La città di Ruvo celebra oggi, 3 febbraio, la festa del Santo patrono, Biagio di Sebaste.
«Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l'occidentale Costantino e l'orientale Licinio. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana – in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti – e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell'atto risale il rito della “benedizione della gola”, compiuto con due candele incrociate».
Queste le celebrazioni che avranno luogo nella Concattedrale:
3 febbraio, Solennità liturgica di San Biagio
- SS. Messe ore 6-7-8-9-10-11-12-16
- Ore 18,00 Messa Pontificale presieduta dal Vescovo Mons. Luigi Martella
- Processione con il simulacro di San Biagio
- Bacio della reliquia.
«Nella zona del transetto e precisamente all’interno dell’abside sinistra è collocata una statua in legno intagliato e policromato raffigurante S. Biagio, vescovo di Sebaste e santo patrono della città di Ruvo. Il manufatto ligneo, risalente alla fine del XVI secolo vede il Santo, benedicente, con la palma del martirio nella mano sinistra. Vestito con abiti vescovili preziosamente decorati da motivi geometrici e floreali, il Santo indossa un piviale chiuso da un fermaglio ornato da una grossa pietra, simile allo smeraldo. La palma è in argento mentre il pastorale è un’opera di oreficeria napoletana del XVIII secolo, donata alla statua del Santo Patrono dal vescovo Andrea Taccone (1929 – 49)» (S. Berardi).