Si conclude l’anno di Servizio Civile dei volontari presso la Caritas diocesana

a cura degli Operatori Caritas

Sta per chiudersi l’anno di Servizio civile del progetto Minori della Caritas diocesana di Molfetta “Talenti in rete”. Giandomenico 21 anni, Graziano 22, Letizia 23 e Serena 21 hanno risposto a cinque domande.
 
1) Perché avete deciso di fare il servizio civile?
Giando: “Questa esperienza, non frequentando io né università né altri corsi di studio, è un ‘opportunità di crescita da non perdere, in grado anche di aiutarti a scegliere domani un lavoro”.
Graziano: “Questo anno penso sia utile non solo per la mia professione, ma anche per la formazione umana”.
Letizia: “Ho deciso di fare il Servizio Civile dati i miei studi in psicologia e la mia sensibilità verso il mondo dei bambini”.
Serena: “Anni fa, in una casa di accoglienza per anziani, parlai con 2 ragazzi in Servizio civile. Nacque in me la curiosità e la voglia di vivere la stessa esperienza”.
 
2) Quali attività avete svolto?
 Graziano: “Il progetto Caritas intitolato “Talenti in rete” prevede varie attività formative tra cui il doposcuola per i bambini italiani e stranieri che hanno difficoltà relative all’attenzione e all’apprendimento e che non sono seguiti adeguatamente dalle loro famiglie; il contatto con le Istituzioni Comunali; la partecipazione ad eventi di animazione sul territorio, come ad esempio la marcia per la pace tenutasi a Molfetta; la gestione del servizio guardaroba con l’aiuto di volontari delle parrocchie di Giovinazzo; l’organizzazione di gite con i bambini per scoprire il territorio; in estate un laboratorio ludico: “La città felice” in cui i bambini hanno conosciuto i mestieri della città, a settembre attività di recupero e animazione”.
Giando: “Inoltre, entrati nelle dinamiche del nostro centro Caritas, non ci siamo tirati indietro nello svolgere servizi extra progetto, come l’accoglienza per 6 mesi di una famiglia rumena con due bambini o la raccolta alimentare cittadina svolta a Dicembre”.
 
3) C’è un’esperienza particolare che vi ha segnato?
Giando: “Miporterò dentro la 48esima Marcia nazionale per la Pace ospitata a Molfetta il 31 Dicembre. Come volontari Caritas abbiamo preparato il materiale da consegnare ai partecipanti. É stata un’esperienza molto emozionante poi marciare in migliaia uniti da uno spirito di fratellanza e da un credo comune”.
Graziano: “Un’esperienza che mi porto dentro del Servizio civile è la collaborazione (rete) e la fiducia che c’è stata tra noi operatori e altri volontari nel cercare di capire e risolvere i problemi e i disagi degli utenti del centro Caritas”.
Letizia: “É stato per me importante veder crescere il rapporto di fiducia creatosi con i bambini e diventare per loro un punto di riferimento. Sicuramente non sono mancati i momenti di sconforto. Ciò nonostante è stato gratificante constatare i miglioramenti in ambito scolastico e sul piano umano. La mia speranza è che i bambini abbiano maturato un maggior senso di responsabilità, che siano più autonomi e rispettino le regole e soprattutto l’altro”.
Serena: “Oltre quello che ho imparato e vissuto, sempre ricorderò l’espressione di gioia di R. e L. alla vista della nuova casa, gli scherzetti di C. ad ogni ora, le frasi di stupore per una cosa fatta per la prima volta, il pianto isterico e il capriccio, gli abbracci spontanei e “Serena, oggi la maestra mi ha detto che sono la più brava della classe!”.
 
4) Cosa avete imparato?
Giando: “Sicuramente questa esperienza mi ha aiutato a crescere, aprendomi gli occhi sul mondo, facendomi capire quali difficoltà la vita può metterti davanti, quanto sia ingiusto in alcune circostanze lo Stato nei confronti delle persone italiane e straniere che vivono in miseria; mi ha dato però la consapevolezza che nel far del bene agli altri non si è mai soli, basti vedere le innumerevoli persone che ci hanno donato giochi, materiale scolastico ed indumenti, o i tanti volontari che ci hanno dato una mano il pomeriggio con i bambini. Dopo questa esperienza mi sento un vero cittadino attivo”.
Graziano: “Il Servizio civile ha lasciato un segno profondo dentro di me perché ho conosciuto realtà che conoscevo solo superficialmente e mi ha fatto aprire gli occhi sulla vita e sulla responsabilità di ognuno di noi”.
Letizia: É stata per me un’occasione per mettermi alla prova, conoscere me stessa, condividere con gli altri volontari i miei vissuti attraverso il confronto e la correzione reciproca. Mi ha permesso di conoscere svariate realtà di disagio minorile, venire a contatto con le fragilità e difficoltà degli utenti che si rivolgono agli operatori del Centro”.
Serena: “Sacrificio, progettualità, organizzazione, soddisfazione sono le 4 parole che mi hanno accompagnato. Una strada non sempre lineare, “specchio” per la propria immagine e per il proprio carattere. È stata un’esperienza che ha stimolato in me l’attenzione verso l’altro chiunque esso sia, grande o piccolo, povero o ricco, italiano o extracomunitario”.
 
5) Come si accede al Servizio civile nazionale?
Serena: “Bisogna ricercare sul sito di riferimento il progetto che più rispecchi le proprie preferenze, le esperienze già svolte, il percorso di studi effettuato e le abilità personali. Successivamente è necessario leggere con attenzione il bando, presentando domanda all’Ente. Accettata la richiesta, segue la convocazione da parte dell’Ente e dei responsabili regionali del Servizio civile nazionale per sostenere una prova scritta e un colloquio per testare le motivazioni dei candidati. Infine si attende la pubblicazione della graduatoria con la destinazione della sede per il servizio e si fa formazione diocesana e regionale”.
TUTTI: “É un’esperienza da fare. Credeteci!”