Fridays for future. Un nuovo Sessantotto per l’ambiente

di Giovanni Capurso

Un nuovo Sessantotto è possibile, con nuovi temi certo, e con nuove speranze. Non più contro il soffocante autoritarismo, ma per la difesa di nuovi diritti e per l’ambiente. E la manifestazione di venerdì 17 di tutti gli studenti d’Italia può essere un inizio. Il movimento Fridays for future, lanciato a livello globale dalla sedicenne svedese Greta Thunberg che dal 20 agosto ogni venerdì si siede davanti al Parlamento di Stoccolma per protestare contro l’indifferenza della politica sulle mutazioni che stanno stravolgendo l’ecosistema terrestre, si sta rapidamente diffondendo a livello internazionale. Anche da noi in Puglia le principali manifestazioni — che radunano studenti, volontari e sigle dell’ambientalismo come Legambiente — si terranno nelle principali città, e in particolar modo quella di venerdì 15 maggio in occasione della Giornata Mondiale del Clima. L’obiettivo è quello di chiedere, soprattutto ai governi, azioni concrete volte alla salvaguardia dell’ambiente, per la mitigazione del surriscaldamento globale e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Rispetto all’ondata ecologista che ha invaso l’Europa e il mondo intero, il movimento dei Fridays in Italia è arrivato in ritardo (i primi presìdi del venerdì risalgono a fine dicembre). Ma in un paio di mesi ha già raccolto centinaia di attivisti. Tutti giovani, molti adolescenti sostenuti dai genitori e dagli insegnanti. Tanto che in molte scuole, sono stati gli stessi dirigenti scolastici a diramare la circolare per informare e sostenere lo sciopero globale per il clima di domani.

Ciò dimostra che nella storia, quando emergono urgenti e globali questioni collettive, gli uomini sono in grado di risvegliarsi dal loro torpore e combattere; e vale a maggior ragione per la nostra generazione etichettata troppo frettolosamente come “nichilista”. La gente adesso inizia ad avere consapevolezza che siamo in un momento difficile per le sorti del nostro pianeta, della casa comune in cui viviamo. E soprattutto i giovani stanno comprendendo che il conto alla rovescia è cominciato. Non si può più tornare in dietro.