Osare il coraggio della speranza

di Onofrio Losito

Spesso a ridosso di una qualunque consultazione elettorale si è soliti semplificare l’importante momento democratico ad una scelta fra candidati a cui ‘affidare’ la nostra totale delega del vivere sociale in favore di coloro che siano capaci di operare qualcosa a livello personale, piuttosto che porsi nella prospettiva opposta di chiedersi cosa sia possibile fare per collaborare nella gestione della propria polis. Di certo non si tratta di una commistione di ruoli ma di una sana compartecipazione alla gestione della comunità sociale che trae spunto da elementi di riflessione offerti in modo abbondante negli ultimi tempi proprio dalla Chiesa e che segnano un grande rilancio della sua dottrina sociale.

Sia nella recente enciclica ‘Caritas in veritate’, che nel nuovo documento della CEI ‘Per un Paese solidale. Chiesa italiana e mezzogiorno’ emerge, come del resto il profeta Geremia insegna, che non c’è tempo né condizione, per quanto sfavorevole possa essere per i credenti, in cui non valga il comando di costruire ed abitare la città, cercarne la pace ed il benessere (cfr. Ger 29, 4-7). L’originalità della posizione e dell’impegno dei cristiani è infatti tenere insieme la realtà dell’impegno con la consapevolezza di un orizzonte ulteriore. In ogni tempo, anche dinanzi a nuovi scenari, i cattolici sono tutti chiamati alla responsabilità di tradurre la dottrina sociale della Chiesa in scelte concrete, ad operare una mediazione nella realtà.

Tutti noi siamo ben consapevoli del difficile momento economico che attraversiamo e che si inserisce in una serie di problemi strutturali ben più antichi del nostro Paese che ne aggravano la situazione economica. La disoccupazione e la precarietà che tocca in modo preoccupante i giovani penalizzando la loro crescita umana e lavorativa e che si riflette pesantemente sulla famiglia, cellula fondamentale della società già bersaglio di forti destabilizzazioni. 

La presenza di una economia illegale espressione anche di una carenza di senso civico che sollecita nuove regole e opportunità del mercato del lavoro, una maggiore giustizia fiscale, una maggiore trasparenza, qualità e produttività della spesa pubblica, una maggiore efficienza del mercato del credito, della formazione scolastica e professionale. Sono solo alcune fra le possibili sollecitazioni del nostro discernimento elettorale che certamente ritroveremo anche nel documento preparatorio della 46ª settimana Sociale dei Cattolici italiani in programma a Reggio Calabria il prossimo ottobre. Sollecitazioni che non devono essere tramortite nemmeno dallo squallore di comportamenti edonistici ed amorali di taluni rappresentanti politici, che ci inducono a desistere dall’esercizio democratico del voto, in segno di protesta e di disgusto.

Risulta urgente e necessaria una iniezione di nuove energie sociali capaci di modificare gli equilibri in cui ci troviamo e generare più opportunità per tutti e per ciascuno. Solo in questo modo potremo contrastare anche quel flusso migratorio di giovani figure professionali di livello medio-alto, che priva il nostro meridione delle risorse più importanti provocando un generale depauperamento di professionalità e competenze, soprattutto nei campi della sanità, del volontariato, della scuola, dell’impresa e dell’impegno politico. Occorre ridare alla politica quel respiro che sembra aver perso, rendendoci tutti più poveri e disillusi, affermando che  ricchezza e potere non possono essere gli obiettivi della stessa politica. Non possiamo accontentarci di piccole promesse elettorali magari personali, occorre aprire il nostro sguardo all’orizzonte di un bene comune adoperandoci per esso come esigenza di giustizia e carità. Ogni cristiano è chiamato a questa carità, anche con un personale coinvolgimento che dia concretezza alla prospettiva dell’affermarsi di una nuova generazione di politici cattolici come auspicato a più riprese dai vertici ecclesiali.

Possiamo allora fare nostro l’appello dei nostri Vescovi a conclusione del documento ‘Per un Paese solidale. Chiesa italiana e mezzogiorno’: ” Bisogna osare il coraggio della speranza! ‘A voi, uomini e donne di buona volontà, cercatori di giustizia e di pace, perché, anche se sconosciuti al mondo, siete conosciutissimi da Dio (cfr 2Cor 6,9) e affrettate con la vostra fatica la venuta del Signore (cfr 1Pt 3,12)’.