Dio, in ginocchio con l’uomo

di Luigi Sparapano

«Signora, non è stato Dio che ha voluto questo. Non è stato Dio a mettere in ginocchio l’uomo. É stato l’uomo che ha messo in ginocchio Dio!».
Con queste parole ferme e sofferte, Elisa Springer rispose alla domanda di una signora che aveva ascoltato con attenzione la sua testimonianza, nel lontano 1999, durante la presentazione del suo libro “Il silenzio dei vivi”, presso la scuola “D. Cotugno” di Ruvo.
Il video di quella narrazione, scandita dai ricordi serbati per 50 anni e finalmente liberati e fissati nelle pagine di un libro, consegnato alla nostra riflessione, sarà disponibile dal prossimo 27 gennaio, sul sito scolastico www.cotugnocarduccigiovanni23.gov.it. Per sentire, dalla viva voce di chi è scampata ad una morte assurda, come l’uomo può rinunciare a sè stesso, alla sua dignità, al riconoscimento del proprio simile e può trovare ragioni per poterlo eliminare. Nella stessa serata il figlio della Springer, dr. Silvio, purtroppo deceduto di lì a poco, prima della madre, prendeva la parola definendo il XX secolo, che comunemente chiamiamo breve, secolo dalla memoria corta perchè la Shoah, come anche i disastri di due guerre mondiali, a distanza di poco tempo, nulla avevano insegnato agli uomini di fine ’900, responsabili dei genocidi in terra balcanica ed ex Iugoslavia, come nei molteplici focolai di morte accesi in Africa, in Medioriente o in altri posti disseminati sul Pianeta. Certamente la Shoah si è rivestita di una crudeltà unica e speriamo irripetibile nella storia dell’uomo. Sembrerebbe impossibile replicarla dopo che le illuminanti testimonianze personali dei sopravvissuti, ormai pochi e anziani, i documenti multimediali e la filmografia, ce l’hanno presentata in tutta la sua assurdità. E purtroppo sembra una lezione vana, quasi ignorata, viste le vicende che si perpetuano nei nostri giorni.
Si uccide dappertutto, in Francia come in Niger, in Siria come in Afghanistan… Si uccide e si perseguita, in modo sanguinoso, invocando presunte superiorità di religione o di razza. Si imbottiscono di bombe i bambini, si armano le loro mani…
Avviene oggi. Nell’era in cui l’uomo naviga e risiede per mesi nello spazio, trapianta cuori, “crea” la vita in laboratorio, superando anche i limiti della natura, inventa internet, trova soluzioni a mille problemi, impensabili solo qualche anno fa… E contemporaneamente uccide, odia, distrugge.
E Dio che fa? Sembra morto, come cantava Guccini e come molti hanno creduto dopo la Shoah. Lo stesso Primo Levi ebbe a dire «… io, il non credente, ed ancor meno credente dopo la stagione di Auschwitz…». E ancora: «C’è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo».
Si potrebbe affermare la stessa cosa anche di fronte ai crimini successivi alla Shoah e alla ferocia delle persecuzioni del nostro tempo. Ma quella risposta di Elisa Springer, che mai perse la fede, offre a noi, ancora oggi, una speranza viva.
Dio, il Creatore, messo in ginocchio dall’uomo, sua creatura, diceva. Già, in ginocchio. Ma non perchè piegato dalla nostra inaudita capacità di morte. In ginocchio, dolorosamente e profondamente rispettoso della libertà che ci ha donato, quasi per implorare il ritorno alla nostra identità, fatta a Sua immagine. E forse proprio in ginocchio Egli attende ciascuno di noi, per ritrovare in Lui la nostra dignità, smarrita, ma mai del tutto persa.