Luce e Vita - Attualità

Quale fase 2? – Disponibile l’intero giornale

Editoriale n.17 del 26 aprile 2020

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Mentre si comincia a discutere di fase 2, la gente in casa, stanca, freme nel riprendere la propria vita ordinaria, le proprie abitudini, il proprio lavoro. Già, ma quale lavoro?
Sarà certamente diverso da prima anche per il mondo del lavoro, che ha prima rallentato e poi ha visto fermarsi la propria attività. Si vedono già diversi danni importanti, soprattutto per gli imprenditori che in questi anni hanno investito per creare lavoro e che ora si trovano in una situazione di debiti e grandi punti interrogativi circa il futuro della loro azienda. Ma sarà certamente diverso per tutti i lavoratori, specie quelli dei settori del turismo, trasporti, ristorazione, terzo settore, della filiera dell’agricoltura e del settore zootecnico, le imprese che organizzano eventi, il comparto della cultura.
Oltre alla preoccupazione per la perdita del salario o dell’occupazione, si aggiungerà anche la preoccupazione di esercitare il proprio lavoro attraverso le necessarie condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro.
Facciamo proprie, ma veramente, le parole di Papa Francesco pronunciate durante il messaggio Urbi et Orbi di Pasqua: “Non è questo il tempo dell’indifferenza, perché tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia… Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone… Non è questo il tempo della dimenticanza. La crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze che portano con sé i patimenti di molte persone”.
Ora più che mai è urgente esercitare la nostra capacità di manifestare la cittadinanza attiva ed il personale impegno in materia di stili di vita e di capacità di premiare, con le nostre scelte, prodotti e imprese nazionali che danno più dignità al lavoro per contribuire alla rinascita del tessuto produttivo e sociale locale.
Per farlo abbiamo bisogno del coraggio del Risorto. Perciò condivideremo tutte queste nostre ansie il prossimo 1° maggio insieme al nostro Vescovo nella celebrazione di un breve momento di preghiera in diretta streaming dalla Cattedrale alle 18.30 in occasione della festa dei lavoratori, offrendo simbolicamente al Signore i piccoli germogli di lenticchie che nel frattempo abbiamo coltivato, come segno del nostro lavoro e di speranza futura.

Onofrio Losito,
direttore Ufficio Pastorale sociale e del lavoro