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Luce e Vita - Spiritualità

Lo Spirito promesso

Domenica 22 maggio 2022

La gioia potrà esplodere, una volta avvenuta la glorificazione, perché i discepoli potranno ricordare nello Spirito le parole che Gesù ora dice loro e potranno nella fede cogliere che la sua dipartita non è la fine di una storia, ma il rilancio della promessa, non è l’imporsi di un’assenza, ma il rinnovarsi di una presenza.

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“Amatevi gli uni gli altri..”

V domenica di Pasqua

Vivere l’amore come Gesù l’ha vissuto significa partecipare alle energie del Risorto, passare dalla morte alla vita, confessare nelle relazioni quotidiane la fede pasquale. Come l’amore vissuto da Gesù è la forza intima della resurrezione, così Gesù indica ai discepoli la via dell’amore come via per fare della resurrezione una prassi, per vivere cioè la novità cristiana narrando nel quotidiano che la morte non ha l’ultima parola.

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L’amore discerne l’amore

III domenica di Pasqua

Il Risorto si fa presente sulle rive del lago con il linguaggio della sovrabbondanza dell’amore. Ma una sovrabbondanza che si rivela nel quotidiano e umanissimo interessarsi dell’altro, nel preparare un pasto e nel mangiare insieme. La quotidianità così semplice può essere abitata dalla dismisura dell’amore di Dio, perché l’abbondanza dell’amore di Dio non è visibile se non nei gesti dell’amore quotidiano, del preparare una tavola, del condividere un banchetto, del vivere la fraternità.

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Dal buio alla fede

Domenica di Pasqua

La fede nella resurrezione, che è al cuore della fede cristiana, non coincide con una semplice fiducia nella vita, ma crede la vita che nasce dalla morte grazie alla forza dell’amore di Cristo. Essa consente di entrare nelle situazioni di morte guardando oltre la morte e vivendo la resurrezione, ovvero amando o cercando di amare come Cristo ha amato e, soprattutto, credendo al suo amore per noi.

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Una regalità paradossale

Domenica delle Palme

Se i discepoli non sanno cogliere la rivelazione nel paradosso, sarà la realtà che la riconoscerà, saranno le pietre che la grideranno: la rivelazione di Dio in un uomo, del Messia in un povero, del salvatore in un perduto, del giusto in un crocifisso. Gesù accoglie questa proclamazione di regalità, lui che sempre ci è mostrato dai vangeli restio e avverso ad analoghe attribuzioni, perché qui è impotente, non può salvare nessuno e dunque non ci sono possibili cattive comprensioni della sua regalità.

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Chinarsi per rialzare

V Domenica di Quaresima

Nella Torah Gesù cerca il volere di Dio e nella persona umana vede l’immagine di Dio. Nelle persone che incontra Gesù non vede anzitutto il peccato, ma la sofferenza, anche la sofferenza per gli errori commessi e questo è alla radice della sua misericordia. Per questo il suo agire è quello della cura e della prossimità, non della violenza.

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Il lungo respiro dell’amore

IV Domenica di Quaresima

Un padre che ha il coraggio e la forza di non fare niente. Anche una volta che il figlio minore se n’è andato, non lo va a cercare come il pastore che si mette in cerca della pecora smarrita, ma resta a casa, facendo un atto di fiducia radicale e restando in attesa. Che non sia rassegnazione o disinteresse, lo mostra il fatto che quando il figlio intraprenderà la via del ritorno, lo intravvederà ancora lontano e gli correrà incontro. A dire di un’attesa sempre vigile, di un desiderio mai scemato, di un amore mai venuto meno.

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Non la morte ma la conversione

Domenica 20 marzo 2022

Nel mezzo del cammino, in questa III Domenica di Quaresima, risuona forte la Parola di Dio, come invito accorato alla conversione! Le vicende alle quali assistiamo attualmente, il nostro stare e il nostro modo di relazionarci nel quotidiano, confermano ancor più l’urgenza di questo cambio di direzione..Dall’Io a Dio!

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Preghiera e silenzio

Domenica 13 marzo 2022

La polarità tentazione-preghiera di Gesù è anche descrizione della situazione in cui noi stessi siamo immersi quotidianamente. Quotidiana è per noi la possibilità del male, ma altrettanto quotidiana è la possibilità della lotta, della resistenza alla seduzione del male, dunque della preghiera e dell’ascolto della parola del Signore nelle Scritture. La preghiera è il luogo del nostro possibile mutamento, è il tempo accordato e lo spazio fatto alla possibilità di essere resi più conformi all’immagine del Signore Gesù.

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Vedi come parli

Domenica 27 febbraio 2022

Riprendendo l’invito alla conversione come appello a vedere se stessi nei propri limiti e peccati – dunque a uscire dalla cecità che è sempre incapacità e non volontà di vedere il male che abita nel proprio cuore – possiamo dire che la parola fa vedere il cuore dell’uomo, mostra ciò che lo abita. Il rapporto cuore-bocca, ovvero interno-esterno, invisibile-visibile, silenzioso-udibile è manifestato dalla parola, realtà spirituale e corporea al tempo stesso.