Il sacerdote: amore di Dio per l’uomo

di Mons. Luigi Martella

“Vi darò dei pastori secondo il mio cuore, che vi pasceranno con conoscenza e con intelligenza.” Ger. 3,15

 

Carissimi,

non a caso questa mia riflessione si apre riportando un versetto tratto dalla Sacra Bibbia e attribuito al Profeta Geremia.

Il riferimento che oggi ne vogliamo trarre è in relazione alla presenza dei sacerdoti nella Chiesa: di quegli uomini, cioè, che decidono di dedicare la propria vita all’evangelizzazione delle comunità che vengono loro affidate.

I sacerdoti sono, nella Chiesa e per la Chiesa, una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo, ne proclamano la parola, ne ripetono i gesti di perdono e di offerta della salvezza, specialmente attraverso la celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Penitenza e dell’Eucarestia. Essi sono animati, nell’intimo della propria persona, da uno spiccato senso della carità pastorale che è il totale dono di sé alla Chiesa e al suo popolo.

Possiamo affermare senza alcuna perplessità che il dono del sacerdozio non è altro che uno stupendo atto d’amore e di umiltà di Dio che ha chiesto la collaborazione dell’uomo per la realizzazione del piano della sua salvezza.

Il sacerdote, quindi, è, per vocazione e per mandato divino, l’apostolo dell’educazione cristiana che trova origine e fondamento negli insegnamenti biblici; oltre a ciò egli è chiamato a dare il proprio contributo umanitario alla soluzione o, quanto meno, alla mitigazione di tutte quelle povertà sociali che oggi attanagliano l’uomo, tenuto conto che il momento storico che stiamo vivendo non è dei più facili e semplici.

La straordinaria avventura del sacerdozio trova il suo inizio da quel Giovedì Santo nel quale Cristo, prima di affrontare la Sua Passione, consacra il pane e il vino con quel “Fate questo in memoria di me” dando mandato, quindi, agli apostoli di svolgere una missione che dovrà essere diretta a favore di tutte le genti avendo nell’Eucarestia il suo fulcro principale.

A margine delle considerazioni che precedono dobbiamo, inoltre, tenere presente anche la natura umana del sacerdote, che esige, a sua volta, la soddisfazione di quelle necessità basilari che gli consentono di adempiere al proprio ministero in piena libertà e senza alcun vincolo con lo stato laico.

Nell’ottobre dell’ormai lontano 1988, i Vescovi Italiani davano alle stampe un documento dal titolo “Sovvenire alle Necessità della Chiesa” attraverso il quale veniva espresso l’invito ai fedeli di essere partecipi e corresponsabili delle necessità della Chiesa.

Questo documento scaturiva, in sostanza, non solo dall’intima connessione con il messaggio evangelico ma anche come fedeltà agli insegnamenti del Concilio Vaticano II: corresponsabilità e partecipazione dei fedeli quale espressione di comunione che riconosce a tutti i battezzati una vera uguaglianza nella dignità e nella condivisione degli impegni e delle risorse.

Ho ritenuto di trattare il tema del sacerdozio, poiché oggi, Domenica 21 Novembre, festa di Cristo Re, ricorre la giornata di sensibilizzazione indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana per ricordare ai fedeli tutti la necessità di rendersi partecipi della vita della chiesa anche attraverso le offerte destinate ad assicurare un dignitoso sostentamento a tutti i sacerdoti.

Mi piace concludere questa mia riflessione prendendo spunto dalle promesse di Cristo secondo cui a chi si spende senza riserve per l’annuncio del Vangelo non mancherà quel “pane quotidiano” che Egli ci ha insegnato a domandare al Padre: lo Spirito del Signore saprà sempre suscitare nel cuore dei credenti la coscienza convinta di dover concorrere anche economicamente a fare in modo che i continuatori del servizio apostolico possano oggi, e ancora domani, dedicarsi serenamente e totalmente all’annuncio della salvezza e al servizio della gente.

Un caro abbraccio.

Mons. Luigi Martella