Luce e Vita - Aggregazioni

“Non temere, ma continua a parlare e non tacere¸[…] perché io ho un popolo numeroso in questa città”

Assemblea nazionale di AC

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Si è conclusa a tarda serata (sabato 1 maggio 2021,ndr) l’intensa giornata assembleare di ieri. Al centro la relazione del Presidente Uscente Matteo Truffelli. Proviamo a ripercorrerla.

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“Non temere, ma continua a parlare e non tacere¸[…] perché io ho un popolo numeroso in questa città”

È con la citazione degli Atti degli apostoli cap. 18, 9-10, cui è intitolata questa XVII Assemblea Nazionale di AC, che apre la sua relazione Matteo Truffelli – Presidente uscente. Una relazione magistrale, articolata, puntuale e soprattutto ricca di riflessioni e spunti.

La riflessione parte col soffermarsi sul tempo di pandemia che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo, che ci ha lasciato sbigottiti e sul quale non possiamo andare oltre, continuando a fare discernimento con la fiducia dei discepoli, ma senza scoraggiarsi perché è tempo di rincuorarsi per rincuorare. È tempo in cui continuare a sognare una società più fraterna. È tempo di fare uno slancio avanti, di fare scelte di cambiamento noi per prima per aiutare la chiesa a fare scelte profondamente missionarie.

Ma questo è anche un tempo di gratitudine. È tempo di riconoscere i doni che il Signore ci dà, come quello dell’AC. È anche un tempo di fiducia. La fiducia dei discepoli che gettarono ancora le reti sulla Sua parola. E come discepoli dobbiamo affidarci a Lui che ci precede nelle tante città dove c’è già un popolo numeroso.

Nonostante nelle città ci sono tante contraddizioni, noi vogliamo abitarle con la forza della mitezza. Da profeti. Per ascoltare, discernere, interpretare. Per questo dobbiamo chiederci come l’Ac può essere profetica oggi, concorrendo con mitezza a leggere la storia e vedere di cosa il nostro tempo ha sete.

Abbiamo bisogno di profezia vera, così come ci esorta Papa Francesco, non di parolai, di una testimonianza che non si afferma con la potenza delle parole, ma con il servizio. Esercitare la profezia della mitezza, non vuol dire rinunciare a parlare. Vuol dire fare delle scelte concrete, vuol dire commuoversi per le vicende dei singoli e della storia. Non sentendoci avanti agli altri.

Essere un’AC profetica, continua Truffelli, vuol dire saper comprendere le cose che agitano il nostro tempo. Vuol dire essere nelle città. È nelle città che siamo chiamati a vivere questa profezia e il nostro impegno per cambiare quello che non va, ma senza occupare spazi di potere, piuttosto promuovendo processi alla ricerca del bene comune. Su questo l’AC in questi anni si è spesa molto, ma su questo deve continuare a spendersi guidata dal Magistero di Papa Francesco con la “Laudato Si” e “Fratelli tutti”. L’AC deve guardare la realtà dal punto di vista di chi ha meno possibilità. Deve adoperarsi per una Politica con la P maiuscola, cercando di svelenire il dibattito politico che mette tutti in contrapposizione, che uccide la speranza in una Italia migliore. Lungi dal pensare che possa esserci un’unica scelta politica, dobbiamo continuare, nei nostri percorsi associativi, a formare un pensiero critico, a suscitare ed accompagnare un’autentica passione per il bene comune, formando cittadini consapevoli e critici ed accompagnando chi fa scelte politiche.

Il nostro operato sia in questa Chiesa e per questa Chiesa. Anche la Chiesa, sottolinea Matteo Truffelli, è attraversata da forti contraddizioni. Papa Francesco la scuote ogni giorno ma il suo non è un compito facile perché spesso deve fare i conti con una parte ecclesiale polemica e rancorosa. L’AC sta con Papa Francesco a cui diciamo grazie. Così come 50 anni fa si affiancò al Papa per l’attuazione del Concilio, così oggi dobbiamo essere con Papa Francesco senza alimentare queste divisioni ideologiche.

Lo facciamo lungo la strada tracciata dall’Evangelii Gaudium e lungo i sentieri della “conversione missionaria”.

Dobbiamo essere grati che in ogni angolo della nostra nazione c’è sempre un gruppo, piccolo o grande che sia di Azione Cattolica, non diamolo mai per scontato, ma questo non deve farci adagiare. Dobbiamo continuare a cercare con coraggio vie nuove mettendoci ai crocicchi delle strade.

Smettiamo di chiederci come stiamo, piuttosto chiediamoci: “Per chi siamo?”. La nostra azione sia missionaria perché abbiamo nuove sfide da affrontare.

Abitando spazi della vita umana possiamo concorrere a scrivere pagine di Vangelo. Ogni gruppo deve chiedersi come fare ad accorciare le distanze con gli altri. Dobbiamo pensare ad una evangelizzazione per immersione in tutti gli ambienti.

Infine il Presidente ci esorta a fare esperienza di sinodalità: a servizio della Chiesa impegnandoci con i presbiteri per la realizzazione del fine apostolico; a servizio della nostra associazione continuando a scommettere sui piccoli, sui giovani, sugli adulti e sugli adultissimi, sui movimenti. Condividendo il cammino con i Movimenti esterni. Investendo sulla dimensione internazionale dell’AC e sulle alleanze perché siamo chiamati a camminare insieme.

Nel pomeriggio discussione del documento finale nei gruppi e formulazione degli emendamenti e poi in plenaria per ascoltare alcune comunicazioni istituzionali: – La nomina del vice responsabile dell’Acr a partire dal questo nuovo triennio; – Il ricorso alla base associativa in questo momento particolare di bisogno della nostra Associazione; – La promozione e il sostegno delle ormai non più prorogabili associazioni territoriali; – Il prossimo invio dei materiali di sussidiazione e promozione del Tempo Estate Eccezionale; è seguita poi la proiezione di una serie di video che hanno raccontato i lavori dell’Area Famiglia e Vita, dell’Area AC internazionale, della Promozione Associativa e del Laboratorio della formazione.

Si è poi passato a leggere e votare i singoli emendamenti fino a quando si è sospeso e rimandato il prosieguo dei lavori per la votazione conclusiva del Documento finale.

Il dopo cena è stato caratterizzato da un momento di preghiera dedicato al tema del lavoro. A seguire ancora lavori sul documento finale.

Tommaso Amato, vicepresidente diocesano SA