto Amministratore, ci ha rivolto la mattina del 21 settembre; quando siamo andati a salutarlo prima della nostra partenza, mi ha detto: “Buon viaggio Paolo! Vai in nome di questa chiesa locale, diocesi di Molfetta, e porta l’amore di Dio”. 
Anche in questa triste occasione, sento il bisogno di dirti grazie, caro don Mimmo, e sono sicuro che ora più che mai, tu e don Gino siate venuti a vedere l’Africa, terra lontana. Sono convinto della vostra presenza qui con me in Africa. Ora per voi non c’è più bisogno di preparare la valigia, di prendere l’aereo, di passare la dogana, di chiedere il visto. Ora più che mai potete viaggiare tranquillamente senza nessuna barriera. Secondo la tradizione africana, e non solo, i nostri amici non ci lasciano soli, ci aiutano nella nostra vita anche quando non sono più presenti con il corpo. La tradizione semitica ed africana insegna che ogni ospite è segno dell’amore di Dio e porta con sè la benedizione di Dio. 
La benedizione, cari don Gino e don Mimmo, è giunta qui con la pioggia che è caduta abbondantemente prima del tempo previsto, dopo circa nove mesi di siccità. E se la tradizione africana è vera, io penso che oggi voi siete passati di qui. Grazie per la vostra presenza tutta nuova, non tangibile secondo gli schemi umani, ma percettibile attraverso la logica divina. Sì, tutta la nostra vita è un viaggio, come canta Cremonini: “Che sia un’andata o un ritorno, che sia una vita o solo un giorno, che sia per sempre o un secondo. L’incanto sarà godersi un po’ la strada.” 
Ci siamo goduti un po’ la strada insieme, ma non importa quanto abbiamo percorso, conta quanto abbiamo amato. Tutta la nostra vita non è altro che imparare ad avere il coraggio di lasciare tutto indietro e andare. La nostra vita è tutto un partire per ricominciare, e se ci soffermassimo a pensare che qui siamo solo di passaggio, siamo ospiti, alla strada che ancora c’è da fare non ci resterebbe che “share the love”, condividere l’amore. Per questo siamo nati. 
Il cristiano non è altro che uomo, un uomo che ha scoperto l’ Amore e lo dona agli altri. Non si può tacere l’amore vero, l’amore che scaturisce dal cuore trafitto di Cristo. Quell’amore che ti rende vulnerabile, che ti dà il coraggio di partire, che diventa sacrificio, che diventa gioia, che diventa dubbio; quell’amore che diventa speranza per te e per gli altri. Affinché questo sia possibile è necessario partire, augurarsi buon viaggio. Partire, alcune volte, significa anche arrendersi a una volontà che ci sovrasta, che non capiamo, così come è accaduto a don Gino, a don Mimmo. Il viaggio più lungo che ci aspetta è quello per imparare a coniugare mente e cuore. È il viaggio più lungo della nostra vita terrena. E allora buon viaggio a tutti, affinché questo mese dedicato alle missioni ci aiuti ad essere missionari verso noi stessi ad avere il coraggio di partire, non importa dove, con chi, perché. Almeno dobbiamo provarci a ripercorrere il senso della nostra vita e a gustare il senso del camminare per sentirci ancora vivi e capaci di “share the love”, di condividere l’Amore Vero.
Auguri e buon viaggio!