Quaresima di Carità in favore dell’Iraq

di Francesco de Lucia

Anche nel 2015 le comunità parrocchiali saranno impegnate nella raccolta Quaresima di Carità, da versare all’economato diocesano. 
Invero, negli ultimi anni sono state molte le comunità parrocchiali che, adducendo motivi vari, si sono completamente dissociate da questo impegno.
Senza disconoscere le difficoltà economiche evidenti anche nella gestione delle parrocchie, è opportuno, tuttavia, che si ritrovi unità su queste iniziative e ognuno faccia la sua parte. Senza dimenticare che nel tempo di Avvento le raccolte rimangono a favore dei bisogni delle parrocchie stesse.
La Quaresima di Carità, del resto, è un’utile occasione perché la comunità diocesana si senta unita nel perseguire un unico obiettivo, nell’essere corresponsabili della vita di altri fratelli e sorelle che non conosciamo ma che, non di meno, sono affidati alle nostre cure e attenzioni. 
Inoltre, è la giusta occasione per educarsi ed educare alla Carità, la quale non si accontenta di spazi di corta visuale, ma, essendo testimonianza dell’amore straripante di Dio, cerca orizzonti più vasti di azione.
Dunque, in questa Quaresima il Vescovo ci invita a trasformare in offerte in denaro i nostri sacrifici, le nostre rinunce a beneficio delle famiglie cristiane dell’Iraq, su proposta di papa Francesco, di Caritas Italiana e della Conferenza Episcopale Italiana.
Solo per avere un’idea di ciò che questa gente è costretta a subire e che non può trovarci indifferenti: nella sola regione di Mossul, sono oltre 120.000 i cristiani obbligati ad abbandonare le loro case dai terroristi dell’ISIS. La maggior parte ha raggiunto il Kurdistan arrangiandosi come possibile in scuole, chiese, case abbandonate, e i più sfortunati in vecchi autocarri o in tende improvvisate. 
Molti si avventurano in viaggi impossibili, subendo rapine e abusi di ogni genere, fino ad approdare, se sopravvissuti sulle carrette del Mediterraneo, anche in Italia. E, magari, sentirsi dire: “Che siete venuti a fare qua? Non sapete che abbiamo già i nostri guai?”.
Le nostre comunità locali vivono anch’esse in difficoltà. Eppure la nostra solidarietà, in questa Quaresima, deve essere ancora più generosa, perché questa povera gente, non ha più nulla. 
Non sa se e quando potrà ritornare nelle proprie case e nella propria terra. 
Inoltre, tutti sono cristiani come noi. E noi abbiamo l’occasione di aiutare concretamente fratelli e sorelle in Cristo, vivendo anche oggi lo stile delle comunità apostoliche che, sebbene lontane tra loro, si rendevano vicine con generosi gesti di Carità, soccorrendo chi veniva a trovarsi nel bisogno (cfr. 2 Cor 8-9).
Arricchiamo, quindi, la nostra spiritualità quaresimale di bellezza e giustizia, mediante la raccolta di offerte, frutto del nostro digiuno. Prendiamo in carico la povertà dei nostri conterranei, ma anche dei cristiani profughi dell’Iraq. Sarà più autentica la nostra partecipazione al sacrificio pasquale di Cristo Signore.
 
N.B. Per ulteriori informazioni sulla situazione dei cristiani dell’Iraq e su progetti di aiuto personale e continuativo consultare il sito www.caritasitaliana.it