Luce e Vita - Arte

Gaetano Grillo dona un’opera la Museo diocesano di Molfetta

La donazione al termine del concerto con i solisti del Teatro Carlo Felice di Genova


Al termine del primo concerto della stagione concertistica 2020 della Fondazione Valente, che ha avuto luogo sabato 25 gennaio nell’Auditorium “A. Salvucci” del Museo diocesano di Molfetta, l’artista Gaetano Grillo ha donato un’opera alla struttura diocesana della sua città natale. Opera che va a collocarsi accanto alle altre facenti parte delle collezioni e delle donazioni di arte contemporanea.
L’artista, già titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Brera a Milano, ha tenuto diverse personali in importanti gallerie e musei europei, partecipando alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Milano, Venezia, Medelline, ed ha sempre affiancato all’attività artistica l’attività didattica e la promozione culturale.
L’opera donata al Museo è in terracotta dipinta e raffigura la testa di un uomo, col volto coperto da un elmo, sormontato da una corona con dei lunghi aculei e alcune scritte incise, tra le quali: “il guerriero della cultura”.
Ad esprimere la riconoscenza del polo culturale diocesano il direttore don Michele Amorosini, il quale ha affermato che «l’opera vuole sicuramente esprimere la ricerca interiore da parte dell’artista, partendo dalla figura storica di Cristo che si propone e non si impone al mondo di oggi. Un guerriero disarmato, che porta i segni della sofferenza e della non accettazione da parte di una società che non accoglie. La scultura è dunque una provocazione che interroga a partire da un volto coperto da una maschera, ma che in realtà vuole smascherare tutto ciò che è violenza, egoismo e odio».
Presente anche il Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia, che ha poi aggiunto come questo volto «ci inviti a metterci sulle tracce della verità, in quanto sintesi dell’identità dell’uomo stesso e della sua ricerca interiore. L’augurio è che chi contemplerà quest’opera si lasci condurre al Signore per soddisfare la ricerca del vero, del Bello e dell’essere».
Per il maestro Grillo, il senso di quest’opera è proprio in uno scritto del Vescovo, scelto per la grafica realizzata nell’occasione e che recita: «Siamo stati creati per la vita, la vittoria, la luce, non per la morte». Nell’opera, dunque, «il volto di ogni uomo che è dentro Cristo e di Cristo che è dentro ogni uomo». Un volto segnato dalla violenza che l’uomo attua sui suoi simili e da qui sulla natura, manifestando una negazione del progresso culturale. Motivo per cui l’opera «rimanda alla necessità della cultura di ristabilire un rapporto armonico e con la natura, al fine di ricomporre lo strappo violento compiuto con essa negli ultimi decenni».
“Cultura torna Natura” il monito ed il titolo della mostra – da cui l’opera è giunta al Museo diocesano – promossa proprio dalla Fondazione Vincenzo Maria Valente nei mesi scorsi presso l’ex Mulino e Pastificio Caradonna.
Presente alla cerimonia anche l’Assessore alla Cultura e Vice Sindaco, la prof.ssa Sara Allegretta, che – dopo aver preso parte ad alcune iniziative correlate alla giornata della Memoria – ha ricordato come in una società in cui l’arte non può esprimersi è grande il rischio di un degrado umano. Al contrario, attraverso la musica e l’arte, si può accogliere quel richiamo della natura al rispetto dell’altro, come nell’opera di Grillo