Parole per il futuro della Chiesa

Editoriale n. 8 del 25 febbraio 2018

Il tesoro che la nostra Chiesa Diocesana custodisce è di un valore inestimabile. Mi riferisco all’eredità che il Servo di Dio, il Vescovo don Tonino Bello, ha lasciato con la sua vita spesa per amore di Gesù, e con i suoi scritti che sono un vademecum preziosissimo per continuare ad annunciare la gioia del Vangelo “nelle vene della storia”.
L’anno che stiamo vivendo è un’occasione importante per fare memoria del dono immenso che il Signore ha consegnato alla nostra Chiesa Locale: un pastore che ha saputo guidare il gregge a lui affidato con lo stile del profeta che scruta l’orizzonte indicando un futuro di speranza per la Chiesa e per il mondo.
Questo futuro don Tonino lo ha messo nelle nostre mani perché si realizzi con l’aiuto di Dio e con il nostro impegno personale e comunitario. Non serve andare indietro, sulle ali della memoria, fermandosi a ricordare nostalgicamente gli anni del suo episcopato in Diocesi, ma è dovere di tutti mettere in pratica ciò che ha insegnato e vissuto in prima persona. Per questo motivo, le giornate di approfondimento teologico che la nostra Diocesi organizza dal 26 al 28 febbraio prossimi, contribuiranno a rimettere in circolo alcune delle innumerevoli parole amate da don Tonino e che ora abbiamo la responsabilità di rendere operative nella nostra vita.
Innanzitutto la parola servizio (sarà il Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Mons. Vito Angiuli a proporci la riflessione sul tema). È stato proprio don Tonino Bello a usare il termine “teologia del servizio” per definire l’immagine della “Chiesa del grembiule”: oggi più che mai, abbiamo il dovere di rendere concreta nelle nostre comunità questa “icona della carità”, per evitare di tradire il comando di Gesù di servire il prossimo, in particolare gli ultimi ed emarginati. Come non tenere sempre a mente la frase pronunciata più volte da don Tonino (e ora anche da Papa Francesco): “chi non vive per servire non serve per vivere”?
La seconda parola sarà pace (della “teologia della pace” nel magistero di don Tonino Bello ci parlerà il prof. Sergio Paronetto, presidente del Centro Studi di Pax Christi). Una vita spesa per promuovere nelle coscienze di tutti l’idea che “la pace, prima che traguardo, è cammino. E per giunta, cammino in salita”. Quel cammino, difficile e faticoso, don Tonino lo ha realmente percorso quando, nonostante la malattia, ha guidato “un esercito disarmato di operatori di pace” a Sarajevo, durante il conflitto in Jugoslavia (dicembre 1993).
Comunione sarà la parola proposta nel terzo giorno del convegno (a parlare della “teologia di comunione” sarà il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, il Vescovo Mons. Nunzio Galantino). L’anelito a vivere la comunione, sia nella Chiesa Locale che nella società civile, ha caratterizzato tutti i giorni dell’episcopato di don Tonino Bello, vissuto in prima persona nell’impegno a traghettare il popolo di Dio delle quattro città a lui affidate nell’unica Diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi. Una Chiesa «icona, sacramento, riduzione in scala della vita trinitaria, e come puntovendita di quei beni di solidarietà che si vivono in pienezza in “Casa Trinità”».
Le tre parole scelte sono solo alcune di tante altre che necessitano di un attento e sapiente approfondimento per comprendere che don Tonino Bello la teologia, “luogo di incontro tra le provocazioni di Dio e quelle della storia”, l’ha insegnata con le sue omelie e i suoi scritti, ma soprattutto l’ha praticata con uno stile di vita somigliante, in tutto e per tutto, alla vita stessa di Gesù.
Allora è vero che don Tonino Bello è un Vescovo che profuma di Chiesa perché è stato un uomo e un Vescovo che profuma di Cristo.

N.B.: Le frasi virgolettate sono parole tratte dagli scritti di don Tonino Bello.