Il Papa in Libano: un consenso crescente

Intervista a p. Federico Lombardi sul viaggio che parte oggi, venerdì 14 settembre, fino a domenica 16.

Lo ha voluto il Papa, lo vuole fortemente, questo viaggio in Libano. Per la Chiesa e per il mondo, non solo per i cattolici e i cristiani del Medio Oriente, che lo attendono con gioia, con ansia, con speranza. Lo ha voluto con il coraggio della fede e la serenità della testimonianza, al di là di tutti i pericoli, che pure sono ben presenti a tutti.
La Terra Santa, il Medio Oriente, hanno bisogno di pace e di speranza. Sono due beni grandi che nessuno può imporre, nessuno può fabbricare. Sono un dono, che reciprocamente, tutti sono chiamati a darsi, sono il frutto di un percorso, che è necessario sviluppare insieme. Con questo spirito, con questa convinzione, con questo sereno coraggio Benedetto XVI vola in Libano, una terra felice e martoriata, forte e divisa, a due passi da una guerra in corso e nel cuore di una regione che con la guerra fa drammaticamente i suoi conti tutti i giorni, da decenni. Proprio per questo bisogna andare al di là di quelle logiche di violenza e di potenza che si rincorrono, apparentemente senza fine, sulla pelle degli innocenti e dei poveri. Che pagano per tutti. E fra questi ci sono proprio anche i cristiani, spesso costretti all’emigrazione, ad abbandonare quelle terre di cui sono parte decisiva.
Venendo a confortare, incoraggiare, guidare i cattolici, il Papa viene a testimoniare una logica nuova e antica, con il coraggio e la serenità che gli conosciamo e che sa parlare a tutti. E proprio per questo può dare frutti abbondanti, e insperati.

 

Le varie Confessioni religiose pronte ad accoglierlo

Un viaggio che ‘non è mai stato realmente messo in discussione’, e che manifesta ‘la chiara volontà della presenza’ del Papa in questa terra, senza lasciarsi mettere incertezza dalle circostanze, nonostante i problemi dell’area, come segno d’incoraggiamento, di speranza e di pace’. Così padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha definito l’imminente viaggio di Benedetto XVI in Libano – il 24° fuori dall’Italia, il quarto nell’area mediorientale – in un briefing tenuto oggi in sala stampa vaticana. In questi giorni, ha fatto notare il portavoce vaticano, si è registrato ‘consenso’ per la visita del Papa ‘dalle varie Confessioni religiose’ presenti nel Paese, che hanno manifestato ‘soddisfazione’ per tale decisione e creato ‘un clima di cordiale benvenuto da parte delle componenti più varie della realtà libanese, che colgono il significato d’incoraggiamento, amichevole, di pace che il Papa vuole dare, e che fa andare con serenità e fiducia incontro a questo viaggio’. Interrogato su possibili riferimenti alla situazione della Siria nei discorsi papali, padre Lombardi ha ricordato che Benedetto XVI ‘non si presenta come un potente capo politico, ma come un capo di comunità religiose che attraverso la loro testimonianza di vita e il loro impegno servono il Paese in cui vivono’.
 
I cristiani, ‘ponte’ nel Paese. ‘Chi si fa aspettative sulla politica – ha puntualizzato il portavoce vaticano – non centra il viaggio e il suo spirito: il Papa è un leader religioso che va a portare un messaggio alla comunità che fa riferimento a lui, che attraverso la sua testimonianza svolge un servizio al Paese in cui abita’. ‘Il Papa – ha precisato ancora il direttore della sala stampa della Santa Sede – non ha indicazioni per dire ai cristiani che cosa devono fare’: a loro, semmai, affida ‘un ruolo di ponte, non di parte ma di possibile incontro’ tra le varie componenti del Paese. A una domanda sulle misure di sicurezza prese in occasione del viaggio, padre Lombardi ha risposto ricordando che ‘la sicurezza è responsabilità del Paese che ospita’. ‘Ci possono essere anche misure preventive in questi giorni, ma non credo siano cose straordinarie’, ha commentato il portavoce, ribadendo che ‘tutti considerano che il Papa è una persona benvenuta per la maggior parte della popolazione libanese, non c’è preoccupazione per ostilità nei suoi confronti: è visto come messaggero di pace e come tale è benvenuto, e ciò crea un clima di sostanziale serenità. Sta poi al Paese predisporre misure necessarie’.
 
Per tutto il Medio Oriente. L’occasione del viaggio del Papa – che ‘non è solo per il Libano, ma per tutto il Medio Oriente’ – è la firma dell’Esortazione apostolica ‘Ecclesia in Medio Oriente’. Il Libano è stato scelto – ha spiegato padre Lombardi – perché ‘è il Paese del Medio Oriente in cui i cristiani e i cattolici sono la percentuale più rappresentativa e dove c’è una tradizione di dialogo e di convivenza tra le diverse componenti religiose e sociali del Paese’. Sei i discorsi previsti – che Benedetto XVI terrà in francese – più un breve discorso per la consegna dell’Esortazione apostolica e l’Angelus dopo la Messa di domenica. Dialogo religioso, ecumenismo, partecipazione dei cristiani alla vita sociale i temi probabili, ha riferito il portavoce.
Il viaggio si svolgerà ‘al centro del Paese e dintorni’, senza toccare il Nord, zona di confine con la Siria, e il Sud, luogo di frizioni con Israele. Benedetto XVI si sposterà, spesso con la ‘papamobile’, in località intorno a Beirut, dove ci sono la nunziatura e i quattro patriarcati, che ‘per rispetto’ visiterà tutti.
In Libano sono presenti 18 religioni o Confessioni religiose, di cui almeno 7 cattoliche, diverse comunità ortodosse e musulmane: di queste ultime il Papa incontrerà le quattro principali (sciiti, sunniti, drusi e alawiti).
La partenza dell’areo papale è prevista il 14 settembre alle 9.30 da Ciampino. Il Papa arriverà a Beirut alle 13.45 (ora locale), dove sarà accolto dai tre presidenti (della Repubblica, del Consiglio, del Parlamento); il presidente della Repubblica terrà un discorso in arabo, cui seguirà il primo discorso del Papa, che nel pomeriggio (alle 18) alla nunziatura di Harissa firmerà l’Esortazione apostolica post-sinodale, seguita dal secondo discorso. Due i momenti salienti di sabato 15: al mattino (ore 10) la visita di cortesia al presidente della Repubblica, con l’incontro privato con i tre presidenti nel Palazzo di Baadba, cui seguiranno l’incontro con i capi delle comunità musulmane e con i membri del governo e delle istituzioni, con il corpo diplomatico, i capi religiosi e i rappresentanti del mondo della cultura (terzo discorso del Santo Padre). Nel pomeriggio (ore 18), dopo il pranzo con i patriarchi e i vescovi del Libano, è in programma l’incontro con i giovani nel Patriarcato maronita di Bkerké, il cui piazzale può contenere 20 mila persone, con relativo discorso di Benedetto XVI. Domenica 16, infine, la Messa al Beirut City Center Waterfront di Beirut – area che può ospitare diverse centinaia di migliaia di persone – dove il Papa terrà l’omelia e consegnerà l’Esortazione apostolica a diversi rappresentanti della popolazione. Nel pomeriggio (ore 17.15), l’incontro ecumenico nel Patriarcato siro cattolico di Charfet, seguito dal discorso di congedo che il Papa terrà all’aeroporto di Beirut, prima di far rientro in serata a Ciampino.