Martedì 1 settembre: Giornata mondiale di preghiera per la custodia del creato

Onofrio Losito

La Giornata per la custodia del creato 2015 è coronata da diversi elementi di riflessione che ne rafforzano la sua identità. Innanzitutto c’è da considerare l’Enciclica Laudato si’ che Papa Francesco ha dedicato alla questione ambientale, poi le riflessioni del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo, così come dal Giubileo della misericordia.
Si può facilmente cogliere, nei momenti evidenziati, un filo rosso di congiunzione per una lettura in profondità dei segni dei tempi, per riscoprire una sapienza dell’umano, capace di amare la terra, per abitarla con sobrietà e leggerezza. Un terra che ha come padre Dio Creatore il quale ci invita a gustare in tutta la sua bellezza ed in rendimento di grazie, da abitare con coraggio, sobrietà e in solidarietà con i poveri, nella grande comunione delle creature. La creazione è quindi uno spazio da abitare nella pace e nella sapienza, coltivandolo e custodendolo come casa della famiglia umana, per costruirvi una vita buona condivisa per questa e per le prossime generazioni. 
Tale compito porta in sé sfide e compiti impegnativi. 
Emerge anzitutto una forte istanza di giustizia, per superare con decisione un sistema economico che non si cura dei soggetti più fragili, ma anche una profonda esigenza di ripensamento dei nostri stili di vita, orientati verso una “conversione ecologica”. Orientati cioè ad una cura della “casa comune”, come ha scritto il Papa nell’enciclica Laudato si’, che riguarda anche la nostra amata Puglia dove il grido che viene dalla terra violata si unisce a quello dei poveri da un lato, nella forma di un ambiente ferito da un’industrializzazione selvaggia che spesso ha ignorato l’agricoltura, il turismo, la bellezza della terra; dall’altro, nel dramma umano della gente, segnata dalla mancanza di lavoro e di prospettive sociali. Questo non solo a Taranto con la questione dell’ILVA che vive il dramma delle ferite inferte da uno sviluppo molto poco eco-compatibile e di un piano industriale che deve essere profondamente ripensato avendo come criterio il bene delle persone e la custodia del creato. Ma anche pensando alle discariche abusive recentemente scoperte nella Capitanata nelle Murge e nel leccese; alla produzione di energia non proprio pulita da cui è afflitto il territorio brindisino; alla paventata realizzazione della TAP in una zona splendida del Salento; alle trivellazioni al largo dell’Adriatico e dello Jonio che coinvolgerebbero tutte e sei le province del nostro territorio regionale e per ultima la questione legata allo stoccaggio del greggio proveniente dalla località Tempa Rossa nella vicina Basilicata.
Occorre tornare ad apprendere cosa significhi sobrietà, ripensando anche i nostri stili alimentari, privilegiando, ad esempio, le produzioni locali e quelle che provengono da processi rispettosi della terra, incentivando la raccolta differenziata dei rifiuti, ma anche imparando ad apprezzare i beni per la loro capacità di durare nel tempo, magari per usi diversi da quelli originari.
Il 2015 vedrà un appuntamento fondamentale in tal senso: la Conferenza delle Parti (COP 21), che si terrà a Parigi per definire il quadro di riferimento per la tutela del clima nei prossimi anni. In tale contesto sarebbe auspicabile un forte impegno del Governo italiano, per un accordo di alto profilo, che garantisca un futuro sostenibile al clima planetario. Contribuire a tale impegno significherà anche per l’Italia rafforzare la sostenibilità dell’economia, privilegiando sempre più le energie rinnovabili e potenziando l’ecoefficienza, offrendo così anche nuove opportunità di lavoro.
Un forte stimolo verso tale direzione certamente potrà derivare da parte della Chiesa italiana coinvolta in tale impegno come testimoniano le “cinque vie” proposte dalla Traccia per il Convegno Ecclesiale di Firenze (vedi box a pag. 5). 
Una terra custodita con uno stile di vita sobrio è una risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato, oltre che la prima fonte di lavoro per i giovani.
 
 
Da quest’anno, anche la Chiesa cattolica celebra il 1° settembre la “Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato” per dare “risposte comuni” alle “identiche e importanti sfide” che tutti i cristiani si trovano ad affrontare. A darne l’annuncio è stato Papa Francesco, nella lettera di indizione della Giornata,  datata 6 agosto, Festa della Trasfigurazione del Signore. Il Pontefice spiega: “Condividendo con l’amato fratello il patriarca ecumenico Bartolomeo le preoccupazioni per il futuro del creato”, ed “accogliendo il suggerimento del suo rappresentante, il metropolita Ioannis di Pergamo, intervenuto alla presentazione dell’Enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, desidero comunicarvi che ho deciso di istituire anche nella Chiesa cattolica la ‘Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato’, che, a partire dall’anno corrente, sarà celebrata il 1° settembre, così come già da tempo avviene nella Chiesa ortodossa”. Come cristiani, “vogliamo offrire il nostro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”. 
La preghiera in diocesi è programmata alle ore 19 del 1° settembre, nell’ambito delle celebrazioni per la festa della Madonna dei Martiri, presso l’omonima Basilica.
La redazione