Iraq: è guerra! Appello alla solidarietà

Comunicato di Caritas Italiana

Sono 100.000 i cristiani in fuga dalle città del nord iracheno a causa dell’avanzata degli estremisti islamici. «Piena disponibilità ad accogliere i perseguitati (…) Le diocesi italiane sono da sempre notoriamente disponibili verso gli immigrati: lo sforzo diventerà ancora più urgente e doveroso verso i tantissimi fratelli brutalmente perseguitati a causa della loro fede». Così il Cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Caritas Italiana rilancia l’appello del Cardinal Bagnasco  e ringrazia le Caritas diocesane per gli sforzi in atto sul fronte dell’accoglienza profughi e le invita a prepararsi alla solidarietà anche nei confronti di queste nuove persone in arrivo.

Radio Vaticana ha intervistato don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, proprio sul tema della crisi irachena e l’appello dei vescovi italiani (ascolta)

Caritas Italiana è già in coordinamento per progetti di emergenza con:

  • Caritas Iraq, in costante contatto nei luoghi di accoglienza per assistere fino a 300.000 famiglie sfollate, circa 1 milione e mezzo di persone.
  • Caritas Libano, che ha iniziato ad accogliere il fiume di famiglie cristiane irachene che stanno scappando da Mosul e raggiungono familiari e amici che vivono nel paese, e che si aggiungono ai già tantissimi profughi siriani presenti.
  • Caritas Turchia. Molte sono le famiglie che stanno raggiungendo il territorio turco per ricongiungersi con familiari e amici che già vivono in Turchia. La politica di accoglienza delle autorità turche e la relativa sicurezza del paese stanno favorendo l’ingresso di un numero sempre maggiore di rifugiati. Turchia sta assistendo queste famiglie sia al confine con l’Iraq che ad Istanbul.

La violenza, mai veramente cessata in Iraq, come confermano i continui attentati contro i civili, ha trovato nuovo vigore nelle ultime settimane con l’offensiva lanciata dalle milizie radicali dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS). Questo gruppo, nato in Siria – dove pure continua l’ecatombe di civili e la fuga di milioni di persone – agisce ora in Iraq.

Migliaia e migliaia di famiglie fuggono, come ci conferma Caritas Iraq, i cui operatori, già attivi a sostegno dei rifugiati siriani entrati nel paese, si trovano ora ad aiutare anche gli sfollati iracheni alla ricerca di un riparo. “Anche se siamo presi di mira come cristiani – affermano – noi continuiamo il nostro servizio per tutti coloro che hanno bisogno”.

Per far fronte alla situazione di emergenza la Caritas ha concentrato nelle ultime settimane tutte le attività sugli aiuti – viveri, medicinali e prodotti igienici – per la nuova ondata di sfollati e si sta prendendo cura di 2.550 famiglie, accolte in particolare in 12 villaggi della pianura di Ninive e nel settore di Alqosh.

Le strutture della Chiesa sono messe a disposizione di tutti e gli operatori Caritas intensificano gli sforzi, anche se costretti a lavorare in condizioni di pericolo e di incertezza. Per poter continuare a fornire aiuti hanno rivolto pertanto un primo appello alla rete internazionale Caritas per circa 190.000 euro.

In ben cinque dei 18 governatorati (regioni) in cui è suddivido il paese, vi è una situazione di “conflitto armato violento”. Nel solo mese di giugno sono state uccise oltre 1.500 persone e vi sono 600.000 sfollati all’interno del paese. Inoltre 5 ospedali sono stati saccheggiati e tre moschee sciite sono state distrutte a Mosul, rinvigorendo così il conflitto identitario con i musulmani sunniti. Sempre a Mosul i cristiani sono stati fatti oggetto di violenze e costretti a fuggire dalle loro case. Mai era successo in tredici secoli di convivenza con l’islam.

In tutte le regioni ricordate, in particolare nelle provincie di Dyala, Salahuddin, Anbar e Falluja, i servizi di base hanno le scorte in via di esaurimento, l’elettricità non viene distribuita per più di sei ore al giorno. L’acqua potabile scarseggia, con temperature che superano in estate i 45°. Come sempre i bambini sono le vittime più colpite. Il Kurdistan, nella parte Nord del paese, ha le strade bloccate e a sua volta è teatro di scontri con le milizie terroriste dell’ISIS.

Da oltre 10 anni Caritas Iraq opera in una situazione di violenza e insicurezza, ma grazie alla diffusione dei suoi centri in tutto il paese riesce a portare aiuti concreti.

Caritas Italiana si unisce ancora una volta a quanti chiedono che si fermino le armi e, per continuare a sostenere gli sforzi della Caritas locale, rilancia l’appello alla solidarietà.

Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Iraq”

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:

• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474

• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113

 

Caritas Italiana